Cinquant'anni dopo Mondi in Collisione:

rivisitando Immanuel Velikovsky

(Emilio Spedicato)


 




Introduzione

Mezzo secolo fa (più precisamente nel 1950 pubblicato da McMillan e nel 1951 da Doubleday, dopo che McMillan aveva dovuto trasferire a questa casa i suoi diritti di pubblicazione sotto minaccia di boicottaggio da una parte del mondo accademico) appariva un libro di sostanziose dimensioni e ricchissimo di riferimenti bibliografici, dal titolo Mondi in Collisione. Il libro fu un best seller negli Stati Uniti nel 1952 ed apparve in sintesi anche sul Readers Digest, ivi compresa l'edizione italiana dal nome Selezione. Allora chi scrive era un ragazzino frequentante la seconda elementare appassionato divoratore di qualunque cosa scritta (purtroppo non molti libri erano allora presenti nella casa dove ci eravamo trasferiti dopo che l'ultimo bombardamento di Milano aveva distrutto con la casa la biblioteca del nonno). Lessi l'articolo su Selezione con immenso fascino, colpito in particolare dalla spiegazione che veniva data del "miracolo" riportato nella Bibbia sul fermarsi del Sole durante l'assedio di Gerico.

Dimenticai poi il nome dell'autore e del libro, per ricordarmene improvvisamente oltre trenta anni dopo, discutendo con un collega inglese alcune idee mie sulle origini catastrofiche delle glaciazioni e sulla possibilità di spiegare in questo contesto il mito di Atlantide. Velikovsky era stato in superficie dimenticato, ma ovviamente aveva lasciato un seme nel profondo, che a distanza di tempo si era risvegliato.

Quando il libro uscì, Velikovsky (che nel seguito citiamo semplicemente con V.) era uno sconosciuto per il grande pubblico, anche se il suo nome era noto ad una cerchia di specialisti. Infatti, oltre a numerose pubblicazioni nel campo della psichiatria, dove aveva operato professionalmente per molti anni in Israele, negli anni Trenta V. aveva edito in stretta collaborazione con Eistein la rivista Scripta Universitatis atque Bibliothecae Hierosolymitarum, strumento culturale che poi si evolse nella Università Ebraica di Gerusalemme. Il grande successo del pubblico fu dovuto a vari fattori, in parte connessi al clima postbellico caratterizzato da un risvegliato interesse per le tradizioni religiose e da sentimenti critici nei confronti di una scienza che aveva portato all'arma atomica ed al rischio di un conflitto nucleare. Contribuì anche sicuramente la pubblicità fornita dalla radicale opposizione da parte del mondo accademico ufficiale, con la minaccia andata in porto di boicottaggio della casa McMillan da parte degli astronomi guidati da Shapley e Payne Gaposchkin. Un autore che susciti le ire degli accademici, i quali tendono semplicemente ad ignorare chi proponga idee in contrapposizione con le loro, è una rarità. Il libro fu seguito nel giro di alcuni anni da altri non meno rivoluzionari relativi alla geologia terrestre ed alla cronologia della storia antica, con conseguente revisione di vari capitoli del passato così come appaiono nei libri standard.

Oltre che alla pubblicazione delle sue monografie, V. fu anche coinvolto in una serie di conferenze in vari paesi del mondo e fu l'ispiratore di alcune riviste e gruppi di studio, alcuni dei quali ancora attivi, che hanno portato avanti il suo approccio. Va detto che molte idee di V. sono ormai accettate dal mondo accademico, anche se di solito non si fa riferimento al suo ruolo iniziatore.

Il dibattito e l'influenza di V. sono stati importanti in particolare nel mondo anglosassone (USA, Canada, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda). Poca l'attenzione nel mondo latino, forse a causa del minore interesse in questi paesi per le tematiche di tipo biblico. Dobbiamo comunque ricordare per l'Italia come V. sia stato valutato positivamente sia dal grande matematico statistico Bruno de Finetti, che dallo storico della scienza Federico Di Trocchio, che gli ha dedicato un ampio capitolo del suo libro Il Genio Incompreso.

