Giustizia e misericordia

Due appelli di Bruno Franchi a favore di valori "dimenticati"...


 




Ricevo i seguenti messaggi, e mi fa piacere condividerli con altri corrispondenti in rete. Non provengono da un cattolico, ritengo (se ne veda una presentazione nel N. 4 di "Episteme", sezione "Pubblicazioni ricevute", N. 8), bensi' da una persona che, al pari dello scrivente, condivide un'etica fondata su alcuni "valori cristiani"*, almeno cosi' come oggi il cristianesimo viene comunemente inteso, e forse proprio per questo i suoi "appelli" sono piu' pacifici e spirituali di tanti altri che sono venuti invece da parte cattolica, e dei quali in questa rubrica mi sono rammaricato.

Inserisco gli scritti in questione nel sito anche per un altro motivo. Un collega mi ha recentemente detto, in senso di rimprovero, che io sono razionale solo per meta', senza sapere che mi stava facendo un complimento, e sotto due aspetti distinti. Il primo, che considerandomi un "dualista" cartesiano, non ritengo che il campo della ragione esaurisca l'intero ambito dell'esperienza umana (che appare svolgersi tra "realta'" sia di tipo materiale sia di tipo spirituale, con l'intelletto-ragione che sta nel mezzo, a mo' di "porta" che agisce nei due versi, in entrata e in uscita); il secondo, che le "ragioni del cuore" sono in un periodo storico cosi' oscuro come quello che stiamo attraversando proprio le piu' importanti da coltivare.

Se non troviamo in noi stessi la forza di capire dove abbiamo sbagliato, dove continuiamo a sbagliare, di chiedere scusa a chi e' rimasto offeso dai nostri comportamenti, di comprendere le motivazioni del "diverso", di saper rinunciare a qualcosa** - in misura tanto maggiore quanto piu' ci riteniamo "civili", e "progrediti" degli "altri" - allora non riusciremo mai a spezzare la spirale dell'odio, del sangue, della vendetta.

C'e' ovviamente chi da certi eventi, per quanto luttuosi, si ripromette di trarre giovamento, del resto e' sempre stato cosi', le guerre non sono un cattivo affare per tutti, ma esattamente in questi momenti bisogna cercare di comprendere da quale parte dovrebbero ritrovarsi tutte le persone di "buona volonta'"...
 
 

* Si potrebbe parlare, anziche' di valori, di virtu', quelle virtu' che la tradizione cattolica ha individuato da secoli, e tra le quali mi sembra opportuno ricordare, nel presente contesto, almeno la prudenza, la giustizia, la temperanza, la carita'. Ecco, val la pena di sottolinearlo in modo esplicito, dei punti di riferimento "etici" entro i quali si dovrebbero inquadrare le proprie scelte pratiche, principi-guida di un comportamento veramente "umano", che mi sembra possibile sintetizzare nei due soli termini, giustizia e misericordia. Due concetti che non sono antitetici come si potrebbe ritenere a prima vista (cosi' come non sono antitetici con la virtu' della fortezza, che non ho dianzi citato), se la prima viene intesa come accertamento della verita', tutta intera, sia da parte del "giudice" che del "reo", e la seconda viene intesa come temperanza (comprensione-identificazione) della giustizia nel comminare le pene (viene fraintesa la "coppia" in questione quando si pretende di operare misericordia senza giustizia, ovvero fingere che qualcosa non sia vero allo scopo di non punire - se mi si permette un'esemplificazione di tipo personale, e' il caso di quei professori che per non danneggiare lo studente impreparato lo promuovono dicendo che e' bravissimo)...

** A questo proposito, si veda per esempio nel punto N. 73ter della presente rubrica quanto riferito su un pensiero di Don Sciurpa.
 
