Ecco copia di un messaggio inviato al Presidente della Repubblica. Ovviamente, non serve quasi a nulla, ma immagino che potrebbe fare qualche effetto se di simili mails ne arrivassero molti - ricordo nel caso che bisogna scrivere a presidenza.repubblica@quirinale.it, e che e' importante FIRMARE DANDO IL PROPRIO INDIRIZZO STRADALE.

(UB, Pg, 12.11.2001)

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Articolo 11 della Costituzione - Dubbi...

Signor Presidente,

mi permetto manifestarLe tutte le mie perplessita' in ordine a possibili violazioni dell'articolo 11 della Costituzione, con cui i Padri fondatori della Repubblica ripudiarono "la guerra come [...] mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", e che il discusso voto parlamentare del 7.11 u.s., nonostante fosse pressoche' unanime, sembra aver ignorato. Leggo infatti, tra altri commenti dello stesso tenore, che secondo un autorevole collega, Danilo Zolo, docente di Filosofia del Diritto presso l'Universita' di Firenze: "E' stato stracciato una volta di piu' l'articolo 11 della nostra Carta costituzionale, che consente l'uso della forza esclusivamente come atto di difesa da un attacco in corso" ("Il Manifesto", 8.11.2001).

Lei sa ovviamente meglio di me che, per parafrasare Alexander Hamilton, la Costituzione di un paese puo' essere ritenuta non soltanto un "freno al dispotismo del principe", ma pure "agli abusi e alle interpretazioni del corpo rappresentativo". Inoltre, che se una disposizione di legge puo' di fatto essere aggirata quando e' "oscura" (l'esistenza di questi casi e' stata implicitamente riconosciuta dalla sentenza 24.3.1988 della Corte Costituzionale, in cui si enuncia il principio che "se la legge risulta incomprensibile per oscurità o per oscuro rapporto con altre leggi i cittadini non sono tenuti a conoscerla e quindi a rispettarla"), assai piu' grave (anche solo sotto il profilo del "cattivo esempio") appare invece ignorarla laddove essa ha un significato chiaro per il comune sentire, stravolgendo, mediante vari "espedienti retorici", il senso dei termini in cui e' formulata (ricordo pero' la massima di Confucio: "quando le parole perderanno il loro significato le persone perderanno la loro liberta'"). Non saprei come altrimenti definire quanto letto su "la Republica" dell'8.11.2001 a proposito di una dichiarazione del Ministro per i Rapporti con il Parlamento:

"E' andata bene, ma per carita', si raccomanda a fine giornata il ministro Giovanardi, adesso niente equivoci: "Noi non entriamo in guerra", scandisce, "prendiamo parte a un'operazione di polizia internazionale antiterrorismo, chiaro?". Chiaro, chiarissimo. Anche se e' un po' difficile crederci davvero...".

Qualora certi dubbi avessero qualche fondamento, sarei lieto vederLa prendere tempestivamente, nella Sua alta veste di primo garante della Costituzione, le misure necessarie in un simile frangente storico, che rischia di essere ricordato in modo non propriamente positivo dalle future generazioni.

Ossequi, e auguri per il Suo difficile lavoro,

Umberto Bartocci