Nelle prossime sezioni vediamo alcuni elementi della biografia di V., quindi i contenuti fondamentali delle monografie Mondi in Collisione ed Ages in Chaos, con cenni alle altre monografie storiche. Diamo quindi alcune informazioni sul convegno organizzato in occasione dei Cinquanta Anni dalla pubblicazione di Mondi in Collisione presso l'Università di Bergamo.

Immanuel Velikovsky: elementi biografici

Velikovsky nacque nel 1895 a Vitebsk, città della Russia sulla Dvina Occidentale, allora di circa 70.000 abitanti, molti dei quali Ebrei, città natale anche di Chagall. Terzo figlio, il nome Immanuel fu scelto dal padre durante una solitaria passeggiata nei boschi dei dintorni. Leggiamo dalla sua autobiografia (Days and Years) disponibile nel sito internet curato da Jan Sammer (www.varchive.org) "il nome fu scelto da un verso del settimo capitolo di Isaia; non c'era alcun Immanuel fra gli avi noti a lui. ...si attendeva da me un grande compito in relazione alla tragica storia della nostra nazione... va visualizzata la personalità di mio padre, un Ebreo impegnato con una visione di rinascita nazionale...quando avevo sette anni mio padre mi mostrava il capitolo di Isaia dove si trova il nome Immanuel...".

Il 1895 era l'anno in cui Freud iniziava a scrivere L'interpretazione dei sogni, in cui Roentgen scopriva i raggi X, ed in cui, il 10 giugno, giorno della nascita di Velikovsky, Herzl scriveva nel suo diario "riprendo in mano il filo rotto della tradizione del mio popolo: Lo porterò alla Terra promessa".

Da Vitebsk la famiglia si trasferì presto a Mosca, dove il padre ebbe grande successo nel commercio e divenne uno dei leader e finanziatori del movimento sionista. Fu lui fra gli organizzatori di acquisti di terreni in Palestina da cui nacquero i primi kibbutz.Immanuel fece studi classici, eccellendo in matematica ed imparando numerose lingue. Dopo vari viaggi in Europa e Palestina (Tell Aviv esisteva da soli tre anni), si laureò in medicina a Mosca nel 1921, dopo avere fatto parte degli studi a Montpellier. Uscì dalla Russia rivoluzionaria con un viaggio avventuroso per la via del Caucaso sistemandosi a Berlino, dove sposò Elisheva Kramer, brillante violinista e pianista. Iniziò in questo periodo l'attività di editore della rivista su citata Scripta Universitatis… , la cui sezione di matematica e fisica era curata da Albert Einstein.

Dal 24 al 39 visse in Palestina; del 30 è un suo lavoro in cui, per la prima volta nella letteratura, si propone che l'epilessia sia caratterizzata da encefalogrammi patologici.

L'interesse di Velikovsky per una reinterpretazione della storia antica fu acceso dalla lettura dell'opera di Freud Moses and Monotheism. In alternativa alla tesi allegorica di Freud, Velikovsky concepì l'idea che il faraone Akhnaton fosse la figura reale dietro la figura mitica di Edipo.Tale idea fu successivamente sviluppata nel 1930 durante un anno sabbatico passato nelle biblioteche di New York, e diede origine allo straordinario libro Oedipus and Akhnaton, pubblicato solo nel 1960, che chi scrive ha letto non stop fra le nove di sera e le tre di mattina. Qui gli straordinari parallelismi fra i dati storici su Akhnaton ed i dati della tradizione greca su Edipo sono sviluppati nel contesto di una datazione di Akhnaton ben più recente di quella di Mosè, anzi più recente di quella di Salomone: nel nono secolo AC, poco prima della conquista dell'Egitto da parte degli Assiri, tema questo di una delle sue opere ancora non pubblicate, The Assyrian Conquest, disponibile nel citato sito internet.

Nell'aprile del 1940 Velikovky concepì l'idea di una grande catastrofe naturale al tempo dell'Esodo, interpretando quindi i fenomeni descritti nella Bibbia come le dieci piaghe in termini di eventi catastrofici di origine extraterrestre. La scoperta della descrizione di eventi simili in una fonte egiziana, il papiro Ipuwer della collezione di Leiden, lo convinse della validità dell'idea, spingendolo ad abbandonare la redditizia attività di psichiatra per uno studio a tempo pieno di fonti antiche e di autori moderni in relazione al suo approccio catastrofico. Mondi in Collisione fu il risultato di dieci anni di ricerche nelle grandi biblioteche di New York e Princeton (all'inizio della seconda guerra mondiale Velikovsky si era trasferito definitivamente a Princeton). Seguirono a breve distanza le altre opere sulla revisione della cronologia della storia antica e sulla evidenza di catastrofi nella storia geologica della Terra.