 

(UB, 7 novembre 2001)

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Subject: Lettera agli Ebrei

Date: Thu, 01 Nov 2001 20:02:18 +0100

From: Franchi Bruno <brunfran@tin.it>

Cari gemelli Israeliani,

so che questa lettera non verrà mai letta dal presidente Ariel Sharon, poiché non essendo un capo di stato ma solo un semplice essere umano di questo pianeta, non troverà quindi strada verso l'indirizzo di colui che vi rappresenta politicamente e moralmente. Ma anche se le mie parole non troveranno una voce per giungere a voi, proseguo come se realmente tutto questo sia reale, tangibile e che il presidente Sharon e tutte le autorità piccole o grandi siano veramente in ascolto, poiché solo nell'ascolto si può veramente sentire il proprio cuore e il cuore del peggior nemico, perché anche quello che consideriamo nenico possiede lo stesso cuore che fa pulsare la vita, tutta la vita che è nata su questo pianeta da un Dio per i credenti o dalla casualità per chi non crede.

Chi vi scrive dunque vuole solo comunicare al "Vostro cuore", poiché la mente come dice la parola stessa, mente a se stessa, e mente agli altri per avere privilegi, sicurezza, comodità, perché la mente di ogni uomo é stata condizionata al mondo, un mondo nel quale sei miliardi di esseri umani vivono un conflitto dentro loro stessi, poiché ognuno é stato educato non alla vita libera ma alla distorsione della vita. Basta che guardiate un neonato qualunque sia il colore della sua pelle vi accorgerete di quello che avete perso, poiché nessun essere umano di questo pianeta può identificarsi negli occhi di un neonato, perché in quegli occhi c'è la verità che nessuno vuol sentire e vuol capire, la sola verità che ci accomuna tutti quanti, ma noi invece quella "Verità emozionale" quando esce dal nostro stesso grembo la plasmiamo al nostro volere, al nostro mondo poiché ci é stato insegnato, ci é stato tramandato, così trasmettiamo coscientemente o inconsapevolmente la nostra natura distorta e quella vita libera perde a poco a poco inesorabilmente la sua luce divina per diventare quello che tutti gli uomini di questo pianeta sanno bene, poiché voi sapete la verità di voi stessi, perché ogni giorno non riuscite ad essere quella luce, non riuscite ad essere innocenti e trasparenti come un neonato. Sicuramente vi starete domandando perché un uomo privo d'autorità dice a noi queste cose che viviamo nell'inferno e non le dice invece ai nostri nemici palestinesi? Avete ragione chi sono per parlare in questo modo? vi rispondo che la mia lettera non vuole giudicare nessuno, poiché amo troppo la libertà per dire a qualcuno come deve vivere la propria vita, dunque siete liberi di vivere la vostra vita come credete o pensate e non sarà certo la mia lettera a cambiare il corso degli eventi , ma poiche sto parlando al "vostro cuore " che sia ebreo o palestinese spero che sarà il cuore del neonato che siete a spazzar via ogni distorsione della mente, poiché come dicevo la mente mente, la mente non può farci vedere la verità se non facciamo morire le cause che ci portano a giudicare, a colpevolizzare, poiché qualcuno che entrambi conoscete bene ha detto: " chi di voi non ha peccato scagli la prima pietra". Chi le ha pronunciate indipendentemente da chi era e da cosa rappresentasse sta di fatto che le sue parole non sono dettate dalla falsità o dalla ipocrisia giacché quell'uomo o quel dio, non ha avuto dagli uomini giustizia perché gli uomini lo hanno picchiato, seviziato, torturato, e giudicato come nemico dell'umanità, così voi sapete bene che gli uomini non potevano identificarsi in quell'uomo, così gli uomini in ogni tempo hanno scelto i loro Barabba dal momento che i Barabba sono a immagine e somiglianza degli uomini, che essi si chiamino ebrei o palinestinesi . La tragedia di Cristo deve far riflettere profondamente ogni essere umano di questo pianeta perché chi può dire a se stesso; io conosco me stesso, so chi sono perché sono andato alla fonte di me stesso? " Chi di voi può dire a se stesso queste parole? chi di voi può affermare di conoscere alla perfezione la fonte di se stesso? E' difficile vero? E' difficile affermare una cosa del genere, poiché se gli uomini conoscessero veramente se stessi non esisterebbe nessuna divisione, nessuna sofferenza, nessun dolore, nessuna guerra insanguinerebbe più la Terra, giacché chi conosce se stesso saprebbe la fonte del dolore, della sofferenza della divisione e della guerra, perché comprenderebbe il vero nemico che affligge gli uomini e non li fa vivere in pace e armonia tra di loro.

