Commento alle teorie fisiche - Il rasoio di Occam

(Fabio Cardone)

 

Nell'articolo sui fondamenti assiomatici delle teorie fisiche (cfr. Episteme N. 2) è stato esaminato quanto di oggettivo vi può essere nelle teorie fisiche. In questo commento si esamina quanto vi è di soggettivo. Una versione del rasoio di Occam può essere che "tra varie spiegazioni possibili di una cosa è quella più semplice che ha maggiori possibilità di essere vera". E' possibile enunciare una versione "democratica" di tale rasoio: tra varie spiegazioni possibili di una cosa è la spiegazione più semplice che ha le maggiori possibilità di essere veramente accettata dalla maggioranza. Il rasoio democratico può essere detto altrimenti principio democratico della conoscenza basandolo sul minimo sforzo di comprensione ovvero sulla minima complicazione dei ragionamenti da comprendere. In parole povere lo si può riassumere in un "principio di minimo nello sforzo di conoscenza" ossia, in parole meno nobili, un bellissimo principio di pigrizia.

Il primo commento possibile alle teorie fisiche partendo dall'applicazione del rasoio democratico è che esse sono fondate anche sul fatto, soggettivo, di un principio democratico: ciò che è plausibile è maggiormente condivisibile se la maggioranza lo accetta.

Il secondo commento è che le teorie fisiche sono fondate su un altro fatto soggettivo, il cosiddetto principio estetico: ciò che piace alla maggioranza è accettato. Nella scienza l'unione del principio estetico con quello democratico è umanamente invincibile e può essere vinto, con pazienza, solo dalle prove sperimentali inequivocabili, Galilei docet! Ovvero un sistema della fisica le cui teorie siano il risultato dialettico di tale unione non può, e non deve, essere vinto soggettivamente con puri ragionamenti umani ma può esser sconfitto oggettivamente con esperimenti.

In comune le teorie fisiche hanno un desiderio, in senso latino di rimpianto, di semplicità.

Il terzo commento è , quindi, la seguente constatazione. Ritenere che la natura sia semplice è bello e facile, porta a spiegazioni di minimo sforzo di comprensione e conseguentemente con maggiori possibilità di soddisfare il principio di pigrizia e quello di estetica.Alla maggioranza piace ciò che è facile e lo chiama semplicità della natura ottemperando al principio di pigrizia ed essa realizza così l'unione del principo estetico con quello democratico: il rasoio.

Il rasoio taglia la possibilità che la natura sia complicata, ma non lo può escludere. Quindi si passa ad esprimere le leggi fisiche e le leggi di natura per approssimazioni successive, ovvero per successive illusioni di semplicità o meglio per rasoi successivi: le teorie fisiche. La conoscenza apparentemente sarebbe una successione di colpi di rasoio, ma prima o poi giunge il momento di cambiar rasoio. La scelta d Lorentz, usando una analogia storica relativa alla teoria della relatività, è il momento in cui si deve cambiar rasoio, il precedente avendo la lama consunta incapace di tagliare le nuove evidenze sperimentali.

Nella costruzione di una teoria fisica una domanda sorge spontanea, perché mai non si accetta la possibilità che la natura possa essere apparentemente semplice oppure apparentemente complicata, e considerare equanimemente le due possibilità senza sottostare al "principio di pigrizia". Questa disposizione paziente alla complicatezza della natura aiuta a ridurre il contributo di soggettività della logica umana per aumentare la considerazione oggettiva della logica della natura.

Il processo di costruzione di una teoria fisica potrebbe partire, invece che dal rasoio, dalla constatazione che la logica della natura non è logica umana. Il campo di dominio incontrastato della logica umana è il linguaggio di rappresentazione della natura, mediante teorie fisiche, tale linguaggio non può che essere matematico ossia quantitativo e sinottico nella sua forma ideogrammatica. Compito della logica umana non può essere il radere ma l'adeguare; sempre mediante il linguaggio, le caratteristiche logiche delle entità misurate con le caratteristiche logiche della matematica con cui la teoria le descrive.

Si può concludere con un esempio che illustri e al tempo stesso dia la ricetta operativa di una tale sorta di principio di "aderenza logica" tra logica della natura, il dato oggettivo del fenomeno misurato, e logica umana, il dato soggettivo del linguaggio utilizzato. Se le grandezze misurate presentano una struttura discreta o continua si deve ricercare corrispondentemente una matematica discreta o continua. Inoltre si dovrà imporre che le variabili incognite del linguaggio matematico siano solamente quelle corrispondenti alla grandezze misurate.

A commento finale si può constatare come la teoria della relatività abbia realizzato appieno tale prescrizione di "aderenza logica", invece la meccanica quantistica l'abbia applicata perfettamente al contrario.

Nondimeno queste teorie fisiche sono le ultime due lame del rasoio democratico a doppio taglio che usiamo nel tempo presente.

NOTA: Per il partito dei puristi a cui l'autore talvolta si associa è opportuno specificare che nella letteratura in lingua italiana Guglielmo da Occam, inventore del suo rasoio logico, viene indicato con varie grafie del luogo d'origine, per citarne alcune Okam, Ockam, Ockham, Ocham, Occham e Occam prescelta quest'ultima in questo scritto in omaggio alla latinità e per preferenza dettata dalla nazionalità dell'autore.