Lo studio approfondito dei poemi epici l'Iliade 
 e l'Odissea ha inizio con l'età alessandrina, e con esso la cosiddetta
"questione omerica".
  Mentre si andavano anche apprestando le prime edizioni critiche
 dei poemi, si cominciò a dubitare che tutto il corpo delle opere tradizionalmente
 attribuito ad Omero non fosse autentico; Senone ed Ellanico (i "separanti")
 giunsero già a sostenere che i due poemi principali fossero opera di due
autori diversi.
  La questione riprese in età moderna quando il Vico, nella  seconda
edizione della Scienza nuova del 1730, giungeva a conclusione che  Omero
era solo un personaggio fittizio, simbolo di un'epoca eroica e fantastica 
espressa in canti di diversi autori.
  Nello scorso secolo si è rafforzata la posizione dei sostenitori
 di due poeti separati; assai diverse tra loro per spirito e contenuti, l' 
Iliade sarebbe anteriore di una generazione all'Odissea (Alfred 
Heubeck), o viceversa si riconosce nella prima un influsso della seconda (Benedetto
Marzullo). Per molti studiosi comunque il vero autore sarebbero in realtà
due persone diverse, inoltre l'appellativo Omero sarebbe da riferirsi non
tanto ad un'unica persona ma ad un gruppo di autori, gli "omeridi".
  Prendendo in esame i testi pubblicati a firma Salgari, potremmo
 azzardare ad affermare, nonostante le tante differenze sul caso, valga un
 po' lo stesso discorso: esistono testi originali di Emilio Salgari pubblicati 
a partire dal 1883, ed esistono testi a firma Salgari di dubbia provenienza 
pubblicati a partire dagl'inizi degli anni '20 del secolo scorso, riconducibili 
ad un'eterogenea e non del tutto identificata schiera di ghost-writer 
 salgariani.
  
  Un paio d'anni fa ricercando in internet dei più svariati argomenti
riguardanti Salgari mi sono imbattuto nell'Inventario del "Fondo Bemporad"
depositato nel sito del "Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze 
Archivistiche" (SIUSA) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo (MiBACT).
  Il "Fondo Bemporad", conservato nell'Archivio Storico di Giunti 
Editore a Firenze, dichiarato di notevole interesse storico con provvedimento 
n.353 del 21.05.1981, è così suddiviso:
  
  - Corrispondenza con autori (1898 fascicoli nominativi ordinati
 alfabeticamente).
  - Corrispondenza con collaboratori (162 fascicoli).
  - Corrispondenza con personalità della politica e della  cultura
(56 fascicoli).
  - Corrispondenza di segreteria (64 fascicoli).
  - Corrispondenza Famiglia Bemporad (5 fascicoli).
  - Corrispondenza con case editrici italiane (97 fascicoli).
  - Corrispondenza con case editrici straniere (157 fascicoli).
  - Corrispondenza con Enti (70 fascicoli).
  - Corrispondenza di segreteria ordinaria (498 fascicoli suddivisi
 per lettera).
  - Libri sociali (3 pezzi).
  
  Il numero complessivo di fascicoli è di 3010 unità  e considerando
che ognuno di questi fascicoli può essere composto da alcune decine a svariate
centinaia di pagine ci dà la misura di quanto immensa e sterminata sia la
documentazione ed il materiale cartaceo custodito nell'Archivio Storico Giunti
a Firenze.
  
  Dopo aver appreso in un sito internet che "…tal Lorenzo  Chiosso,
che si fece delegare dal tutore dei ragazzi Salgari, lo zio Ugo Peruzzi, a
trattare con gli editori per i diritti delle trame e dei titoli (ancora inediti),
il quale non si perita di rielaborare appunti e manoscritti e di far passare
per proprie le fantasie salgariane…", ed ancor più approfonditamente nel
bellissimo volume Emilio Salgari e dintorni a cura di Felice Pozzo
(pagine 270 e 271) che Salgari aveva lasciato un lavoro  incompiuto "un romanzo
che non potremo mai leggere e che possiamo soltanto  rimpiangere di cuore"
intitolato La Città Sottomarina e che  nel 1940 la casa editrice A.V.E.
di Roma darà alle stampe un romanzo  di Renzo Chiosso col medesimo titolo,
"…Brano dove (commenta Pozzo) uno degli aggettivi preferiti da Salgari, "formidabile",
trova ampia utilizzazione…", ho deciso di approfondire l'argomento e di ricercare
più minuziosamente sul suo conto nel "Fondo Bemporad".
  
