L'Universita', e i Soloni riformisti...

 

Della "riforma" universitaria, delle concezioni, e delle presumibili finalita', che l'hanno ispirata, ho gia' detto numerose volte in questo sito (vedi punti A/x nella pagina Attualita'). Ricevo in questi giorni da due colleghi le seguenti notizie, che mi ispirano alcune ulteriori riflessioni.

"Subject: richiesta di aiuto

Date: Mon, 9 Oct 2000 10:54:55 -0700

I Soloni della "nuova didattica" che operano nell'ambito della Facolta' di ingegneria, Collegio dei presidi e simili, si sono riuniti presso il Santa Tecla Palace Hotel di Acireale (perche' loro certo non possono rinunciare ad un minimo di confort, specie se chi paga e' Pantalone) e hanno messo a punto alcune pregevoli iniziative. Il periodo che segue e' tratto dal documento che hanno inviato a tutti noi perche' ce lo studiassimo:

"A valle del Convegno, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario ha finanziato il Progetto di ricerca 'Sperimentazione di un modello di valutazione dei corsi di studio in ingegneria ai fini dell'accreditamento', allo scopo di mettere a punto un modello per l'autovalutazione e la valutazione dei corsi di studio di ingegneria sperimentato, validato e condiviso."

Nonostante l'impegno e la buona volonta' io non ci ho capito niente, temo perche' ogni giorno perdo troppi neuroni. Ti prego quindi di aiutarmi e, se riesci a venirne a capo, di farmelo sapere."

 

"Subject: Riunione a Pisa

Date: Mon, 9 Oct 2000 09:14:47 +0100

Sabato 14 p.v. , con inizio alle ore 10.00, si svolgera' a Pisa, presso l'Hotel Duomo, un incontro di professori di diverse discipline, intenzionati a elaborare un documento di protesta contro la riforma universitaria decisa da un ristretto numero di colleghi, compromessi con il Governo, e avviata senza un reale dibattito all'interno del mondo universitario."

Prima di tutto, e' d'uopo tornare sulla distinzione preliminare (vedi le parole di introduzione alla presente "rubrica") tra reazione e conservazione, sottolineando che se in effetti la "vecchia" universita' gia' non era una gran bella cosa da conservare (il che darebbe ragione alle pretese dei "riformisti"), vale pur sempre il principio che chiamero' di Diodati, in ossequio al nome del collega che me lo ha fatto presente qualche tempo fa:

CI SONO SEMPRE DIVERSI MODI PER PEGGIORARE UNA SITUAZIONE, E QUALCHE VOLTA NEPPURE UNO PER MIGLIORARLA.

Un'universita' riverniciata ha intrapreso il suo nuovo cammino tra grida di entusiasmo, che occultano il frequente sovradimensionamento del corpo docente e delle sedi universitarie, la proliferazione inutile dei corsi (sono cosi' numerosi che si e' costretti talora ad introdurre negli orari delle lezioni anche le cosiddette "ore esotiche", tipo 13-15, che poi di fatto si riducono qualche volta all'oretta 13.10/14.10, e il titolare del corso va solo a mangiare un po' piu' tardi), la loro estrema superficialita' e frettolosita', e in molti casi soprattutto la loro inconsistenza dal punto di vista contenutistico.

Mi informa la figlia di un amico che e' stato gia' svolto in un solo mese mezzo programma di una certa materia, di quelle che un tempo erano "fondamentali", con lezioni intensive che non hanno lasciato nessun tempo agli studenti per l'assimilazione. Tra un mese il corso finisce, e ci saranno subito gli esami, che osserveranno naturalmente il principio secondo il quale troppi bocciati sono un parametro negativo a carico dell'insegnante (vedi punto A/9 della pagina Attualita'), che si guardera' quindi bene dall'essere troppo scrupoloso nella verifica dell'apprendimento*. Poi il docente sara' sostanzialmente "libero" di fare quello che gli pare per il resto dell'anno (ed ecco forse spiegato perche' molti professori sono favorevoli a certi aspetti della "riforma"). E almeno questo tempo servisse a produrre maggiore cultura e ricerca; peccato invece che queste vengano generalmente intese solo ai fini di progresso della carriera personale, e quindi non siano spesso "autentiche", e di conseguenza "utili", per la societa' nel suo complesso. Alcuni "professori" riescono a trovare addirittura il modo di svolgere nel corso dello stesso anno la loro funzione in due sedi diverse, per esempio all'estero.

Per quanto riguarda lo "spessore" conoscitivo di alcuni corsi ("todos caballeros" e' stata la parola d'ordine dei riformisti "democratici": oggi anche un ricercatore alle prime armi e' "titolare" di qualche corso, e le assemblee dei corsi di studio si sono trasformate in organismi pletorici, tanto piu' affollati quanto piu' di dubbia autorevolezza, dove e' difficile avere l'impressione di essere "inter pares"), ricevo la seguente notizia, assolutamente incredibile ma del tutto autentica (sorvolo su alcuni particolari identificativi per carita' di patria).

Durante una lezione di una certa materia, molto frequentata dagli studenti attratti dai miraggi di belle parole quali informazione, giornalismo, comunicazione, etc. (tutte nuove proposte, che hanno l'intenzione di avviare rapidamente a un futuro "lavoro", senza tenere conto della crisi del settore che e' gia' presente oggi), la giovane insegnante sostiene con tutta serieta' che "L'Occidente e l'Oriente hanno elaborato diverse concezioni del mondo, e coltivato differenti facolta' dell'essere umano. Cosi' in Oriente una gran parte di persone usa per comunicare la telepatia, mentre in Occidente abbiamo dovuto sviluppare Internet".

Che il Signore assista i nostri figli...

 

* Certe situazioni non sono neppure di oggi, visto che sono sempre esistiti i "precursori". Ricordo che quando ero assistente a Roma, primi anni 70, c'era gia' qualche esperimento di corsi semestrali, e se mi capitava di proporre la bocciatura di qualcuno, mi si rispondeva: "Ma sei matto, e cosi' ci ritroviamo questo studente tra i piedi durante tutto il secondo semestre, mentre e' molto meglio essere liberi. Vedrai che qualcosa la sa". Un altro docente, quando veniva lui a verificare i miei giudizi negativi, chiedeva di solito quanto fa pari piu' pari, pari piu' dispari, e dispari piu' dispari, aiutando un poco caso mai le risposte non arrivassero rapide (che se poi non arrivavano era sempre disponibile la scusa dell'emozione). Della serie: "un diciotto non si nega a nessuno", e "a nemico che fugge ponti d'oro".

 

(UB, ottobre 2000)