SMARRITI IN UN LABIRINTO DI SPECCHI
Lo strano caso di E. Bertolini

di Maurizio Sartor

Uno degli pseudonimi più famosi e più utilizzati da Emilio Salgari fu "E. Bertolini".
Con questo pseudonimo firmò addirittura 3 romanzi:

- Avventure Straordinarie d'un Marinaio in Africa (1899)
- Le Caverne dei Diamanti (1899)
- I Naviganti della Meloria (1902)

Oltre ai romanzi Emilio Salgari utilizzò questo pseudonimo anche per firmare 6 racconti ed articoli pubblicati all'interno dell'affascinante rivista "Per Terra e per Mare – Giornale di avventure e di viaggi diretto dal Capitano Cavaliere Emilio Salgari":

- La Pesca dei Tonni (n.11, 1904)
- In Mezzo all'Atlantico (n.16, 1904)
- Gli Orrori della Fame nell'India (n.26, 1904)
- Nella Pampa (n.27-28, 1904)
- I Giardini dei Mari (n.2, 1905)
- Il Castello degli Spiriti (n.25, 1905)

Da precisare che nel caso dell'articolo "I Giardini dei Mari" come firma appaiono soltanto le iniziali "E.B." com'era consuetudine firmare articoli brevi o scritti minori.
È possibile però ricondurre queste iniziali allo pseudonimo "E. Bertolini" e quindi ad Emilio Salgari perché l'omonimo testo fu precedentemente pubblicato nel 1895 a firma Emilio Salgari nella rivista "Biblioteca per l'Infanzia e l'Adolescenza – Letture educative e illustrate dedicate alle scuole e alle famiglie" dell'editore Speirani di cui Salgari era un collaboratore.

Nel 2001 il grande Claudio Gallo, in assoluto uno dei più importanti ed autorevoli ricercatori e studiosi di Emilio Salgari e dei suoi capolavori, diede notizia alla stampa di aver scoperto ed identificato un nuovo racconto ancora sconosciuto di Emilio Salgari intitolato "Il Mio Terribile Segreto" firmato con lo pseudonimo "Enrico Bertolini".

Il racconto è piuttosto insolito in quanto:
- è l'unico caso in cui lo pseudonimo Bertolini è firmato con il nome completo "Enrico".
- è il primo caso in cui un racconto firmato con lo pseudonimo "Bertolini" viene pubblicato da una casa editrice diversa da Donath.
- mai prima d'ora Salgari aveva trattato il tema della bilocazione e del teletrasporto.

Da parte mia, dopo aver scoperto l'esatta ubicazione del racconto irreperibile di Emilio Salgari "Lo stagno dei caimani", pubblicato all'interno del volume "Letture Moderne" e non in un numero della rivista "Psiche" come riportato in tutte le bibliografie salgariane finora pubblicate, e dopo aver scoperto una delle illustrazioni del racconto perduto che è servita ed è risultata decisiva per il ritrovamento del racconto "Lo stagno dei caimani" (vedi in proposito www.cartesio-episteme.net/stagno-caimani.htm), ho giurato a me stesso che avrei rovesciato il mondo pur di riuscire a trovare e scoprire un nuovo racconto ancora sconosciuto di Emilio Salgari.

Così, dopo intense ed appassionate ricerche, sono riuscito a scoprire un racconto molto interessante…

Il titolo del racconto scoperto è :
"Lo Specchio"

E' firmato con il famoso pseudonimo :
"E. Bertolini"

E' composto di 12 pagine di cui 1 è un'illustrazione ed è suddiviso in 8 brevi capitoli.

Non si trova all'interno di un periodico
ma è una monografia.

E' la storia d'amore tra Edmondo signor di Moltalto (anche se non ho idea a quale Montalto ci si riferisca nel racconto, se a Montalto Ligure, a Montalto di Dora in provincia di Torino, od altro) ed una giovane cieca.

E' stato pubblicato da:
Carlo Aliprandi Editore di Milano

E' senza data.

Nel volume non viene indicato se è una 1° edizione od una ristampa.

Non si sa se il racconto pubblicato in volumetto sia un caso unico, a sé stante, o se faccia parte di una più vasta collana di racconti firmati "E. Bertolini".
Oppure se possa essere stato precedentemente pubblicato in uno dei tanti periodici, riviste, giornali, antologie dell'editore Aliprandi (o di un altro editore).
Le mie richieste d'informazioni a varie Biblioteche d'Italia non sono state accolte in quanto il lavoro di ricerca, esamina e documentazione da me richiesto è troppo vasto e richiederebbe l'impiego di personale per un periodo di tempo troppo prolungato.

Il volume non è rintracciabile in nessuna biblioteca d'Italia tranne una copia nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Viene assegnata una data, Luglio 1913, ma dopo la mia richiesta di foto-riproduzione e scansione del volume ho constatato che non è riportata nessuna data e che quella indicata dalla Biblioteca è riferita ad un timbro che non è indicativo della data di pubblicazione ma forse piuttosto della data di deposito alla Prefettura o Procura del posto.

La trama del racconto è molto autobiografica.
La giovane che ha perso la vista può essere paragonata alla moglie di Salgari che ha perso la ragione. Il buio e la nebbia degli occhi come
similitudine del buio e della nebbia della mente.
La famiglia della giovane caduta in rovina e risollevata dal matrimonio con Edmondo può essere vista come la famiglia Peruzzi, suoceri e cognati, che spesso Salgari aiutava economicamente.
Nel racconto si dice "Qualche volta andiamo a teatro" proprio come faceva Salgari dove ha addirittura conosciuto la moglie.
Edmondo signor di Montalto (con un titolo nobiliare simile a quello dei più grandi eroi salgariani) assomiglia molto, anche nell'illustrazione, ad Emilio Salgari.
Il matrimonio e la nascita di una figlia, come nel caso di Salgari con la nascita della figlia primogenita Fatima.
Il grande amore di Edmondo per la giovane cieca nonostante l'invalidità di lei proprio come il grande amore di Emilio Salgari, durato fino
all'ultimo giorno della sua vita, per la moglie nonostante la malattia di lei e le mille difficoltà.
La speranza di guarigione di Edmondo della giovane moglie come la speranza di guarigione nutrita da Emilio per la moglie.
La guarigione della giovane cieca grazie alle cure di Edmondo è forse quello che Emilio avrebbe sperato si avverasse per sé e per sua moglie, forse avrebbe desiderato essere lui l'artefice della guarigione della moglie, magari semplicemente con delle adulazioni, con dei complimenti, con delle attenzioni, su esempio del "signor specchio" protagonista del racconto.

Questo racconto è forse "lo specchio" della vita sentimentale di Emilio Salgari.
O forse è solo "lo specchio" di come lui avrebbe voluto andasse.








Quindi questo racconto l'ha scritto Emilio Salgari?
A dir la verità non sembra molto salgariano…
Lo pseudonimo corrisponde ma il racconto sembrerebbe scritto ed ideato da una mano femminile.
Potrebbe Emilio Salgari, almeno per una volta, aver "ceduto" lo pseudonimo ad una persona molto vicina a lui?

Ho chiesto un parere, dopo averli avvisati di aver scoperto un racconto sconosciuto a firma "E. Bertolini", a tre illustri studiosi e ricercatori universalmente riconosciuti come i più grandi esperti dell'Opera salgariana e, nonostante le loro perplessità sul fatto che questo racconto possa averlo scritto Emilio Salgari, queste sono alcune delle loro ipotesi:

Claudio Gallo:
"Le posso assicurare che Salgari correggeva personalmente le bozze ma anche che i suoi romanzi erano editorialmente letti da altri ed è credibile che Aida lo aiutasse in qualche modo."

Felice Pozzo:
"La sua ipotesi di pseudonimo ceduto alla moglie non è completamente da escludere. Ida pare che aiutasse il marito nel suo lavoro e potrebbe aver assunto dimestichezza con lo scrivere. Certo, è tutto da dimostrare e, salvo miracoli, è molto difficile se non impossibile. Se esistessero ancora gli archivi Aliprandi..."

Roberto Fioraso:
"Questo però pone una serie di problemi: allora esiste davvero uno scrittore che si chiama E. BERTOLINI; e i romanzi usciti con questo nome e attribuiti a Salgari sono davvero suoi?"

Quindi questo racconto l'ha scritto Ida "Aida" Salgari?
Forse in questo caso "E. Bertolini" non è lo pseudonimo ma lo "specchio" di Emilio Salgari, ossia la moglie, attrice di teatro, Aida Salgari?
E' questa un'ipotesi che può avere qualche fondamento o è solo un abbaglio?
Se questo racconto non l'ha scritto Emilio Salgari e nemmeno Aida Salgari, chi è "E. Bertolini"?
Perché non si trovano, nonostante svariate ricerche, la ben che minima notizia bio-bibliografica, né nessun tipo di generalità su di lui o sulla sua vita né tanto meno nessuna prova di una sua reale ed effettiva esistenza?

In effetti nasce qualche perplessità nel pensare che esistano due "E. Bertolini"…
Che siano vissuti nello stesso breve periodo di tempo (riconducibile alla prima decade del secolo scorso) e che ad entrambi piaccia firmarsi "E punto Bertolini"…

E se, per quanto misterioso, fosse veramente esistito, un secolo fa, un altro signor "E. Bertolini", chi ci assicura che i testi che portano questa firma attribuiti ad Emilio Salgari li abbia veramente scritti lui?
Mi riferisco soprattutto al quanto meno stravagante racconto "Il mio terribile segreto"…

Già, quale può essere il "terribile segreto" di E. Bertolini?
"Nom de plume" del famoso romanziere, pseudonimo collettivo della famiglia Salgari, oppure un omonimo ed anonimo scrittore contemporaneo realmente esistito?

Per il momento risulta impossibile sbrogliare la matassa ed ostinarsi a difendere una qualsivoglia supposizione potrebbe portare inesorabilmente in errore.

Le informazioni, i dati, le notizie su questo fantomatico signor "E. Bertolini" si nascondono e ci confondono, si riflettono e ci abbagliano e la soluzione del nebuloso enigma del racconto "Lo specchio" brancola disorientata in un intricato labirinto di specchi.


(Treviso, luglio 2013, Maurizio Sartor)

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