A Princeton Velikovsky ristabilì contatti amichevoli e frequenti con Einstein, con lunghe ore di discussione su temi astronomici e storici, inframmezzate da sedute musicali, dove il violinista Einstein era accompagnato al pianoforte da Elisheva. La storia dei suoi rapporti con Einstein è contenuta in uno dei libri ancora non pubblicati (Before the Day Breaks), disponibile nel citato sito internet.

Durante gli anni Cinquanta e parte dei Sessanta Velikovsky fu persona non grata nelle università e centri di ricerca in USA. Tuttavia dopo che le prime missioni spaziali confermarono in modo spettacolare parecchie delle sue previsioni sul sistema solare, fu invitato a tenere conferenze in varie università (Brown, Yale, Pennsylvania, Columbia, Dartmouth, Duke, Rice...); straordinario fu il successo di sue conferenze nei primi anni Settanta ad Harvard ed alla McMaster.

Velikovsky è morto, a 84 anni, a Princeton, nel 1979. L'archivio delle sue opere - fra cui le numerose non pubblicate - è tuttora nelle mani delle due figlie che gli sopravvivono, Ruth, psicanalista a Princeton, e Shulamit, la primogenita, che vive in un kibbutz presso Haifa, sposata con il noto matematico israeliano Abraham Kogan.

Mondi in Collisione

Mondi in Collisione fu pubblicato negli Stati Uniti da McMillan nel 1950 e a partire dall'anno successivo da Doubleday, cui erano stati trasferiti i diritti di pubblicazione, dopo che Shapley aveva fatto obliquamente osservare alla McMillan che il suo ruolo di importante editore accademico nel campo astronomico era minacciato dalla continuata presenza fra i suoi titoli del libro di Velikovsky (la storia di questo ed altri episodi dei difficili rapporti fra V. ed il mondo accademico si trova nel libro di V. Stargazers and Gravediggers, pubblicato postumo nel 1983 con copyright di Elisheva V.). Il libro fu un immediato successo di pubblico - sebbene fosse stato rifiutato da vari editori precedentemente contattati - e definito dal New York Times "A literary earthquake". Nella prefazione alla successiva Paperback Edition scriveva V.: First published in 1950, this book was left unchanged in all subsequent printings … in 1950 it was generally assumed that the fundamentals of science were all known and that only details and decimals were let to fill in. In the same year, a cosmologist, certainly not of a conservative bent of mind, Fred Hoyle, wrote in the conclusion of his book "The Nature of the Universe": "Is it likely that any astonishing new developments are lying in wait for us? Is it possible that the cosmology of 500 years hence will extend as far beyond our present beliefs as our cosmology goes beyond that of Newton? … I doubt whether this will be so. I am prepared to believe that there will be many advances in the detailed understanding of matters that still baffle us … But by and large I think that our present picture will turn out to bear an approximate resemblance to the cosmologies of the future…". Che l'opinione di Hoyle fosse quella effettivamente dominante allora è stato confermato alle orecchie di chi scrive dalla affermazione fatta dal prof. Salvini, insigne fisico italiano e ministro della ricerca e dell'università pochi anni orsono, ad una riunione in Roma organizzata dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in relazione ai programmi di ricerca della missione GAIA programmata dall'ESA (per il 2012): Quarant'anni fa credevamo di conoscere tutto, ora siamo in profonda incertezza (citazione non verbatim). Va detto a proposito di Fred Hoyle che egli è poi stato fra i proponenti di teorie spesso alternative a quelle più diffuse, nonché acceso critico della teoria del big bang (nome ironicamente proprio da lui coniato); V. è citato nella autobiografia di Hoyle - si erano incontrati ad un seminario tenuto da Hoyle - senza alcuna critica.

