La distruzione della famiglia,

e il "pensiero" che ne e' alle origini...

 

Avevo messo da parte tempo fa l'allegato commento - proveniente dal solito sito cattolico - su un parere del Sen. Manconi, il quale prende spunto da un recente luttuoso fatto di cronaca per lanciare i consueti strali del "pensiero di sinistra" contro la famiglia. La cosa mi torna in mente oggi che leggo di un figlio che ammazza la madre perche' esasperato da troppe (?!) manifestazioni d'affetto ("Una carezza della madre ha scatenato il raptus omicida", "Il Messaggero" Umbria, 14.7.2001), chissa' cosa aggiungerebbe oggi il Sen. Manconi!

In effetti, nonostante il contributo dell'autorevole pensatore, tutto sembra invece conseguenza dell'incertezza giovanile, del decentramento della famiglia e della scuola, della dissoluzione insomma del tessuto sociale, che e' stata l'unica vera conseguenza del movimento ideale del '68. Questo aveva forse attirato al tempo varie persone in buona fede al grido di maggiore giustizia sociale, emancipazione degli operai, e cosi' via: tutte "fantasie", come i fatti hanno successivamente dimostrato, visto che nulla di tutto cio' si e' verificato, mentre sono rimaste a testimoniare di quegli eventi - i cui frutti godono ancora gli ex "dirigenti", tutti brillantemente "sistemati" in partiti, reti televisive, giornali, etc. - "conquiste sociali" quali aborto, divorzio, "emancipazione" femminile, liberta' sessuale (comprendente diffusione esplicita della pornografia, perfino nelle pubblicazioni per ragazzi quali i fumetti, del tutto cambiati dagli anni '70, e della prostituzione)*. Non si possono al proposito non citare le parole di Maria Caredio (tratte dal suo bel libro "Il Messia e il potere", Ed. Kineret, 1995), secondo le quali si rischia sempre di essere "diminuiti non solo a strumento, ma a strumento inconscio di formazione di una realtà completamente diversa da quella per la quale si è combattuto" - e il "brutto" è che tale trasposizione non sempre avviene in modo naturale, spontaneo, ma manipolato, e anzi pre-visto, da gruppi di "registi", come in questo sito spesso argomentiamo.

A proposito del vuoto esistenziale in cui si muovono i nostri giovani ci e' parso opportuno inserire successivamente anche una commossa lettera di Don Ulisse Frascali, un sacerdote presidente della Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo, ma a proposito di "cultura" di sinistra e delle sue ricadute morali - si potrebbe proprio dire un'"ETICA SINISTRA" - vogliamo chiudere questo dissenso citando un mail da un sito assai poco politically correct, ma non per questo esprimente riflessioni da prendere alla leggera…

From: folgore42@hotmail.com ("Folgore")

