A proposito di "mucca pazza"...

 

Mi sembra di fare al solito cosa utile rendendo edotti i lettori di questo sito di alcune interessanti notizie pervenutemi via rete.

1 - Subject: Catena di SanLibero 59

Date: Wed, 31 Jan 2001 16:18:27 +0100

From: ricc@libero.it

Rudolf Steiner, nel lontano 1923 ("Salute e malattia", segnalato da F. Castracane), wrote:

<Cosa accadrebbe se, invece di vegetali, la mucca cominciasse a mangiare carne? Si riempirebbe, in particolare, di acido urico e di urato. Il fatto e' che l'urato ha un abitudine molto particolare, ovvero quella di avere un debole per il sistema nervoso e il cervello. Se una mucca mangiasse direttamente della carne, ne risulterebe una secrezione di urato in grande quantita'. L'urato andrebbe al cervello e la mucca diventerebbe pazza>

2 - Subject: [politica_cattolici] Cammilleri: sulla mucca pazza

Date: Tue, 23 Jan 2001 17:22:27 +0100

(added by postmaster@mail.tiscalinet.it)

From: "David Botti" <botti.d@tiscalinet.it>

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L'EUROPA E IL NUOVO MILLENNIO

Le polemiche sull'inizio effettivo del Terzo Millennio (se nel 2000 o nel 2001) hanno ormai perso ogni ragion d'essere, visto che nella Nuova Era ci siamo entrati. In braghe di tela.

E il Nuovo Ordine Europeo ci ha regalato due vecchi problemi nonché uno inedito: l'islam, la mucca pazza e il cancro "impoverito". Cos'è questa storia dell'encefalopatia spongiforme spuntata nell'ormai lontano 1988 in Gran Bretagna? E come mai ce la ritroviamo tra i piedi come malanno per alcuni, rovina economica per molti, paura boja per tutti? Sono gli allevatori, gli untori? In Francia sta succedendo qualcosa di strano: colpita e affondata la sua industria delle carni, la magistratura d'oltralpe si è messa febbrilmente all'opera. Lodevole magistratura, visto che, a differenza della nostra (come ben fa notare Maurizio Blondet su Avvenire), parla poco e agisce molto. Sono mesi che indaga su un curioso fenomeno: quasi tutti gli allevatori incriminati per uso di farine d'origine animale (vietate in Francia dal 1989) hanno dimostrato che loro hanno comprato roba vegetale. Così c'è scritto sui loro documenti d'acquisto. Allora?

E allora i giudici francesi si sono ritrovati in un autentico ginepraio. Quasi impossibile risalire all'origine dell'inghippo; tanto per dirne una, ci si deve districare tra le circa trentamila formule di composizione chimica dichiarate, tutte diverse e ciascuna venduta con nomi differenti. Alcuni dei certificati d'importazione non recano l'indicazione del luogo d'origine, in altri c'è scritto "farina da pollame, penne e uova" ma le analisi hanno dimostrato il contrario. Ora, si potrebbe anche disquisire sulle "farinate" da scarti di pollo, piume e uova, che sempre d'origine animale sono. Ma non sottilizziamo, visto che -purtroppo- tale roba è consentita dalla legge. Però ci si potrebbe legittimamente chiedere dove sono finiti i controlli. In questo caso ci si risponde tranquillamente: tutta questa sbobba viene semplicemente importata dall'estero, purché "europeo".

Infatti, il Trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993, ha abolito il controllo delle merci alle frontiere; basta una semplice autocertificazione dei contraenti, detta pudicamente "dichiarazione di scambio". Ora, sembra che la Francia abbia importato dal Belgio una quantità di mangimi sospetti molto superiore a quel che risulta all'export belga.

E il Belgio cosa c'entra? Pare che molta di questa merce, proveniente dall'Inghilterra, abbia "transitato" nei porti belgi e olandesi. Diretta dove? Nel Terzo Mondo. Fateci capire: l'Inghilterra, dopo la prima mucca pazza, aveva deciso di vendere (a metà prezzo, dicono), i suoi mangimi ai poveracci dei Paesi cosiddetti Emergenti?

Non solo.

C'è da sospettare che questi mangimi, attraverso mille rigiri, siano invece rientrati nel mercato europeo? Cose 'e (vacche) pazze!

Sospetti, illazioni, dicerie.

Forse. Ma ricordano stranamente e sinistramente quei proiettili all'uranio che, guarda un po', sono stati sparecchiati in maggior copia proprio nel settore italiano della Nato nei Balcani. Qualcuno ha voluto disfarsi di scorie radioattive che non sapeva dove mettere? Not in my backyard, meglio darli allo "straniero", siano farine cannibali o colpi "impoveriti" di mortaio.

Non so se quanto leggo qua e là sui giornali sia vero o meno, lo accerteranno le inchieste. So solo che l'Europa "unita" sempre più mi ricorda un gioco in voga tra i bricconcelli siciliani: si chiama futticumpagnu.

La traduzione non serve.

Rino Cammilleri

(c) Il Giornale

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3 - Da un amico:

"L'altra sera ero a cena da un luminare, un clinico, che mi ha esposto un'ipotesi interessante sul morbo della <<mucca pazza>>: la storia del prione sarebbe un modo per nascondere la realtà, in effetti è l'uomo ad avere infettato gli animali e ciò avrebbe avuto luogo svariati anni fa, quando, per combattere il nanismo acondroplasico, fu trovato risolutivo agire sui bambini, che ne mostravano i sintomi, con terapie basate sull'ormone della crescita estratto da cadaveri (umani). I risultati, dapprima ottimi, si mutarono in incubo quando, tra tantissimi giovani pazienti, si manifestò il morbo di Kreuzfeld-Jacob. La relazione era evidente e fu giocoforza interrompere tutto. Ebbene dove pensi che le aziende farmaceutiche abbiano dirottato le grandi quantità di prodotto ormai stoccato ed inutilizzabile? Avvenne così che, con l'ormone della crescita, le povere mucche crebbero molto più rapidamente ... non so cosa pensare però l'ipotesi mi sembra coerente ed anch'io mi sono ricordato che, a suo tempo, avevo letto queste notizie ma non certo il seguito sugli scarti di magazzino".