Il libro Mondi in Collisione parte dalla ipotesi che gli eventi di natura chiaramente catastrofica descritti nella letteratura antica, ed in particolare nella Bibbia, siano fenomeni effettivamente accaduti, la cui spiegazione non può essere data in un contesto puramente terrestre e va quindi attribuita ad interazioni fra il pianeta Terra e corpi extraterrestri. Analizza in particolare due eventi catastrofici - il primo associato all'Esodo, il secondo all'assedio di Gerusalemme da parte di Sennacherib, avvenuto qualche anno dopo che Sargon II aveva conquistato e deportato le dieci tribù di Israele. Ipotizza quindi che gli agenti extraterrestri delle due catastrofi siano stati nel primo caso il pianeta Venere, nel secondo caso il pianeta Marte, pianeti allora in orbite diverse da quelle attuali, più ellittiche, e reduci da precedenti interazioni con i grandi pianeti del sistema solare. Con l'ultima catastrofe le orbite dei due pianeti sarebbero state infine circolarizzate e sarebbe terminato per il pianeta Terra il periodo catastrofico, dove i pianeti costituivano una effettiva minaccia, dove l'astrologia era quindi una forma di scienza basata sullo studio di una realtà diversa del sistema solare. Il libro contiene prevalentemente riferimenti alla letteratura classica e mitologica e riferimenti di tipo solo qualitativo alle correnti teorie scientifiche (un migliaio di citazioni, anche di testi rari ed in molte lingue). Pur non contenendo alcuno sviluppo quantitativo - ed un trattamento quantitativo degli scenari proposti sarebbe anche oggi probabilmente al di là della capacità di modellizzazione e di calcolo - contiene alcune affermazioni critiche nei confronti degli scenari astronomici tradizionali, dove è virtualmente presa in considerazione solo la forza di gravità, trascurando effetti elettromagnetici, sia su grande scala che nel caso di passaggi ravvicinati fra corpi celesti.

Non è qui il caso di passare in rassegna in dettaglio il contenuto del libro, scritto in uno stile sintetico e chiaro e quindi densissimo di informazioni e di proposte (molte delle quali date in forma ipotetica). Possiamo sintetizzare come segue gli elementi importanti del libro:

Ages in Chaos

Il volume Ages in Chaos uscì nel 1952, primo di una serie di opere a carattere storico, cui seguirono Oedipus and Akhnaton (1960), Peoples of the Sea (1977) e Ramses II and his Time (1977). Ancora non ufficialmente pubblicati ma disponibili nel sito internet creato da Jan Sammer sono i volumi The Assyrian conquest e The dark ages of Greece.

L'idea fondamentale di V. è che la cronologia ufficiale del primo e secondo millennio avanti Cristo relativa all'Egitto ed alle civiltà che vengono datate per correlazione con la civiltà egiziana (fra cui quella micenea, cananea, ugaritica, cretese…) non sia corretta, fatto che spiega la essenziale impossibilità di agganciare gli eventi descritti nella Bibbia con corrispondenti elementi descritti nelle fonti egiziane o correlate con queste. Secondo V. l'errore fondamentale in cui è incorsa la cronologia egiziana risale a circa duecento anni fa, agli inizi della egittologia moderna. Allora nel tentativo di agganciare la cronologia relativa ottenibile dagli annali egiziani con una data precisa fu compiuto un errore che ha portato ad allungare di alcuni secoli la storia egiziana. Conseguenza di tale errore è stata l'introduzione dei cosiddetti secoli bui nelle civiltà correlate (ad esempio in Anatolia e nel mondo miceneo), secoli durante i quali non si ha praticamente alcuna evidenza di attività documentata archeologicamente, ma al termine dei quali riprende l'evidenza archeologica, con gli stessi stili presenti all'inizio del periodo buio, come se nel frattempo non ci fosse stata alcuna evoluzione stilistica.