  Scorrendo le pagine dell'Inventario, leggiucchiando sbadatamente
 i cognomi inizianti con la lettera "C", poco prima di arrivare al fascicolo 
contenente le documentazioni inerenti Chiosso Lorenzo, mi soffermo e resto 
colpito da quanto segue:
  
  29.5. Casalino Mario
  (3 dicembre 1929 - 22 dicembre 1932).
  57 carte / Mario Casalino scrive per la Bemporad due romanzi 
su trame lasciate incompiute da Emilio Salgari e qui sono presenti i contratti
 che ne definiscono i termini. Alcune lettere fanno riferimento ad altre
attività  di Casalino che sono quella di traduttore (traduce un testo di
P. C. Wren)  e di riduttore (gli viene commissionata la riduzione di cinque
libri di K.  May già editi dalla Bemporad).
  
  Essendo a conoscenza dei nomi e delle identità di tutti  i ghost-writer
salgariani fino ad oggi svelati, principalmente grazie alle brillanti e tenaci
indagini dell'editore e studioso torinese Andrea Viglongo negli anni '40
e '50 del secolo scorso, capisco subito di essere di fronte ad un'incredibile
e strabiliante scoperta!
  
  Prendendo in esame tutti i romanzi "postumi", quelli a cui si 
è dato maggior risalto e si è riservata un'attenzione particolare sono stati
quelli pubblicati dalla Bemporad, l'ultima casa editrice di Emilio Salgari
vivente, la quale poté utilizzare la parte più corposa e pregevole degli
appunti, delle tracce e delle trame per futuri romanzi lasciati dal defunto
romanziere e che pretendeva, più di ogni altro editore, che i compilatori
si adeguassero allo stile, tanto da ingannare perfino l'onorevole Giovanni
Spadolini, studioso e grande appassionato dell'Opera salgariana, che proclamò
Emilio Salgari uno dei "Padri della Patria", il quale annoverò tra i suoi
romanzi preferiti proprio uno di questi romanzi, Josè il Peruviano.
    
  Dopo una serie d'interessanti e circostanziati calcoli e ragionamenti, 
cui rimando per ulteriori dettagli e precisazioni al mio primo saggio in materia
Emilio Salgari
e i "Casalesi", riesco a "capire" quali romanzi Mario Casalino s'impegnò
a scrivere e portò a compimento sotto mentite spoglie per la casa editrice
Bemporad, individuandoli nei romanzi I Cannibali dell'Oceano Pacifico
(1930) e I Prigionieri delle Pampas (1931).
  
  Consecutivamente comunico i risultati delle mie scoperte ai
discendenti  di Emilio Salgari ed ai massimi esperti, ricercatori e studiosi
dell'Opera  salgariana, e dopo qualche mese vengo invitato dal signor Roberto
Fioraso,  su decisione del direttore Claudio Gallo, a scrivere un saggio
sulla scoperta  da pubblicarsi all'interno della rivista salgariana di letteratura
popolare "Ilcorsaronero" (n.17, settembre 2012) pubblicata da Del Miglio
Editore (Verona) e redatta in collaborazione con la Biblioteca Civica di
Verona.
  
  In seguito è sorta la necessità di conseguire, alle basilari
nozioni bibliografiche già segnalate nel mio primo saggio  sopracitato, ulteriori
informazioni biografiche sulla figura di Mario Casalino,  oltre che di ottenere
conferma di quanto da me precedentemente scoperto. Decido così di prendere
contatto con i responsabili dell'Archivio Storico Giunti a Firenze.
  
  Verso la fine di novembre 2013 il responsabile dell'Archivio
Storico Giunti di Firenze, il gentilissimo signor Aldo Cecconi, mi comunica
i risultati delle indagini e delle consultazioni nei carteggi e nei documenti
conservati e custoditi nel "Fondo Bemporad" dell'Archivio Storico Giunti:
  
  I Cannibali dell'Oceano Pacifico:
  
  E' presente un contratto del 3 Dicembre 1929
  stipulato da Mario Casalino e la casa editrice Bemporad nel
quale  si fa riferimento a una trama redatta da Salgari intitolata "I naufraghi
d'Ikanamawi" di cui viene fornita una copia dattiloscritta "di fogli undici"
a Casalino come base per il suo lavoro.
  Il romanzo verrà pubblicato nel corso del 1930 col titolo  "I
cannibali dell'Oceano Pacifico".
  
  Come già segnalato nel bellissimo volume Emilio Salgari,
 la Macchina dei Sogni a cura di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi del
2011  (pagina 433):
"L'8 ottobre 1929 Bemporad acquistò altre 5 trame:
Song Kay il pescatore, Lo scotennatore, Manuel de la Barrancas,
Naufraghi d'Ikananmaivi (poi I Cannibali dell'Oceano Pacifico),
I Prigionieri
  delle Pampas."
  
 era già risaputo che il titolo originale de I Cannibali dell'Oceano Pacifico
fosse I Naufraghi d'Ika-na-Mawi.
  La Bemporad infatti pubblicizzò questo romanzo prima della  sua
uscita nel 1930, nella quarta di copertina di svariati romanzi, col titolo
 I Naufraghi d'Ika-na-Nawi, inserendolo nell'elenco delle "Opere di 
Emilio Salgari" (della "Nuova collana di avventure per la Gioventù") in corso
di stampa.
  
 
  
 Una volta pubblicato il romanzo col titolo definitivo sparirà dall'elenco 
delle opere di Emilio Salgari il titolo I Naufraghi d'Ika-na-Nawi
il quale verrà sostituito appunto da I Cannibali dell'Oceano Pacifico 
.
  Ricordo che "Ika na'Mawi" è il nome Maori dell'isola settentrionale 
della Nuova Zelanda dov'è ambientata appunto la parte finale del romanzo I
Cannibali dell'Oceano Pacifico (regione Mangawhai, golfo di Hauraki, isola
di Kawau, ecc…).
  
  I Prigionieri delle Pampas:
  
  E' presente un contratto del 14 Maggio 1930
  stipulato da Mario Casalino e la casa editrice Bemporad per
la  compilazione del romanzo, che verrà pubblicato nel corso del 1931.
  
  Qualche settimana dopo aver scoperto il ghost-writer
Mario Casalino, ho deciso di continuare le mie ricerche ed analizzare il
"Fondo Bemporad" ancor più approfonditamente e, del tutto inaspettatamente, 
sono riuscito a scoprire altri 2 potenziali ghost-writer salgariani:
  
  53.8. Fancelli Emilio
  (9 ottobre 1929 – 27 novembre 1965).
  22 carte / Emilio Fancelli viene contattato dalla Bemporad per
 compilare alcuni libri d'avventura seguendo alcune trame salgariane. L'autore 
inoltre propone anche libri suoi all'editore, ma nessuno di questi viene pubblicato.
  
  95.16. Palmarini Italo M.
  (29 marzo 1897 – 6 dicembre 1934).
  25 carte / Il fascicolo contiene il deposito legale dei due
libri  per bambini scritti dal Palmarini e alcune lettere tra l'autore e
la Bemporad per la compilazione di una trama salgariana.
  
  Per quanto riguarda Emilio Fancelli, conosciuto ed apprezzato
 in particolare per i romanzi Il Figlio di Yanez (1928) e Le Pantere 
di Timor (1929) pubblicati dalla casa editrice Nerbini di Firenze, ho 
trovato nell'Almanacco Piemontese di vita e cultura 1982 nella sezione 
"Emilio Salgàri e l'avventura scritta" al capitolo "Anche Emilio Fancelli
 contro i << falsi Salgàri >>" di Andrea Viglongo (pagina 155)
le prove che lo scagionano:
"Lo stesso Emilio Fancelli ammise di aver avuto dalla 
Casa Editrice Bemporad la proposta di scrivere nuovi romanzi d'avventure
sviluppando trame salgariane (chissà da chi redatte), da presentare poi col
nome d'autore Emilio Salgari, e di averla rifiutata."
  
 Sulla base di queste ultime informazioni acquisite le indagini su Emilio 
Fancelli, per quanto mi compete, si fermano qui.
  
  Per quanto riguarda Italo Mario Palmarini, autore per la Bemporad
 di un paio di libri per fanciulli, assolutamente sconosciuto a tutti gli
studiosi, biografi e ricercatori salgariani, non si parla di contratti come
nella vicenda di Mario Casalino ma più genericamente di uno scambio epistolare
tra lo scrittore e la casa editrice per un'eventuale compilazione di una
trama salgariana. Di conseguenza ho ritenuto il caso non dissimile da quello
di Emilio Fancelli, ipotesi confermata anche da quanto riportato nel "Fondo 
Bemporad".
  Il romanzo I Prigionieri delle Pampas è stato dapprima
 proposto in data 20 Febbraio 1930 a Italo Mario Palmarini, di cui è  conservata
nel "Fondo Bemporad" una lettera dattiloscritta in proposito, poi però, per
motivi ancora ignoti, non si è arrivati ad un accordo tra le parti. Di conseguenza
la Bemporad ha affidato anche questo incarico al signor Mario Casalino ed
in data 14 Maggio 1930 si è arrivati alla stipula del contratto tra Casalino
e la Bemporad per la compilazione  del romanzo, che verrà poi pubblicato
nel corso del 1931.
  
