UN MATEMATICO PERUGINO DEL '5OO:

GIROLAMO BIGAZZINI

 

di Umberto Bartocci ed Emanuela Ughi

 

 

Ricorreva qualche anno fa il quinto centenario della nascita di una singolare figura di scienziato rinascimentale, quel Girolamo Bigazzini che fu ai suoi tempi detto "Prencipe de' Mathematici" e "lume di tutta l'Italia nelle speculative Scientie Mathematiche". Anche se sulle date della vita del Bigazzini i testi non sono del tutto concordi(1), appare senz'altro certo che questi ebbe i suoi natali nella citta' di Perugia, sicche' e' parsa cosa opportuna ad alcuni cultori della storia delle matematiche operanti nella Universita' degli Studi di Perugia il ricordarlo con questo scritto.

 

Si e' gia' citato un entusiastico giudizio di Raffaele Sozii (1529-1589), che del Bigazzini fu allievo e biografo (cfr. [4] e [5] ), sulle qualita' scientifiche e sulla notorieta' del nostro personaggio, nonostante che, come osserva anche l'Ermini nella sua monumentale opera dedicata alla storia di questo Ateneo (cfr. [3] , p. 586), si possa sospettare che dietro tali lusinghiere considerazioni si nasconda una certa dose di esagerazione, dovuta probabilmente all'affetto del discepolo per il maestro(2). Pure, della grande fama che il Bigazzini seppe procurarsi si puo' essere assolutamente certi, poiche' in termini altrettanto elogiativi si espressero anche altri suoi contemporanei, quali ad esempio il Pellini ( [14] , p. 983) ed il Crispolti ( [9] , p. 359).

Come si e' detto, il Bigazzini nacque a Perugia, e scegliamo pure la data del 1480 (vedi nota 1), da nobile famiglia. Il padre, Francesco, dei Conti di Coccorano(3), fu personaggio di rilievo nella vita pubblica della citta' alla fine del '400. La madre, Bernardina, apparteneva alla potente famiglia dei Baglioni. Il giovane fu assecondato(4) dal padre nella sua inclinazione per gli studi, dapprima di latino e greco, logica e filosofia, in seguito di matematica, della quale scienza si invaghi' in modo particolare. Gia' dal 1412 erano stati presenti nello Studio perugino, piu' o meno saltuariamente, insegnanti di matematica, ma non c'era ancora una tradizione di studi in tal senso, come invece ad esempio a Bologna. Grazie pero' alla sua profonda conoscenza delle lingue antiche, il giovane pote' leggere da se' Euclide, Boezio, Vitruvio, ed altri autori dell'antichita'. Sembra che sia stato lo stesso Bigazzini ad insistere affinche' fosse chiamato ad insegnare all'Universita', intorno al 1500, il celebre Luca Pacioli, la cui fama cominciava allor allora a diffondersi(5). Alle lezioni di aritmetica e di geometria del frate di Borgo San Sepolcro il nostro attese con diligenza, e sembra anzi che le sue capacita' ed il suo interesse irritassero un poco il piu' anziano maestro, timoroso, a detta del Sozii, di vedersi oscurare dal giovane allievo(6).

Interessatosi cosi' sempre di piu' il Bigazzini agli studi matematici, divenne rapidamente tanto perito in campo scientifico da svolgere successivamente egli stesso funzioni di maestro nell'ambiente perugino. A causa di cio' fu chiamato, sin dalla sua giovinezza, il "Vecchietto", poiche' per l'appunto(7) mostro' "senno canuto in fanciullesca etade", cosi' come riporta il Crispolti ( [9] , p. 359).