Ecco perché mi sono preso la responsabilità di scrivere questa lettera, perché colui che vive nella pace e armonia, prima viveva nel conflitto e nella guerra, se non si comprende il proprio conflitto interiore come si può comprendere il conflitto degli altri? Come potete dunque sperare che con la violenza si possa raggiungere la pace? Guardate in voi stessi, ascoltate il vostro cuore poiché voi state ascoltando la mente, e la mente vi dice che dovete combattere il nemico fino alla vittoria finale! Perché il nemico palestinese vuole distruggere Israele, ci uccidi i nostri figli, ci fa vivere nel terrore di nuovi attentati, a morte il nemico palestinese, a morte! a morte!

Ma voi credete veramente che il vostro problema più grande si risolva odiando e uccidendo il vostro peggior nemico? Se pensate questo la vostra mente vi farà fare cose inaudite, poiché voi siete ciechi, voi siete sordi, voi non vedete la verità, e poiché non vedete la verità sarete in balia di voi stessi, del vostro odio, e ci saranno morti, ci saranno massacri, e non ci sarà mai pace in Israele. Finché non aprite il vostro cuore, la vostra mente inzuppata di rancori, di odi senza fine, vi dominerà a lavare con il sangue i vostri morti, poiché uccidere e più facile, uccidere è la sola via per contrastatre il nemico palestinese, ve lo dice la mente, ve lo dice il vostro odio. Se pensate questo, fate pure, uccidete, massacrate, fate a pezzi bambini, e donne, uomini, e voi riceverete lo stesso sangue, lo stesso trattamento, poiché odio chiama altro odio, sangue chiama altro sangue, se volete questo, se volete continuare sulla strada dell'odio non ci sarà un futuro di pace per voi e neanche per i vostri nemici palestinesi, perché solo il cuore può darvi la pace, può darvi quello che vi spetta per diritto, quindi vi chiedo vi imploro dal profondo del mio cuore; fate un gesto coraggioso, un gesto che nessuno di voi ha mai fatto, mettevi a nudo, spogliatevi di tutti i rancori e odi; lo so è difficile! è tremendo! è spaventoso aprire il proprio cuore al nemico, denudarsi davanti al nemico, rendersi vulnerabile alla sua spada, ai suoi proiettili mortali, ma se voi volete veramente vivere in pace, spogliatevi! spogliatevi! fate il gesto più vero che vi renderà liberi, finalmente liberi, poiché la nudità non possiede rancori, non possiede odi, non possiede armi se non quello del cuore. Se farete questo allora il vostro nemico, non potrà più impugnare un fucile, non potrà più uccidere i vostri figli, non potrà più dire che avete torto, che state mentendo, che siete degli invasori, dei macellai, poiché chi abbassa le armi, chi distrugge le armi, chi si spoglia davanti al nemico, davanti a un altro uomo, quell'uomo sarà confuso, quegli uomini vedranno davanti a loro degli esseri nudi, degli esseri inermi, bambini, donne e uomini e vecchi che marciano tutti insieme senza più slogan da gridare, senza più invocare vendette, senza più urlare alla guerra, alla morte degli arabi. Se fate questo gemelli ebrei, voi sarete guardati da tutto il mondo, "Voi sarete un esempio per tutta l'umanità", voi non solo salverete voi stessi dall'odio che vi affligge, ma aprirete il cuore ad altri esseri, altri uomini e donne di questo meraviglioso pianeta, poiché se vi spoglierete, vi denuderete davanti al mondo, nulla sarà come prima, giacché quando un uomo si spoglia, degli uomini si spogliano di tutte le atrocità che hanno dentro la pace sarà più vicina, l'armonia sarà più vicina, perché come può esserci libertà vera, amore vero, se dentro gli uomini non c'è pace, ma regna un dualismo che ha segnato il nostro cammino, in pensieri che ci hanno allontanato dal naturale sentire? Sarà questa l'ultima guerra, la più dura, la più difficile, la più spaventosa da affrontare, e ci sarà odio per le strade, e ci sarà sangue per le strade, e ci sarà l'inferno dentro di noi, e sarà l'ultimo giorno di odio, e sarà l'ultimo giorno di sangue, e sarà l'ultimo giorno di guerra quando la vita inonderà l'antico pensiero di odio, e sarà allora il primo giorno dell'uomo, quello vero quello libero quello pieno d'amore, per gli ebrei, per i palestinesi e per tutti quanti, perché la via del cuore é la più difficile da seguire ma é l'unica che ci può far capire di essere ogni essere. Spetta dunque a voi di fare il primo passo, perché siamo tutti delle possibilità e se ci buttiamo via, tutto si ferma Se abbiamo paura, tutto si ferma. Se proviamo invidia, tutto si ferma. Se proviamo rancore, tutto si ferma. Se proviamo odio, tutto si ferma. Se proviamo gelosia, tutto si ferma. Se facciamo del male, tutto si ferma. Ma, se cerchiamo di volerci un po' di bene, allora, tutto può accadere, tutto può essere possibile, tutto quello che abbiamo dentro può essere rivelato, può essere ricordato, nella consapevolezza di esistere, di essere reale, di essere per sempre AMORE ETERNAMENTE AMORE.