Il problema della determinazione di una cronologia corretta dei popoli antichi è assai complesso, sebbene sia spesso supposto risolto, adottandosi, salvo variazioni di pochi anni, cronologie essenzialmente fissate nel corso del diciannovesimo secolo. Fu un problema al centro dell'attenzione di Isaac Newton, che scrisse un'opera, da lui considerata il migliore prodotto della sua vita scientifica, The chronology of ancient peoples revisited, risultato della sua vastissima cultura classica e biblistica (aveva letto praticamente l'integrale delle opere della patristica graca e latina), recentemente ristampata ma letta quasi da nessuno (il noto biografo di Newton Westfall ne definisce la lettura la peggiore penitenza che possa concepirsi per una persona…). E' un problema che a seguito del lavoro di Velikovsky è stato ripreso da un numero significativo di studiosi, specie in ambito anglosassone (Rohl, James, Bimson, Murphie) e che nei lavori dei tedeschi Heinsohn ed Illig e soprattutto del matematico e statistico siberiano accademico Fomenko, pubblicato recentemente in due tomi della Kluwer, ha portato l'approccio di Velikovsky, in cui sono tagliati repliche di regni e periodi bui, a conseguenze ancora più radicali (eccessive, a parere di chi scrive).

Il volume Ages in Chaos può essere visto come il libro parallelo a Worlds in Collision, dedicato alla cronologia ed alle correlazioni storiche, laddove il primo era dedicato all'analisi dei fenomeni fisici ed a un loro tentativo di spiegazione.

V. individua il periodo dell'Esodo, e quindi l'epoca di Mosè, al termine del medio Regno Egiziano, quando l'Egitto viene invaso da una popolazione di popoli pastori, chiamati Hyksos da Manetone, Amu dalle fonti egiziane dell'epoca, Amalek nell'Esodo, proveniente da est, che occupò l'Egitto, devastandolo, distruggendo città, centri religiosi e gran parte della popolazione. La data specifica proposta da V. è il 1447 BC ed il faraone dell'Esodo, il Tutimaeus o Timaios di Manetone, è l'altrimenti oscuro Dudimose, il cui nome compare nella lista dei faraoni preservata nel Museo Egizio di Torino (parte della quale fu disgraziatamente distrutta nel trasporto dalla Savoia a Torino). In questo scenario Mosè, portando il suo popolo fuori dall'Egitto, lo salva quindi non tanto dalla oppressione degli Egizi quanto da un ben più probabile annichilamento da parte degli Hyksos. Chi scrive ha proposto per il termine Hyksos il significato preciso di popolo dei cavalli e ne ha identificato l'origine nella regione turanica del fiume Amu Darya, da cui gli Amu sarebbero partiti nel corso di un processo mondiale di migrazioni indotte dall'evento catastrofico associato all'Esodo. Chi scrive ha inoltre suggerito che la moglie che Mosè prese nella terra di Kush, usualmente intesa come Etiopia, provenisse in realtà dalla attuale regione dell'Hindukush/Badakshan, unica regione dove venivano prodotti i preziosi lapislazzuli, e che Mosè fosse stato informato dell'arrivo degli Amu dalla famiglia della moglie, il che gli avrebbe suggerito l'urgenza del lasciare l'Egitto e la necessità di allontanarsi per una strada nel deserto, lungi dalla via che gli Amu avrebbero seguito.

La datazione e la collocazione nell'ambito delle dinastie egiziane di V. - ora accettata anche con ulteriori argomenti da Rohl, James, Bimson, Clube… - era in contrasto con quelle tradizionali, che ponevano l'arrivo degli Hyksos a circa 350 anni prima e la partenza degli Ebrei - fatto addirittura dubitato da alcuni - nel corso del Nuovo Regno, spesso all'epoca di Ramses II. Il fatto che le fonti egiziane non ne parlassero era considerato come prova di una certa inattendibilità storica della Bibbia o almeno di una tendenza della Bibbia ad amplificare l'importanza degli eventi relativi al popolo ebraico. La ricollocazione operata da V. ridefinisce completamente il quadro storico con importanti conseguenze sulla storia successiva, essenzialmente sino all'arrivo di Alessandro Magno, a partire dal quale si hanno le precise fonti annalistiche della storiografia classica. Qui diamo solo alcune delle affermazioni di V.:

In tre recenti monografie lo storico libanese Kamal Salibi, professore alla American University di Beirut e direttore del Centro Studi fra le Fedi di Amman, ha sostenuto che la terra del latte e del miele dove Abramo si stabilì (in una epoca che nell'ambito della cronologia di V. può essere identificata con il 1850 BC circa, tempo anche del faraone Sesostri I Il Grande), sia l'attuale regione dell'Arabia sud-occidentale chiamata Asir. A parere di chi scrive l'approccio di Salibi può perfettamente accordarsi con quello di V. portando addirittura a rafforzarne le conclusioni.
 