4 - Dallo stesso amico:

"Cambio, del tutto argomento: "la mucca pazza". Le opinioni sul tema, si rincorrono con lo stesso periclitante giudizio attribuito ai poveri bovini. A me, dopo tante sparate ma nessun dato epidemiologico serio, è venuto questo pensiero. Possibile che i due casi italiani siano così temibili quando quelli accertati in Inghilterra sono 128000 (dico centoventottomila); cosa dovrebbe avvenire in quel paese? Milioni di vittime, indubbiamente! Io ho l'impressione che le due forme della patologia - quella umana e quella animale - ci siano sempre state. Poi, per qualche ragione (aumento dei casi umani o altro), è venuto il dubbio di una relazione tra loro. Non è, infatti, così sicuro che siano due aspetti nettamente separabili o, almeno, si capisce, che il dubbio c'è. Una decina di anni fa è dunque sorto il problema ma, com'è stato dimostrato, s'è preferito, da parte delle massime autorità sanitarie europee, abbuiarlo onde evitare danni economici difficilmente controllabili. Nel frattempo, qualcuno ha affrontato la difficile questione, finché - preparate le contromisure - s'è deciso di farla venire alla luce e di farne un caso drammatizzandolo adeguatamente. Il momento non è stato scelto a caso: gli alimenti geneticamente modificati erano pronti e - può sembrare contraddittorio - i movimenti ecologisti e salutisti influenti. L'operazione non è semplice: non è, in effetti, detto che tutti siano stati subito d'accordo e, da certi aggiustamenti, sembra che, un po' faticosamente, stia arrivando in questi giorni ad un accordo - è recentissimo l'intervento della FAO - si tratta di modificare le abitudini alimentari di interi popoli (quelli ricchi, quelli accessibili a certe tematiche) e questo ha un duplice scopo. Le centrali finanziarie sono ormai pronte ad investire nel nuovo business del mangiare sano e, in questi dieci anni, anche le multinazionali alimentari hanno tutto predisposto. Questo è il primo obiettivo ovvero quello economico: pensa che vantaggio per chi, da tempo, sapeva ed ha potuto prepararsi. Il secondo obiettivo è la salute: non è altruismo ma potere; un popolo sano è, indubbiamente, un vantaggio per chi voglia rimanere leader mondiale. Veronesi ha già propagandato il suo essere vegetariano ed ha fatto sapere, con esempi specifici, che i cibi geneticamente modificati potranno diventare non solo la base di una nuova agricoltura m'anche validissimi e "naturali" presidi terapeutici. Ha ragione? Penso possa averla. Il "vecchio" modo di mangiare, di bere e di fumare non era certo "sano" come, con eccessiva ingenuità, alcuni s'immaginano: ricordati le gotte e i mille flagelli dell'antica mancanza d'igiene. In Russia, dove ci sono ben poche raffinatezze e si beve e si fuma a volontà, la vita media di un uomo è di 58 anni. Se l'agricoltura diventa una delle nuove frontiere economiche, chi fermerà più l'incredibile mixing di "naturalità" (pensa all'attuale stupefacente moltiplicarsi delle erboristerie con tutti i prodotti cosiddetti naturali che vendono) e di straordinarie possibilità offerte dall'ingegneria genetica? Ci saranno pericoli in tutto questo? Credo di sì ma il suo contrario è già stato sperimentato. I "verdi" saranno, almeno in parte, acquietati dal poter partecipare alla festa: grandi spazi recuperati all'allevamento brado (servirà meno carne) e culture ecologiche… i prodotti modificati s'imporranno da sé ….è questione di tempo e di un pressing pubblicitario adeguato.

È un'ipotesi? Sì è un'ipotesi ma, a fronte della mancanza di una casistica sufficientemente allarmante, spiegherebbe i tanti silenzi, le troppe contraddizioni ed i frequenti cambiamenti di valutazione".

 

Soltanto un commento a proposito del punto 3. Vera o non vera che sia la storia che mi viene raccontata (la fonte e' pero' assolutamente attendibile), e' ovvio che si tratta di una "possibilita'" che va indagata in maniera accurata, prima di eventualmente respingerla: non basta "stracciarsi le vesti", e respingerla a priori atteggiandosi ad immagine della "dignita' offesa". Il vero problema e': come mai non se ne sente parlare quasi da nessuna parte, anche solo per fugare certi gravissimi sospetti, che evidentemente circolano anche in ambienti "colti"? Temo che la domanda sia retorica, e la risposta purtroppo ovvia, a dimostrazione (ulteriore) che l'informazione e' completamente "asservita", e che nessun giornalista appare oggi in grado di condurre delle ricerche approfondite ed indipendenti su nessun argomento. Possono agire solo da "cassa di risonanza" per il parere degli "esperti" ufficialmente ammessi (ovvero, dei moderni "apprendisti stregoni"), pena la perdita del "posto" (tra poco sara' cosi' anche dei "professori", che si sono gia' da soli largamente incamminati sulla stessa strada)...

 

(UB. febbraio 2001)