Dubbie forme di "protezione delle specie": il caso del vaiolo

(con una riflessione sulle bombe all'uranio "impoverito")

 

Non immaginavo che tra le specie protette e in via di estinzione si includesse anche il virus del vaiolo, che con amorevole ecologica cura i militari dell'Occidente tecnologicamente avanzato si preoccupano di non far scomparire del tutto. Leggo infatti ("Il Messaggero", 22.9.2000):

"Il vaiolo? Puo' essere un'arma - Gli USA ricomprano i vaccini

New York - Il vaiolo e' scomparso come malattia, ma puo' rientrare dalla finestra come arma terroristica [Le solite scuse..., nota di UB]. Per questo il governo USA ha ordinato a una azienda farmaceutica inglese una riserva di vaccino per uso militare e civile. Colpevole di centinaia di milioni di decessi nei primi anni del '900, il vaiolo e' stato dichiarato sconfitto ufficialmente nel 1977 quando anche gli ultimi focolai in Somalia sono stati spenti. Ormai gli unici esemplari del virus rimangono conservati nei laboratori federali statunitensi e russi. Ma se gli americani si sentono tranquilli sull'impermeabilita' dei propri laboratori [Loro si', noi no..., nota di UB], lo sono meno su quelli russi, e temono che il virus possa essere trafugato e venduto a qualche gruppo terroristico. E' da venti anni che non si produce piu' vaccino antivaiolo, e quindi la casa farmaceutica inglese dovra' sottoporre il prodotto ai test dell'Ente Federale USA che controlla la qualita' dei farmaci: "Ma pur con tutti i controlli - spiega il direttore della societa' - l'unica situazione in cui se ne potra' verificare l'efficacia si avrebbe nel caso che qualche idiota rilasciasse il virus fra gli uomini" [E chissa' che non si senta attratto dall'idea di verificare in pratica la bonta' del suo prodotto, cosi' come in qualche caso i militari di provare sul serio l'efficacia delle loro bombe, gli "idioti" non sono purtroppo merce rara, e non esiste una chiara denominazione d'origine controllata che permetta di individuarli, o, cio' che e' lo stesso, di escludere che qualcuno possa esserlo..., nota di UB]".

 

Come dire che, se l'umanita' dovesse andare in futuro incontro a questo nuovo guaio, sapra' almeno chi ringraziare, gli apprendisti stregoni che giocano con il fuoco nei loro avveniristici laboratori...

 

(UB, ottobre 2000)

 

Addendum - Il precedente "Dissenso" era stato gia' scritto da tempo, ma non inserito in rete, e quando mi decido a farlo capita che una questione d'attualita' suggerisca un ulteriore analogo commento sul problema dei prodotti della ricerca scientifica gestiti da mani non totalmente affidabili. Si tratta oggi dei ben previsti "effetti collaterali" (quelli "primari" sono invece ben evidenti!) delle famose bombe NATO all'uranio impoverito, e alla solita ipocrita agitazione dei nostri media di fronte all'eventualita' che esse abbiano potuto danneggiare gli stessi militari italiani schierati con la parte responsabile del loro utilizzo. Cosa poi potra' succedere alle popolazioni civili serbe prime destinatarie del poco gradito omaggio della tecnologia avanzata USA non sembra importare troppo a giornalisti e politici, tutti intenti a fornire rassicurazioni alla "buona coscienza" della popolazione sgomenta che il danno verso i "nostri" soldati e' minimo (bombardare gli altri va bene, tanto sono "cattivi" e una lezione se la meritano, ma rimetterci "noi", questo no!), e a far finta di non sapere, di non essere stati anticipatamente messi al corrente dei potenziali "rischi", quando ogni evidenza mostra invece ovviamente il contrario*...

 

* Accresce l'evidenza dell'ipocrisia ufficiale la notizia che l'uranio impoverito era gia' stato impiegato, con note devastanti conseguenze, sul territorio dell'Iraq. Si consiglia ai lettori lo sconvolgente libro di Padre Jean-Marie Benjamin, "Iraq: l'apocalisse", Ed. Andromeda, Bologna, 1999, in cui si accusano esplicitamente certi personaggi di "crimini contro l'umanita'". Da esso estraiamo la seguente epigrafe:

"Il rafforzamento dei centri di potere deve necessariamente diventare il fine essenziale della politica interna ed estera degli Stati Uniti. Tutto il resto e' di secondaria importanza [...] La potenza significa sopravvivenza, possibilita' di imporre la propria volonta' agli altri e dominare coloro che sono impotenti. Essa significa anche possibilita' di strappare privilegi a coloro che sono meno potenti di noi" (Nicholas Speakman, teorico strategico americano, dal suo libro "La strategia americana in politica internazionale").

 

(Considerazioni aggiunte nel gennaio 2001)