Gli interessi scientifici del Bigazzini, come costume dell'epoca, spaziarono dalla matematica propriamente detta, algebra e geometria, fino a comprendere anche campi quali l'architettura, la musica e l'ingegneria. Ne' fu estraneo al nostro l'interesse per l'astrologia, che era a quei tempi cosi' in auge da assurgere al livello di insegnamento universitario. Si puo' osservare del resto che la curiosita' per l'astrologia non esercito' nel complesso un influsso negativo sul progresso della matematica (cosa che forse non si potrebbe invece dire per la medicina), visto che furono proprio siffatti studi a stimolare le osservazioni astronomiche(8), ed a consentire conseguentemente l'evoluzione delle conoscenze di tecniche di calcolo e misurazione. Ad esempio, grande beneficio ne ricevette lo studio della trigonometria, piana e sferica, e se lo stesso metodo dei logaritmi si affermo' piu' tardi rapidamente fu proprio per la grande utilita' dimostrata nei complicati calcoli astronomici. Anche il Bigazzini approfondi' in modo particolare le sue conoscenze astronomiche, giovandosi allo scopo tra le altre delle opere di Georg Peurbach e Giovanni Regiomontano(9), i quali avevano riproposto una versione latina dell'Almagesto di Tolomeo.

La fama di sapiente e di scienziato del Bigazzini crebbe come si e' detto rapidamente, ed oltrepasso' ben presto l'ambiente cittadino. Egli fu in contatto epistolare con i maggiori astronomi, matematici, architetti dell'Europa del suo tempo, e da questi fu sovente interpellato per dispute scientifiche e per la risoluzione di problemi che riguardarono anche la meccanica e l'ingegneria. Sappiamo per esempio che fu consultato da Vincenzo Danti(10), quando questi nel 1561 porto' l'acqua alla celebre Fontana Maggiore, che orna la piu' bella piazza di Perugia (che e' anche una delle piu' belle d'Italia). Del Bigazzini si ricorda anche l'esecuzione di difficili misurazioni relative alla stima del volume di Monte Malbe.

Scienziati illustri vennero fin nel suo feudo di Coccorano per conferire con lui, primi fra i quali Luca Gaurico e Gerolamo Cardano(11). Lo stesso Pontefice Paolo III (al secolo Alessandro Farnese, Papa dal 1534 al 1549) approfitto' dei suoi viaggi a Perugia in occasione della costruzione della Rocca, in suo ricordo poi denominata Paolina, per frequentare il Bigazzini e ricevere da lui lezioni di matematica e di astrologia.

Non si sa con certezza se il nostro insegno' ufficialmente presso lo Studio perugino, poiche' il suo nome non risulta tra quelli dei professori dell'Ateneo a noi pervenuti. Sembra quantomeno strano che ci si sia privati della competenza di uno scienziato cosi' famoso, tanto piu' disponibile in sede; si puo' pero' anche capire che il Bigazzini, nobile e ricco di nascita, non avesse bisogno di impegnarsi in un lavoro che l'avrebbe parzialmente distolto dai suoi studi prediletti. Oltretutto, la docenza non era neanche troppo bene remunerata, come accadeva spesso in quei tempi in cui l'Ateneo versava sovente in difficolta' economiche (cfr. [19] , p. 304). A conferma della correttezza di questa interpretazione, si puo' aggiungere poi che il Bigazzini ebbe senz'altro carattere schivo da pubblicita' e da onori, come ricorda il Sozii, ed amava maggiormente il ritirarsi nel suo castello di Coccorano per ivi attendere, meno pressato da altri impegni, alle sue ricerche. Risulta infatti che rifiutasse molte allettanti offerte ricevute per andare ad insegnare non solo presso la corte papale, ma anche presso quelle di Francesco I e di Carlo V.

Comunque, la sua presenza ebbe sempre notevole rilievo nell'ambiente colto della citta'. Per esempio, ci e' riportato il suo nome tra quelli dei primi fondatori dell'Accademia degli Unisoni, con il soprannome di "il Tremulo". Vivacizzo' anzi le prime riunioni di quest'Accademia con commenti e spiegazioni su questioni non solo propriamente musicali, ma anche matematiche o piu' generalmente "scientifiche". Manifesto' soltanto, a detta del Sozii, il rimpianto di non poter viaggiare per frequentare i maggiori centri scientifici dell'epoca, tra i quali il suo biografo ricorda esplicitamente Cracovia, Vienna, Ulma, Tubinga, Norimberga e Parigi, nei quali avrebbe trovato grandi possibilita' di approfondire maggiormente le sue conoscenze. Ed il rammarico era anche accresciuto dal fatto che, come riporta ancora il Sozii, non c'era a suo dire in Italia "gran copia di matematici". Questo desiderio di viaggi per motivi scientifici gli fu sempre impedito dal peso di una famiglia numerosa, i cui interessi doveva curare essendo figlio primogenito, e che in effetti curo' con grande diligenza, dando cosi' prova dell'essere in possesso di notevoli doti umane oltre che scientifiche. Ad ulteriore conferma di cio', la tradizione gli attribuisce anche parecchi discepoli; tra questi occupa particolare risalto la figura di Vincenzo Menni (1517-1570), il quale fu valente astronomo e professore presso lo Studio perugino.

Il Bigazzini mori' ottantaquattrenne, nella citta' dalla quale non si era mai allontanato, nel giorno di giovedi' santo, e fu sepolto nella tomba di famiglia in San Francesco al Prato(12). Orazio Cardaneto (1534-1588), professore di retorica presso l'Universita', ne tenne l'elogio funebre.

Di lui rimase quella fama che "trahe l'uomo dal sepolcro, e 'n vita 'serba" (cfr. [9] , p. 360). Nulla ci rimane delle sue opere scritte, anche perche' sembra che non pubblicasse volentieri, fatto salvo un "Prognosticon anno salutis 1523 & 1524", che nel 1522 stampo' con Vincenzo Oradini(13) in occasione della temuta congiunzione planetaria nel segno dei Pesci che si sarebbe verificata nel febbraio del 1524. Questa operetta getta forse piu' ombre che luci sulle capacita' scientifiche dei suoi autori, anche se bisogna almeno rilevare che essa e' priva di quegli "artifici che adoprano i fabbricatori di lunari per non essere smentiti" (cfr. [19] , p. 310). La congiunzione del 1524 era invero fenomeno del tutto eccezionale e tale quindi da suscitare interesse e dispute tra gli astrologi del tempo. Gia' un quarto di secolo prima lo Stoffler (1452-1531) aveva profetizzato come conseguenza di tale configurazione planetaria un nuovo diluvio univerale. Una profezia non in chiave "catastrofica" era stata poi proposta dal gia' citato Gaurico, e successivamente il Nifo (circa: 1469-1546) e molti altri astrologi cominciarono ad esprimere vari pareri discordanti in merito alla possibilita' di un secondo diluvio ed alla sua gravita'. Presupposto storico della controversia "scientifica" fu l'analoga grande congiunzione planetaria del 618, in occasione della quale si verificarono in effetti almeno in Italia varie devastazioni ed allagamenti. In quegli anni, la possibilita' di una catastrofe naturale veniva ripresa poi soprattutto a fini politico-religiosi (le due cose in effetti si identificavano!), gli uni volendo significare che la volonta' divina intendesse colpire ed affondare la barca di Pietro, gli altri asserendo il contrario, e lo stesso Lutero non fu estraneo alla polemica. Il "Prognosticon" di cui trattasi si colloca tra le profezie "consolatorie", ed escludeva non solo la possibilita' di un nuovo diluvio universale, ma anche quella di inondazioni locali. In realta', il 1524 non viene ricordato dagli storici in modo particolare, e si puo' oggi facilmente sorridere andando a controllare quali delle profezie contenute nel "Prognosticon" si siano poi di fatto avverate e quali no. Tanto per dirne una, l'operetta e' dedicata al Papa Adriano VI (al secolo Adriano Florensz, che fu Papa dal 1522 al 1523), al quale uno speciale oroscopo veniva riservato. Peccato che in esso non si predisse che proprio nel 1523 il Papa sarebbe morto!

Trascorsi all'asciutto i giorni previsti per il diluvio(14), l'astrologia comincio' a conoscere il suo declino, fino ad essere poi definitivamente superata quale teoria scientifica corrente con lo sfaldarsi della concezione tolemaica dell'universo, e l'imporsi di quella copernicana. Oggi, che secondo la mentalita' illuminista l'astrologia non e' ridotta ad altro che a ciarpame della storia della stupidita' umana (cfr. [1] , Introduzione), pure sarebbe ingeneroso negarne il ruolo storico positivo avuto almeno nel progresso della matematica.

In definitiva, e' forse proprio a causa di quella mentalita', e per il fatto di essere passato alla storia piu' come un cultore dell'astrologia che della matematica, che invano cercherebbe il nome del Bigazzini chi consultasse le opere di storia della matematica. Questi fu pero', come visto, non soltanto un astrologo, ma invero ingegno multiforme e polivalente, ed uomo di vasti interessi, perfetto rappresentante di quelle figure di dotto del periodo che abbiamo poi chiamato con il nome di Rinascimento. Anche se non lascio' contributi originali paragonabili per importanza a quelli dei grandi algebristi della scuola bolognese o tedesca, la sua figura sembra lo stesso meritevole di essere ricordata tra quelle di coloro che contribuirono in ogni tempo al progresso del cammino dell'umanita'.

 

 

NOTE

 

(1) Il Sozii (cfr. [6] ), riporta il 1480 come anno della nascita, ed il 1564 come quello della morte. Il Pascoli (cfr. [13] , p. 86-88), riporta invece rispettivamente il 1501 ed il 1572. C'e' da aggiungere pero' che il Pascoli fu storico non sempre esatto, come rileva il Vermiglioli ( [17] , p. 213), il quale concorda invece con il Sozii. Si puo' dire a questo proposito pero' che la stessa data del 1572 indicarono prima del Pascoli anche l'Oldoini ( [12] ) ed il Crispolti ( [9] , p. 360), il quale ultimo visse proprio in quei tempi, sicche' appare ingeneroso attribuire almeno in questo caso tutta la colpa al Pascoli, come fa il Vermiglioli! La versione del Sozii appare in ogni caso la piu' verosimile, in quanto maggiormente in accordo con altri dati certi che abbiamo sulla vita del Bigazzini, quali ad esempio la data del matrimonio dei suoi genitori, che e' del 1472, e quella della pubblicazione della sua unica opera a noi pervenuta, il 1522.

 

(2) Sul carattere dello scritto del Sozii si veda la successiva nota (4).

 

(3) Coccorano e' ancora oggi un piccolo centro abitato nei pressi di Valfabbrica, ad una trentina di chilometri da Perugia, ed ivi sono tuttora rintracciabili in aperta campagna i ruderi di una antica villa e di una torre, che sono verosimilmente i resti del "castello" (cfr. [6] , p. 13) del feudo dei Bigazzini.

 

(4) Cosi' almeno riporta il Sozii ( [6] , p. 9), ma non sembra dello stesso parere il Vermiglioli ( [17] ), il quale sostiene il contrario rifacendosi ad una nota contenuta in una cronaca inedita dell'umanista Francesco Maturanzio (1443 - 1518). Questo particolare alimenta una volta di piu' il sospetto che lo scritto del Sozii abbia soprattutto un carattere "celebrativo".

 

(5) Soprattutto in relazione alla sua piu' celebre opera, la "Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalita'" (Venetiis, 1494), la quale raccoglie e rielabora tutto il complesso materiale tramandato dalla matematica antica. L'importanza della Summa nella storia delle matematiche e' tale da far proporre al Frajese (cfr. [20] , Introduzione) la stessa data del 1494 come quella dell'inizio del periodo "moderno" della matematica.