con cuore

Bruno Franchi

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Subject: Re: Caino vivo o morto

Date: Wed, 07 Nov 2001 07:07:12 +0100

From: Franchi Bruno <brunfran@tin.it>

DIVULGARE AMORE NON E' UN REATO

Caino vivo o morto

Chiunque si reca in un tribunale troverà una scritta che dice: "La legge è uguale per tutti" mi chiedo quindi perché in questi giorni si sta facendo una "operazione di polizia internazionale " che dovrebbe secondo gli americani e tutti gli alleati garantire la più efficace lotta contro la mostruosità del terrorismo? Sia ben chiaro quello che è accaduto l'11 settembre è stato un atto di una mostruosità inaudita che non può essere giustificato neanche con le colpe che ha avuto il cosiddetto mondo civile nei confronti dei paesi più poveri; su questo ci sarebbe da parlare all'infinito, ma il problema del giorno sono le bombe e i missili che stanno cadendo su un paese e una dittatura che tutti definiscono bestiale e incivile. Veniamo dunque al perché tutti i paesi si sono accomunati ad una logica sola di fare guerra al nemico della civiltà, radunando le truppe di aria, di mare e di terra? Io credo che questa logica fa parte della nostra distorsione a vedere il male negli altri e non vederlo in noi stessi, poiché noi riteniamo che quello che stiamo facendo è giusto e sacrosanto perché la ragione, e la civiltà stanno dalla nostra parte. In nome di questa ragione e civiltà noi usiamo la forza perché se non la usassimo ci sentiremmo più deboli nei confronti di chi ci ha fatto del male. Questo nostro modo di reagire lo si può vedere nel singolo individuo: un uomo che subisce uno schiaffo risponde con un pugno, quindi in grande noi assistiamo alla logica della nostra incapacità a risolvere i nostri antichi problemi di sangue, con la sola risposta che abbiamo perpetrato da sempre; di reagire con la stessa logica omicida dell'aggressore affermando però che nell'autodifesa non c'è omicidio ma c'è giustizia. Ma ritorniamo al nostro tribunale. In un mondo civile il tribunale è la sede dove vengono processati e giudicati gli individui che infrangono la legge della civile convivenza; dal più piccolo al più efferato delitto tutti gli imputati hanno diritto di difendersi, poiché è scritto nel codice penale di tutti o quasi tutti i paesi che tutti gli imputati anche quelli che commettono i crimini più atroci hanno il diritto a un giusto processo. Quello che è accaduto l'11 settembre naturalmente ha fatto orrore a tutti quelli che hanno una coscienza, e un cuore, ma proprio perché chi ha una coscienza e un cuore credo debba fare un salto di qualità nella risposta che dobbiamo dare ad ogni barbaro atto sanguinario. Secondo me la risposta di bombardare un paese non può che essere in contraddizione al tribunale giuridico che i paesi civile si sono dati per processare chi non sta alle regole della civile convivenza.

Quello che sta accadendo in questi giorni tragici, non rispecchia la logica del diritto e della giustizia, ma più che altro è una risposta dettata dalla paura e dalla rabbia, la ragione e la civiltà non c'entrano nulla. Noi rispondiamo a un crudele atto di barbarie con la stessa logica dei terroristi che vorrebbero farsi giustizia con il sangue. Una civiltà non può mettersi sullo stesso piano di chi uccide una persona o settemila persone anche perché le forze in campo sono di gran lunga sproporzionate, giacché un elefante non può farsi intimidire da un ratto anche se questo è portatore della peste più nera. Quello che sta avvenendo è davvero poco intelligente per gente che dovrebbe governare questo pianeta, perché come si può pensare di distruggere il terrorismo quando per 50 anni abbiamo avuto sotto gli occhi un conflitto che non si è ancora risolto perché Ebrei e palestinesi usano da sempre le stesse violenze da entrambe le parti?

L'uomo intelligente avrebbe tenuto conto di questa tragica esperienza che è sotto gli occhi di tutti, invece di far tesoro di una simile tragedia rischiamo di riprodurre la stessa logica che usano i palestinesi e gli ebrei da 50 anni, tale logica ha portato a migliaia di morti da ambo le parte e non ha risolto nulla: il terrorismo non è morto anzi è arrivato fino alle torri di New York. Qualcuno dirà che non sono la stessa cosa, sta di fatto che quel conflitto in medio oriente è il vulcano dove si alimentano tutti i terrorismi poiché dove non c'è giustizia prima o poi nascono i mostri della violenza cieca. Oggi noi ci scandalizziamo con orrore per quella cieca violenza, ma bisogna chiedersi perché siamo arrivati a questo orrore? E' giusto e sacrosanto piangere e indignarsi con rabbia, ma anche fare un'autocritica profonda, poiché quello che ci distingue dalla barbarie dei terroristi dovrebbe essere l'intelligenza e la coscienza, quindi se si usasse veramente l'intelligenza si capirebbe benissimo quali sono i metodi da usare contro il terrorismo, invece noi ci siamo fatti trascinare dalla paura, e con la paura non si può ragionare bene perché in questo momento la parte emotiva ha prevalso sulla parte razionale.

Mostrare i poderosi muscoli e passare al contrattacco poteva servire in passato quando si facevano le guerre tradizionali dove gli uni contro gli altri ci si fronteggiava in battaglia, oggi secondo me si sta facendo un grossissimo errore perché si sta facendo il gioco dei terroristi perché i terroristi sapevano benissimo che quando avrebbero compiuto la loro missione suicida ci sarebbe stata la reazione di tutto il mondo al loro massacro. Noi quindi ci stiamo comportando come loro volevano per far vedere al loro mondo non al nostro che i veri barbari siamo noi. Un gesto che avrebbe fatto scalpore nel mondo musulmano sarebbe stato quello di contrapporre alla violenza non aerei pieni di bombe, ma aerei pieni di viveri per la Vita e non bombe per la morte.

Un gesto simile qualcuno lo vedrebbe come una debolezza, una rinuncia, una vigliaccheria nei confronti di chi invece usa il terrore. Io credo che un mondo ricco e potente come il nostro, deve cambiare il suo atteggiamento e usare strumenti nuovi che potrebbero sembrare assurdi e deplorevoli da chi ha subito la violenza, ma una civiltà deve essere una civiltà in tutto e deve prendersi le proprie responsabilità impopolari di fronte a atti tremendi che la vogliono distruggerla . La via che stiamo percorrendo non è una via di civiltà, poiché se non si rispettano gli imputati anche se questi hanno fatto cose orribili come possiamo pretendere che gli altri ci rispettino? La giustizia va garantita in tutto il mondo, e non secondo a chi ci piace noi chiudiamo gli occhi per i nostri sporchi interessi di parte.

Porgere l'altra guancia non è un atto di vigliaccheria poiché una civiltà che possiede i mezzi di distruzione di massa deve anche capire che il mezzo più potente per scoraggiare la violenza è far vedere il meglio di noi stessi non il peggio di noi stessi. La differenza tra l'Europa e l'America sta nella propria storia, gli americani per risolvere i loro problemi di violenza usano metodi di pena che l'Europa ha bandito per sempre perché una barbarie come un omicidio non può essere giudicato con altra barbarie come la pena di morte. Quello che è successo l'11 settembre non è diverso dalla violenza che ogni giorno dilaga in tutto il mondo, non sono i numeri a farci inorridire poiché una morte orribile di una donna fatta a pezzi da un serial killer non può essere diversa da tanti esseri viventi innocenti orribilmente mutilati e bruciati dentro quelle torri gemelle di New York o del Pentagono.

Qualsiasi violenza che l'uomo fa ad un altro uomo deve essere processata, giudicata e condannata con i metodi della civiltà del diritto e della giustizia. Io credo che se vogliamo veramente debellare la violenza, dobbiamo andare in profondità e capirne le cause, poiché se ci limitiamo a reprimerla e spazzarla via con la pena di morte continueremo a essere ciechi di vendetta più che di giustizia e conoscenza.

In questo momento noi ci comportiamo come la scienza medica fa nei confronti di un tumore, usando i metodi della repressione del male, poiché per distruggere un tumore bisogna sradicarlo e ucciderlo perché solo nella sua morte il paziente può vivere. Questa logica non è diversa dalla guerra, poiché se c'è un nemico bisogna distruggerlo per non essere distrutti; In questo caso, i terroristi talebani sono il tumore maligno e noi siamo la cura, e per debellare il tumore usiamo gli strumenti della lotta ai tumori poiché avendo paura del tumore noi vogliamo distruggerlo con tutti i mezzi repressivi senza però riflettere sul perché c'è venuto un tumore. Quello che si sta sbagliando in questa tragica situazione, è di focalizzare tutto sulla parte malata e trascurare invece quello che potrebbe accadere a tutto il corpo. Noi siamo convinti che l'unica via è quella di bombardare i terroristi o chi li protegge, facendo questo crediamo che prima o poi questo tipo di intervento darà il risultato che i terroristi saranno annientati. Chi pensa questo non vuole andare alla radice delle cose, ma vuole solo stare in superficie acchiappando il ladro, lo stupratore, l'assassino, ecc. ecc. perché se andasse in profondità scoprirebbe il marcio che non vuol portare a galla perché si metterebbero in discussione le radici stesse delle proprie fondamenta educative che generano la violenza.

Tutto quindi deve rimanere in superficie, così i terroristi sono dei criminali, dei pazzi, dei fanatici, che bisogna eliminare dalla faccia della terra. Nessuno direbbe mai che un governo democratico che inquina l'aria, che inquina l'acqua, che distrugge le foreste, sia un governo di criminali, poiché tutto viene giustificato dal proprio tornaconto individuale e collettivo. Nessuno dice che quello che facciamo ogni giorno è un crimine contro questo pianeta, noi diciamo che i terroristi sono dei pazzi, e dei criminali, ma noi non diciamo a noi stessi che siamo i responsabili della desertificazione, dell'inquinamento, del buco dell'ozono, e quindi siamo dei pazzi criminali perché continuiamo a fregarcene della terra, poiché nessuno sente l'atrocità che si sta facendo contro la stessa casa dove abitiamo tutti.

Noi esseri umani stiamo distruggendo questo pianeta, e nessuno piange o inorridisce, poiché siamo incapaci di sentire di vedere al di là di noi stessi, perché noi sentiamo la nostra sofferenza e non sentiamo la sofferenza degli altri. Quello che sta accadendo non è nato dal caso, è frutto di quella sofferenza che per troppo tempo non abbiamo sentito, era lì davanti a noi, e noi non sentivamo perché avevamo altre cose nella nostra testa per placare la nostra sofferenza con ogni cosa che il mercato delle emozioni ci offriva, e non avremmo mai creduto che un giorno l'inferno piombasse in casa nostra. Oggi così siamo spaventati, angosciati, e diciamo a noi stessi; perché? perché ci odiano tanto? cosa abbiamo fatto di male per meritarci questa catastrofe immane? Tutti noi adesso abbiamo paura, il nostro mondo rischia un collasso economico sociale perché pochi barbari ci hanno attaccato nel cuore del nostro impero civile che credevamo invincibile. Il fattore umano ha prevalso su quello tecnologico poiché a nessuno sarebbe venuto in mente che qualcuno potesse sacrificare la propria vita andandosi a schiantare contro i simboli della sicurezza; quella economica, quella militare e quella dell'autorità politica.

Adesso non c'è più sicurezza su niente perché il nemico della civiltà potrebbe colpire in ogni momento e il suo messaggio di morte è stato esplicito, così tutti o quasi tutti si aggrappano a quelle autorità che prima criticavano o applaudivano, perché adesso la priorità assoluta è distruggere il terrore con ogni mezzo, militare ed economico, e devo dire che ci stiamo riuscendo alla grande, perché i dispacci dal fronte del Pentagono dicono che tutto sta procedendo secondo i piani che le autorità costituite hanno messo in atto per far fronte a questa nuova emergenza planetaria.

Noi cittadini, dobbiamo così stare alle loro parole che sarà fatto quel che sarà fatto per il bene della nostra civiltà e quella musulmana.

Dicono quindi che non sarà una guerra di religione ma solo una guerra contro dei fanatici criminali che seguono un pazzo miliardario di nome Bin Laden. Costui invece di fare come i suoi colleghi capitalisti che se la godono alla grande vivendo nel lusso più sfrenato, costui vive invece come un barbone e proclama agli infedeli e ai corrotti una guerra santa. A noi questa cosa potrà sembrare assurda e persino ridicola visto che siamo entrati nel terzo millennio, poiché per noi che viviamo nel benessere e nell'opulenza quel pazzo che è comparso sui teleschermi di tutto il mondo va solo annientato perché il suo è solo un delirio farneticante.

Ma noi non dobbiamo vederla dal nostro punto di vista ma dal punto di vista, dei musulmani che non vivono nella bambagia come noi, quindi per loro Bin Laden è un miliardario che non parla dal palazzo sontuoso ma parla seduto per terra mettendosi al loro livello di povertà eliminando così tutte le gerarchie terrene e innalzando solo quella di Dio onnipotente.

Questa magistrale operazione simbolica mette in atto un meccanismo di identificazione che può innescarsi in tutto il mondo islamico non nelle classi alte ma nella stragrande massa di esseri umani che vivono per terra come Bin Laden e di questo noi che siamo persone colti e intelligenti non abbiamo colto l'importanza, poiché stiamo combattendo un nemico che ci conosce bene giacché lui ha vissuto tra noi e si serve dei nostri stessi strumenti per farci la guerra.

Dobbiamo capire che Bin Laden non è uno stupido né un pazzo, perché se fosse pazzo dovrebbe essere più curato che giustiziato, ma siccome i confini della normalità e della pazzia sono sottili, quello che lui sta facendo è il modo estremistico di difendere un mondo in cui lui crede ciecamente. Nella sua logica politico religiosa c'è un fanatismo dettato da un desiderio frustrante di tutti i Barabba di voler realizzare il proprio sogno di scacciare gli infedeli e l'oppressore dalla propria terra. Per lui noi siamo l'impero Romano che ha invaso la sua terra, questo per noi è inaccettabile e incomprensibile ma bisogna entrare nella testa dei Barabba per capirne il progetto per noi fanatico ma per il Barabba Bin Laden è il sogno della sua vita.

Per non fargli realizzare il suo sogno distorto dovevamo spiazzarlo con una mossa non prevedibile come la guerra, ma una mossa a cui lui non avrebbe mai pensato; quella di capovolgere tutti i dettami della guerra facendo l'opposto della guerra inviando sull'Afghanistan il più grande aiuto umanitario mai realizzato nella storia umana. Questo sarebbe stato il mezzo più efficace per sconvolgere i piani di Bin Laden poiché solo la vita può fare aprire gli occhi a chi vede in Bin Laden un liberatore, noi invece gli abbiamo fatto un regalo immenso che lui sapeva di riceverlo poiché siamo riusciti a farci odiare ancora una volta perché a noi non interessa capire il Caino Bin Laden giacché la priorità assoluta è che lo vogliamo vivo o morto anche a costo di far scoppiare la fine del mondo.

con cuore

Bruno Franchi

Siamo qui per ricordare di essere Dio

Sito : http://www.brunofranchi.it