Newsgroups: it.politica.destra

Subject: I "DOVERI VERSO IL PROSSIMO" DEI COMUNISTI

Date: 20 Aug 2000 03:58:05 +0200

LA CORRUZIONE COMUNISTA**

Ecco alcuni esempi dei "Doveri verso il prossimo" del comunismo italiano. Ricordiamo l'Arci, ossia l'organizzazione culturale (!!!) controllata dal PCI, salita subito agli onori della cronaca per certe iniziative, quali: i corsi di spogliarello, l'organizzazione delle prostitute, la fondazione del giornale "Le Lucciole", l'ora di lezione di "educazione sessuale", tenuta da prostitute. L'Arci, poi, ha fondato l'ArciGay, un gruppo che organizza gli omosessuali. Ebbene, Nicky Vendola, membro dirigente dell'Arci Gay, entrò a far parte della segreteria nazionale del PCI! Il suo programma elettorale era: "La legalizzazione della pedofilia", e cioè "il diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, e ad avere rapporti (sessuali) con gli adulti". In un convegno organizzato a Firenze dai Centri di Liberazione delle ragazze e dalla Federazione dei Giovani Comunisti della FGCI, sul tema delle "libertà sessuali" si è formato una specie di "fronte unito" delle devianze sessuali; fronte composto dal transessuale Rosaria Bonammo, da Franco Grillini (presidente nazionale dell'Arci Gay) e da Maria Pia Covre del comitato per i diritti delle prostitute. Dopo aver accettato le proposte pedofile del pederasta Nicky Vendola, i futuri dirigenti del PCI hanno allargato il fronte delle proposte. La prostituta Pia Covre, dopo aver difeso la prostituzione come un diritto alla libertà, ha continuato: "Prostituirsi significa autodeterminarsi, gestire il proprio corpo anche per guadagnare denaro. Non ci interessano più gli scambi: il nostro corpo per matrimonio e figli". Alla fine del discorso, la Covre ha chiesto "Corsi di addestramento professionali per chi si prostituisce". "A questo punto del dibattito intervenne Fiorenza Anatrini, della direzione nazionale della FGCI, proponendo una convenzione tra Enti Locali e gli alberghi per consentire ai giovani di "fare sesso", (...) a spese della collettività, questo perché i parchi, i viali e le zone ombrose non sono sufficienti". Neppure la minaccia del virus dell'AIDS è riuscita a porre un freno all'opera di corruzione comunista! Al termine di un lungo dibattito sul come comportarsi di fronte a questo virus, la corrente che difendeva i rapporti sessuali sfrenati ha perso la battaglia. La corrente vincente, in un articolo di Jacopo Fo, pubblicato su Tango, propose: "(...) come si sfogherà la sessualità compressa? (...), ringrazio il morbo per averci dato una via d'uscita: l'amplesso digitale; rapido e sicuro; si può consumare ovunque, anche in tram, (...). Mi immagino una nuova sessualità, piccola ma selvaggia veloce e travolgente. (...). La conquista di una nuova manualità sarà così, forse, la via per un nuovo erotismo libertino, ma diffuso, appassionante, ma moralmente depenalizzato". Questa è la vera anima nera del comunismo! "Mentre si discutevano le norme riguardanti la legge sulla violenza sessuale, (che da sei anni non riesce ad essere varata!), i senatori comunisti si sono fatti portavoce di un emendamento atto a sancire la non punibilità per quei minorenni che hanno rapporti consensuali con gli adolescenti tra i dodici e i quattordici anni". E' la loro voluta dissacrazione dell'innocenza, della purezza della castità! L'Unità del 31 gennaio 1989, annunciava con queste parole la "Festa di capodanno vietata ai minori di 18 anni": "A Bologna, i comunisti ammazzano l '88 apparecchiando per tremila persone una festa economica e irriverente (...); la notte sarà lunga e piccante: menu da arrossire, videoclip proibiti, cultmovies dell'erotismo". Il tutto, cioè, all'insegna dell'oscenità e dell'erotismo! Il tutto tra proiezioni immorali e balli piccanti! Per la prima volta, in Italia, dagli inizi dello scorso novembre, "Le coppie gay ed i conviventi eterosessuali che non intendono contrarre un matrimonio, nel comune di Empoli, hanno il diritto ad essere riconosciuti come "una famiglia", e di beneficiare di tutte le iniziative prese a livello comunale per i nuclei familiari. (...). Il provvedimento è passato con i voti della maggioranza Pds-Verdi (...)"! Sono noti gli sforzi della "Federazione dei Giovani Comunisti italiani" (FGCI) per la depenalizzazione delle droghe. Bastino le affermazioni dell'ultraecologo parlamentare comunista Chicco Testa: "Ho fumato marijuana, fumo e continuo a fumare: io sono per la difesa di questi sani ed elementari diritti privati". L'ecologa comunista Laura Conti, poi, a proposito del seppellimento dei cadaveri, sostiene: "Un'alternativa più proponibile potrebbe essere quella di creare apposite scatolette di cibo per cani e gatti in cui la carne umana sostituisca una percentuale di quella di altri animali". Il massone Aurelio Peccei, ex presidente del famigerato Club di Roma, così scriveva: "Salvo gli insetti, sono rare le specie che si moltiplicano in modo così selvaggio e cieco", "una proliferazione che non si può definire che cancerosa" [Hmm, Quedex, tu non dicevi qualcosa di simile? nd Folgore]. E in un'intervista a La Repubblica del 31 dicembre 1980, Peccei affermava: "Gli uomini continuano a vivere sul pianeta come vermi sulla carogna". E poco dopo: "E questi vecchi che ci sono in più? Dobbiamo rivalutare la morte!". In un'altra intervista del 1974, sugli atti di cannibalismo avvenuti tra i sopravvissuti di un disastro aereo, Peccei ebbe a dire: "Questo è stato un atto di creatività umana"! [...... nd Folgore] Ebbene, quest'uomo era un membro della direzione del PCI; del Partito Comunista, cioè, che già aveva capito il suo futuro ruolo di organizzazione politica fondata sul paganesimo ecologista!

 

Note del curatore del sito:

* Capita che spesso oggi gli ex caporioni si lamentino, con nostalgia, del "fallimento" della loro "lotta", laddove in realta' non c'e' stata alcuna sconfitta di quell'infausto "movimento", perche', come si diceva, l'unico autentico scopo che si proponevano i "burattinai" di allora e' stato raggiunto, e ne abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi le poco desiderabili conseguenze: tali nella vita di tutti i giorni anche per coloro che continuano a difendere dal punto di vista intellettuale siffatti frutti del progresso. Basta leggere quanto si dice nei vari Forum su Internet, anche le persone piu' "progressiste" si lamentano dei loro disastri familiari, dei rapporti con i figli, e cosi' proseguendo, come questo Marco: "Una cosa non sopporto: gli ex sessantottini ... a parte il fatto che sia il movimento femminista, sia il partito comunista, invece che trasformare la donna in femmina, la abbiano di fatto tramutata in maschiaccia, prendendo dagli uomini tutti gli aspetti peggiori (vedi sfrontatezza sessuale etc.)…". Non si tratta di "paranoie" di nostalgici vecchiardi, quelle di cui commentatori poco benevoli ci ritengono afflitti, ma di situazioni che sono del tutto "oggettive": i quotidiani davano qualche tempo fa i risultati di una ricerca della Societa' Psicanalitica Internazionale, "I figli d'Italia mettono sotto accusa le madri … troppo prese dal lavoro e da se stesse" ("La Nazione", 4.6.2001), del resto basta vedere come oggi vanno in giro, a malapena ricoperte da abiti trasparenti che mostrano tutta la biancheria intima, non si puo' non provare un senso di disagio nei loro confronti, e ad alcune non si affiderebbe neanche la cura di un animale...

** L'autore qui, evidentemente di "destra", se la prende con il "comunismo", ed e' facile prevedere l'obiezione: i comunisti non esistono piu', se non negli "zoo", sono morti e sepolti o pentiti/trasformati, ma le cose continuano ad andare avanti in un certo modo (si veda per esempio il sarcastico commento di Thomas W. Case inserito nell'addendum al punto C/3 della pagina Attualita' del presente sito). In effetti la questione e' invece un po' piu' complicata di cosi', qualora si riesca a scorgere un possibile superamento della pretesa "contraddizione" nella possibile funzione di "strumento" del comunismo o dei movimenti "di sinistra" in genere nelle mani di ALTRE "ideologie", che hanno trovato maggiormente conveniente far accettare certe politiche di cambiamento sociale (ed economico) all'Europa se sostenute da persone che parlavano "in nome del popolo" (il procurato fallimento del comunismo nell'ex terra degli Zar sarebbe allora un vero colpo da maestri, al termine di un progetto di dimensioni temporali inusitate nella storia che conosciamo). Una volta di piu', si ripropone l'estrema attualita' della considerazione secondo la quale non sarebbe la prima volta nella storia che interi gruppi di persone vengono "diminuiti non solo a strumento ma a strumento inconscio di formazione di una realta' completamente diversa da quella per la quale hanno combattuto" (vedi in questa stessa rubrica il Dissenso N. 59).

 

(UB, luglio 2001)

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Subject: [politica_cattolici] Sen. Manconi: la famiglia è criminogena

Date: Tue, 17 Apr 2001 00:05:11 +0200

From: David <botti.d@tiscalinet.it>

Il senatore Luigi Manconi, nel suo articolo - Erika e la casa prigione - (Il Resto del Carlino 18 marzo 2001, p. 25), cerca di identificare il nemico che ha spinto Erika all'uccisione della madre e del fratellino. I suoi sospetti si indirizzano soprattutto verso la famiglia intesa come istituzione in grado di determinare gravi patologie nei giovani. Egli scrive testualmente:- (…) non è estremistico affermare che la famiglia può risultare criminogena: può produrre, cioè traumi, patologie, delitti -.

Manconi afferma che una tale verità può essere terribilmente dolorosa,

ma è segno di maturità riconoscerla. Se la famiglia può essere criminogena, le strategie di salvezza devono consistere nel ridurre l'autonomia della famiglia tradizionale a favore di una sua - immersione - nella società.

In realtà, se è vero che l'educazione familiare può essere sbagliata e può anche formare in modo deviato un individuo, è anche vero che le ricerche scientifiche più recenti dimostrano che ogni esperimento alternativo alla famiglia è di per sé nocivo alla formazione della personalità.

Il grande neuro-psichiatra infantile Renè Spitz ha dimostrato che l'assenza della madre, nella prima infanzia, provoca nel bambino una sfiducia originaria verso gli altri, a tal punto che questi individui, cresciuti senza un amore stabile, continuo e personalizzato, divengono adulti pieni di risentimento e di odio.

L'etologo Irenaus Eibl-Eibesfeldt, che dirige in Germania il centro di ricerche per l'etologia umana, ha studiato a lungo alcuni esperimenti di abolizione della famiglia naturale o tradizionale. In particolare ha studiato la vita che si svolge nelle cosiddette famiglie aperte costituite dalle comuni anarchiche, dove i figli sono in comune, dove c'è l'amore libero e dove viene negata ai bambini ogni forma di proprietà. In realtà, questi bambini, al contrario di quanto certe filosofie hanno sempre sostenuto, diventano violenti, egoisti, asociali, senza capacità di amare. Dice Eibl-Eibesfleldt che solo chi ha imparato da piccolo ad amare i genitori e i fratelli può amare più tardi la collettività perché solo lui è capace di vedere dei fratelli negli altri uomini. Amore e fiducia si sviluppano solo passando attraverso una famiglia tradizionale. Ancora, la negazione della proprietà a questi bambini ha determinato, negli individui diventati adulti, mancanza di amore per le cose che usano, di amore per il lavoro che svolgono e quindi mancanza di stimolo all'azione, mancanza d'iniziativa e incapacità di dare vita a processi di progresso culturale e sociale. L'incapacità di avere, di possedere, determina l'incapacità di dare, di donare, di condividere e di aiutare gli altri.

La famiglia può essere criminogena ma ogni esperimento alternativo alla famiglia è criminogeno e oggi, per la mancanza di una vera politica familiare, le famiglie sono sempre più espropriate degli spazi e dei tempi della vita del focolare domestico mentre nella società è dominante un modello culturale permissivo che diffonde la filosofia del piacere per il piacere e del - fai ciò che vuoi -. Pietro Maso, che non era assolutamente malato di mente, uccise i genitori, con l'aiuto di tre amici, per poter acquistare una macchina veloce e di grido. Attraverso i modelli culturali basati sul relativismo e il permissivismo, Pietro Maso è riuscito a costruirsi una visione della vita nella quale un'auto è più importante dei genitori.

L'Arcivescovo di Fermo, Gennaro Franceschetti, nella sua lettera alle famiglie dice che la famiglia deve "- (…) offrire un filtro critico a tutti i messaggi che la bombardano e giungono al suo interno (…).

(Gennaro Franceschetti, lettera alle famiglie, a tutte le famiglie dell'amata diocesi di Fermo, Quaresima- Pasqua 2001, p. 19 ).

Questi messaggi antitetici al messaggio cristiano "- (…) entrano in casa senza bussare alla porta e plasmano, giorno dopo giorno, la nostra mentalità, i nostri criteri di giudizio, le nostre abitudini di vita! - Una diffusa cultura dell'effimero vorrebbe far credere che per essere felici sia necessario rimuovere la croce. Viene presentato come ideale un successo facile, una carriera rapida, una sessualità disgiunta dal senso di responsabilità e, finalmente, un'esistenza centrata sulla propria affermazione, spesso senza rispetto per gli altri- ( Giovanni Paolo II, per la XVI giornata della gioventù)"- ( Gennaro Fraceschetti, ivi, p.19 ).

Le famiglie non devono perdere la loro autonomia per immergersi nella società ma, al contrario, devono ridiventare famiglie, riconquistando la loro autonomia e la loro identità nei confronti delle altre realtà sociali. Infatti il dramma che si sta consumando nel mondo contemporaneo consiste proprio nel fatto che le famiglie sono sempre più espropriate degli spazi e dei tempi della vita domestica, al punto da non poter più essere considerate famiglie. Questa situazione è talmente grave e diffusa da rendere estremamente difficile, per la sociologia attuale, definire in che cosa consista l'unità di base della società. La famiglia poteva essere definita tale quando una coppia condivideva una certa unione, un certo focolare, una certa divisione dei compiti e quindi una certa gerarchia. Tutti questi elementi costitutivi della realtà familiare sono andati progressivamente disgregandosi nel mondo e la famiglia sta sempre più diventando una categoria - zombie, sostituita da costellazioni di relazioni diverse.

Scrive l'Arcivescovo di Fermo, Gennaro Franceschetti, che, al posto della famiglia, troviamo ormai "- (…) una vera e propria babele dei sentimenti e delle relazioni "- (Gennaro Franceschetti, op. cit. pp 6- 7 ).

"- Divorzi, unioni di fatto, relazioni omosessuali, tecniche di fecondazione artificiale rappresentano solo alcuni esempi patetici e drammatici nello stesso tempo, di come si cerchi invano di inventare una - brutta copia - della famiglia cristiana, abbandonando la logica impegnativa dell'amore e affidandosi all'immaturità e all'egoismo. (…) Pretendere che le esperienze più diverse vengano messe tutte sullo stesso piano equivale ad avversare - i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio - ( Gennaro Franceschetti, ivi, pp. 20- 21 ).

Uno dei maggiori sociologi viventi, Ulrich Beck, nel tentativo di definire ciò che si può intendere, oggi, per unità di base del sociale, fa propria la definizione data dal sociologo Claude Kaufmann:

- la coppia nasce quando due persone comprano una lavatrice insieme -.

Questa definizione non è una battuta di spirito ma la descrizione sintetica di una tragica realtà di auto demolizione sociale di cui la crescita esponenziale della criminalità minorile è una delle prime conseguenze.

Bruto Maria Bruti

(C) Vita Picena, diocesi di Ascoli Piceno

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[Da: Subject: Il Caffè del Piccolo Profeta. Giugno 2001.

Date: Tue, 12 Jun 2001 14:37:15 +0200

From: "Marcello" <mapipro@tin.it>

Cari amici del Caffè,

ho ricevuto una lettera da Don Ulisse, un sacerdote che si occupa del recupero di tossicodipendenti e di ragazzi emarginati. Vi allego la sua lettera e la mia risposta. Pace in Cristo a tutti voi. Marcello.]

E' dal 1967 che ho rapporti con tossicodipendenti e lavoro per il loro recupero. E' triste dovere riscontrare che a 34 anni di distanza la situazione generale è degenerata in maniera impressionante, non solo rapportandosi al numero dei tossicodipendenti ma particolarmente rapportandosi al numero di chi ne fa un uso saltuario, il più delle volte nel fine settimana.

Si sono fatte analisi, studi ricerche sulla causa che porta il giovane o la persona (non sono solo giovani quelli che ne fanno uso) a fare uso di sostanze stupefacenti. L'opinione molto diffusa è che l'individuo cerchi la droga per un capriccio, come il bambino cerca la caramella o la cioccolata.

Le cause che portano l'individuo a drogarsi hanno delle radici molto più profonde e più gravi: l'uomo non prova più la gioia di vivere, non ha più l'interesse per la vita, perché i veri valori umani non vengono più promossi e messi al centro dell'attenzione per la promozione di una vera convivenza sociale. Cosa pensare quando si sente inneggiare che l'unico reale valore per l'uomo è fare quattrini?

Non parliamo poi dell'affettività umana. Analizziamo certe forme istituzionali del lavoro (i turni presso le aziende) molto spesso portano i membri della coppia a vivere lontani per lungo tempo o per un attimo al giorno senza la possibilità di potere avere una vita insieme se non raramente, favorendo per motivi di lavoro, la convivenza con altre persone che non sono parte della coppia. Se poi si analizza la presentazione di certi spettacoli dove si inneggia a forme di vita che non hanno niente di umano e di antropologicamente valido (una signora che si vanta in una trasmissione a livello nazionale che gli interessa il piacere del letto senza preoccuparsi se è a letto con un uomo o con una donna) è sconvolgente e psicologicamente devastante per un giovane che sta preparandosi a dare un senso alla sua vita. E che dire quando leggiamo sui giornali e sentiamo in televisione che un sacerdote, sostenuto addirittura da un vescovo, difende e promuove associazioni di gay.

Non intendo in questa maniera criminalizzare una persona che come esistono nel mondo vegetale ed animale realtà ermafrodite non è detto che sia da escludere che possa esistere anche un uomo ermafrodite. Però c'è grossa differenza dal prendere atto di una realtà, di rispettarla e tra il pubblicizzarla favorendo e magari dare una medaglia a chi si trova coinvolto in certe situazioni per capricci o piaceri personali.

Ecco dove stanno le radici e le cause per le quali l'individuo ricorre alla droga: non riesce più a sopportare l'annientamento del suo essere antropologico. Così nasce la sofferenza, nasce il malessere interiore che ti spinge a prendere l'anestetico che ti annulla il dolore interiore come lo saridon che annulla il mal di denti. Riflettano seriamente i politici, su questa realtà che sta devastando in maniera impressionante la convivenza sociale. Non è un problema di destra o di sinistra, se così fosse sarebbe solo un problema di potere che darebbe origine solo a conflitti e lotte. E' il servizio al cittadino di cui l'uomo oggi ha bisogno, per scoprire e per scegliere con sicurezza la strada del suo vivere umano.

(don Ulisse Frascali)

Ravenna 04/06/2001

Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo

Il presidente (don Ulisse Frascali)

via 56 Martiri 79 - 48100 RAVENNA

tel. 0544/61083 fax: 0544/61379

Indirizzo web della Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo:

http://www.romagna.com/vdf/