  Ora abbiamo le prove ufficiali che il vercellese Mario Casalino
 fu il vero autore dei due romanzi pubblicati a firma Emilio Salgari I 
Cannibali dell'Oceano Pacifico (contratto del 3 Dicembre 1929) e I 
Prigionieri delle Pampas (contratto del 14 Maggio 1930).
  
  Il gentilissimo signor Aldo Cecconi, il cui contributo è  stato
veramente inestimabile, oltre a riferirmi che per ogni romanzo è stato stipulato
un contratto tra Mario Casalino e la casa editrice Bemporad, mi ha fornito
anche ulteriori informazioni bio-bibliografiche su Casalino ricavate da un
repertorio del 1940 intitolato Chi è? : dizionario degli italiani d'oggi
(IV edizione) di Angelo Fortunato Formiggini pubblicato dalla casa editrice
Cenacolo di Roma:
  
  Casalino Mario, giornalista,
  nato a Vercelli il 19-IX-1895
  da Luigi Casalino e da Giovanna Berio.
  
  Milano. [luogo di residenza nel 1940]
  
  E' collaboratore della "Stampa", "Illustrazione Italiana",
  "Fiera Letteraria", "Novella", ecc...
  E' stata rappresentata a Trieste
  la sua commedia "Il profumo della donna"
  e a Roma "Il piacere degli altri".
  
 
Io nel frattempo ho continuato le mie ricerche e sono riuscito ad entrare in possesso di una copia del libro Romanzo d'Amore di Mario Casalino pubblicato nel 1931 dalla casa editrice Carabba di Lanciano, dove ho trovato un bellissimo ritratto di Mario Casalino firmato "MVM", molto probabilmente le iniziali del nome dell'autore.
  
 Inoltre sono entrato in contatto con Alice Zardo studiosa delle opere di 
Jane Austen (corso di Traduzione e mediazione dell'Università di Udine) che
stava definendo una tesi di laurea sul confronto tra le varie traduzioni italiane
del romanzo Emma di Jane Austen e mi ha confidato che Mario Casalino
è considerato molto importante nell'ambiente austiniano perché  è stato il
primo traduttore verso l'italiano di quel capolavoro (nel 1945 per Ed. Ultra
di Milano).
  Mario Casalino inoltre è stato il primo traduttore verso  l'italiano
anche di un altro romanzo di Jane Austen, Persuasione (nel  1945 per
M. A. Denti d Milano).
  Purtroppo nonostante Mario Casalino sia stato il primo traduttore
 italiano di ben 2 dei 6 "romanzi canonici" austeniani, oltre che in assoluto 
di 2 dei più grandi capolavori della letteratura inglese di ogni tempo, gli
studiosi ed i bibliografi dell'Opera di Jane Austen sono praticamente all'oscuro
di qualsiasi informazione sul suo conto.
  
  Ritengo sia essenziale ed opportuno continuare le indagini e 
le ricerche sulla figura e sull'operato di Mario Casalino perché potrebbe 
rivelarsi importante e rilevante per un approfondimento agli studi inerenti 
sia Jane Austen sia Emilio Salgari.
  Nello specifico sarebbe interessante riuscire ad entrare in
contatto  con i discendenti di Mario Casalino per poter ricercare tra le
probabili carte e documenti lasciati dal loro defunto parente, eventuali
indizi o le prove che Mario Casalino sia stato autore anche di altri testi
pubblicati a firma Emilio Salgari.
  
  Negli anni a venire altri autori vestiranno i panni dell'intrepido
 Capitano Salgari: attraverseranno immense distese di ghiaccio, deserti infuocati
 ed intricate foreste, sfideranno la morte in epici duelli e solcheranno
impavidi  i mari della fantasia, ma questa, come si sarebbe detto un tempo,
è  un'altra storia…
  
  Maurizio Sartor
  
  Treviso, Gennaio 2014