 

(6) E questo sembra un altro dei giudizi esagerati di tale biografo, in quanto, benche' ci sia stato effettivamente tramandato che il Pacioli non avesse di fatto un carattere "facile", pure dei suoi legami affettuosi con i propri allievi sta a far prova la dedica del suo primo trattato di algebra e geometria: "Suis carissimis discipulis egregiis clarisque iuvenibus Perusinis" (cfr. [3] , p. 586).

 

(7) E non, come vorrebbe invece il Pizzoni (cfr. [15] , p. 9), per distinguerlo dall'omonimo pronipote (1575-1658), insigne persona di storico, erudito ed antiquario. Che la corretta interpretazione dell'appellativo de il "Vecchietto" sia quella da noi riportata sembra potersi dedurre dal fatto che tale soprannome ricorre sia nello scritto del Crispolti gia' citato che negli "Elogi di Perugini illustri" di Filippo Alberti (1548-1612), entrambi di poco posteriori al Bigazzini. Di questo stesso avviso sono anche il Pascoli ed il Vermiglioli, dei quali abbiamo gia' avuto modo di dire.

 

(8) Tale stretta connessione e' evidenziata dal fatto che si usava dividere l'astrologia in giudiziaria e naturale, quest'ultima designando per l'appunto lo studio della volta celeste e dei movimenti degli astri, la prima quello delle influenze del "cielo" sulla vita degli esseri umani.

 

(9) Georg Peuerbach (1423-1461), matematico, astronomo ed umanista austriaco, fu autore di vari trattati di algebra e geometria di vasta diffusione. Giovanni Muller (1436-1476), detto Regiomontano dal nome latino Regiomontum della sua citta' d'origine, Konigsberg, fu allievo e continuatore dell'opera del Peurbach.

 

(10) Il Danti (1530-1576) si dedico' a vari settori di attivita', ma e' noto soprattutto per le sue opere scultorie.

 

(11) Luca Gaurico (1476-1558) fu astronomo ed astrologo che godette di particolare credito presso la corte papale. Gerolamo Cardano (1501-1576) fu uno dei piu' celebri rappresentanti della scuola algebrica bolognese, ricordata in particolar modo per i suoi contributi alla risoluzione delle equazioni algebriche del terzo e del quarto grado.

 

(12) Di questa tomba nulla e' ormai piu' visibile, per la progressiva rovina che ha colpito, soprattutto nell'ultimo secolo, quella bellissima chiesa.

 

(13) Di questo personaggio, che fu peraltro "buono e colto letterato del secolo XVI", sostanzialmente nulla ci e' stato tramandato (cfr. [17] ). Della stessa famiglia fu probabilmente Giulio Oradini (1504-1573), giureconsulto di qualche fama, che fu da Pio IV nel 1562 nominato alla sede episcopale di Perugia.

 

(14) Un poema appena scherzoso, "La dechiaratione perche' non e' venuto il diluvio del 1524", di certo Eustachio Celebrino, spiego' poi il mancato evento con la mutevole volonta' di Dio (di questo autore, nato ad Udine alla fine del secolo XV, si sa molto poco; oltre ad opuscoli di vario genere come quello appena citato, di lui ci sono rimaste alcune opere che testimoniano soprattutto la sua perizia come artista-tipografo ).

 

 

ELENCO DELLE PRINCIPALI FONTI ALLE QUALI IL PRESENTE TESTO SI E' ISPIRATO

 

[1] - F. BOLL, C. BEZOLD E W. GUNDEL: Storia dell'astrologia, con una prefazione di E. GARIN, Laterza, 1979

 

[2] - DIZIONARIO BIBLIOGRAFICO DEGLI ITALIANI, voce <Bigazzini Girolamo, il "Vecchietto">, di V.I. COMPARATO, Vol. X, Roma, 1968

 

[3] - G. ERMINI, Storia dell'Universita' di Perugia, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 1971

 

[4] - R. SOZII, Morte di Mr Girolamo Bigazzini, Perugia, Biblioteca Augusta, ms E. 70

 

[5] - R. SOZII, Vita di Mr Girolamo Bigazzini, Perugia, Biblioteca Augusta, ms 1221

 

[6] - R. SOZII, Elogio storico del conte Girolamo Bigazzini, celebre matematico perugino del secolo XVI, Vincenzo Bartelli Editore, Perugia, 1831

 

 

ALTRE REFERENZE BIBLIOGRAFICHE SULLA VITA E LE OPERE DEL BIGAZZINI

 

[7] - F. ALBERTI, Elogi di Perugini Illustri, ms CM-392-393, presso l'Abbazia di S.Pietro in Perugia (p. 64)

 

[8] - G. ALESSI, Elogia civium Perusinorum, Vol. II, Roma, 1652 (p. 162-165)

 

[9] - C. CRISPOLTI, Perugia Augusta, Perugia, 1648 (p. 359-360)

 

[10] - L. JACOBILLI, Bibliotheca Umbriae, Vol. I, Fulginiae, 1658 (p. 133)

 

[11] - O. LANCELLOTTI, Scorta Sagra, Perugia, Biblioteca Augusta, Spogli di Vincenzo Cavallucci, ms 1787 (ff. 466-467)

 

[12] - A. OLDOINI, Athenaeum augustum, Perugia, 1678 (p. 141)

 

[13] - L. PASCOLI, Vite de' pittori, scultori ed architetti perugini, Roma, 1732 (p. 85-88)

 

[14] - P. PELLINI, Della historia di Perugia, Vol. III, Venezia, 1664, (p. 983-984)

 

[15] - P. PIZZONI, Gli umbri nel campo delle scienze, Perugia, 1955

 

[16] - "PROGNOSTICON ANNO SALUTIS 1523 & 1524", di Girolamo Bigazzini e Vincenzo Oradini, Perusiae, Cal. Decembris 1522, in off. Hieronymi de Cartulariis

 

[17] - G.B. VERMIGLIOLI, Biografia degli scrittori perugini, Perugia, 1829 (p. 213-216) ALTRE REFERENZE BIBLIOGRAFICHE DI CARATTERE GENERALE

 

[18] - A.W. ATLAS, The Accademia degli Unisoni. A Music Academy in Renaissance Perugia, Perugia, Biblioteca Augusta, mss G 1(7 (Estratto da "A musical offering: Essays in Honor of Martin Bernstein", New York, Pendragon Press, 1977)

 

[19] - L. BONAZZI, Storia di Perugia dalle origini al 1860, Vol. II, Perugia, Tipografia di Vincenzo Santucci, 1875-1879

 

[20] - A. FRAJESE, La matematica nel mondo antico, Ed. Studium, Roma, 1951

 

[21] - C. MASSARI, Saggio storico-medico sulle pestilenze di Perugia e sul governo sanitario di esse dal secolo XIV sino ai giorni nostri, Perugia, 1938

 

[22] - L. A. MURATORI, Annali d'Italia, dal principio dell'era volgare sino all'anno 1749, tomi 12, Milano (ma Venezia), Pasquali Ed., 1744-1749

 

[23] - L. THORNDIKE, A History of magic and experimental Science, Vol. V, New York, 1959 (Cap. XI).

 

 

RINGRAZIAMENTO: Gli autori desiderano ringraziare vivamente il Direttore Dott. M. Roncetti, e il Personale della Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, per la gentile collaborazione ricevuta durante la preparazione di questa nota.

 

 

Perugia, febbraio 1988 Indirizzo degli autori:

 

Dipartimento di Matematica

Universita' - 06100 Perugia