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[Una presentazione dell'autore si trova nel numero 1 di Episteme]

E-mail: emilio@unibg.it
 
 

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Ottobre 20-21, 2001: un convegno su Velikovsky

all'Università di Bergamo


 


In occasione dei cinquanta anni dalla pubblicazione di Mondi in Collisione sarà organizzato presso il Dipartimento di Matematica dell'Università di Bergamo un convegno dedicato ad una rivisitazione dell'opera citata di Velikovsky ed ad una disanima di temi ad essa associati alla luce delle conoscenze attuali. Il convegno è organizzato da chi scrive, il quale da vari anni ha contatti con studiosi che furono associati con Velikovsky e che inoltre è coinvolto in attività di ricerca sui sistemi dinamici n-body gravitazionali. Il convegno si svolgerà con il seguente programma:

Sabato 20, mattina:

Prof. Emilio Spedicato, Un. di Bergamo:

Introduzione alla conferenza

Prof. Federico Di Trocchio, Un. di Lecce:

Velikovsky come genio rifiutato

Jan Sammer, Prague:

Sul sito web di Velikovsky e sulle sue monografie ancora non pubblicate

Prof. Alfred De Grazia (Princeton) e dr. Immanuel Velikovsky (presentazione di Amy De Grazia)

Una comunicazione finale, 14 Novembre 1979

Prof. Alfred De Grazia (Princeton):

Prima dei Mondi in Collisione di Velikovsky: lo scenario di Solaria Binaria

Sabato 20, pomeriggio:

Prof. Laurence Dixon, Un. Hertfordshire, UK :

I cambiamenti di orbite planetarie proposti da Velikovsky non violano le leggi di conservazione

Ammiraglio Dr. Flavio Barbiero, Accademia Navale, Livorno:

Sulla possibilità di rapidi cambiamenti nella direzione dell'asse terrestre dopo impatti con asteroidi o comete

Dr. Walter Baltensperger, Centro Brasiliano di Ricerche in Fisica, Rio de Janeiro:

Sullo spostamento geografico dei poli geografici dopo incontri ravvicinati con oggetti di dimensioni planetarie

Prof. Emilio Spedicato, Un. di Bergamo:

Argomenti per un impatto di tipo super Tunguska sull'Oceano Pacifico nell'anno 1178 AD

Prof. Chandra Wickramasinghe, Un. di Cardiff, UK

Nuova luce sull'origine della vita

Dr. Antonino Del Popolo, Un. di Bergamo:

Sistemi planetari extrasolari: risultati delle osservazioni e problemi teorici

Domenica 21, mattina:

Prof. Erasmo Recami, Un. di Bergamo:

Catastrofismo ed uniformitarismo nella storia dell'astronomia

Dwardu Cardona, editore della rivista Aeon, Vancouver:

Saturno prima del Sole

Charles Ginenthal, editore della rivista The Velikovskyan, New York:

Le idee di Velikovsky sul ruolo dell'elettromagnetismo nella evoluzione dell'Universo

Dr. Adalberto Notarpietro, Centro di Dinamica Alpina, CNR, Milano:

Earth in Upheaval di Velikovsky e catastrofi di origine extraterrestre nella storia della Terra

Shulamit Velikovsky Kogan, Haifa, Israel

Sulla dimostrazione delle ipotesi di Velikovsky

Il convegno si terrà presso la Sala Conferenze della Università di Bergamo in via dei Caniana n. 2 (non lontano dalla stazione FS e dall'ingresso all'autostrada). E' ad accesso libero e gratuito nel limite della capienza (180 posti) della sala. Per ulteriori informazioni contattare Emilio Spedicato (emilio@unibg.it) o Laura Capelli (dmsiaseg@unibg.it) o il sito: www.unibg.it/dmsia/seminari/Velikovsky_it.html .

Alcune note sui conferenzieri invitati: