Postilla a "Una questione relativa alle origini della massoneria" (Episteme, N. 3)

(Franco Baldini)

 

Naouté sian li pajan.

In una breve nota pubblicata sul terzo numero di Episteme - intitolata Una questione relativa alle origini della Massoneria con uno scambio di idee sull'argomento con Bruno d'Ausser Berrau - ho formulato l'ipotesi di un collegamento tra il movimento culturale e poetico dell'Arcadia e la Massoneria moderna inglese delle origini. Collegamento non esclusivo perché è ben documentato che in questa istituzione confluirono numerose altre correnti dell'esoterismo occidentale: tuttavia prima d'ora Arcadia e Massoneria non erano mai state poste in relazione.

Nonostante D'Ausser Berrau non ne fosse al corrente, le implicazioni esoteriche dell'Arcadia - da Sannazzaro a Cristina di Svezia - come ho documentato sono note e universalmente riconosciute dagli specialisti per cui non è il caso che io vi ritorni.

Voglio qui solo aggiungere qualche dato a sostegno della mia congettura.

L'Arcadia era sostanzialmente un movimento esoterico che - in piena controriforma - proseguiva sotto altra veste l'ermetismo delle cosiddette accademie neoplatoniche. Il nome del movimento proviene dal fatto che l'Arcadia era l'unico luogo in cui - secondo Erodoto - dopo l'invasione dei Dori erano stati conservati e tramandati i misteri di Demetra - l'Iside degli Egizi - originariamente portati in Grecia dalle figlie di Danao e da queste trasmessi ai Pelasgi. La qualifica di "pastori" è parimenti da riconnettere al nome di Pimandro, titolo di un importante scritto ermetico. Uno dei primi commentatori moderni dell'ermetismo, Louis Ménard, pone infatti l'accento su una sorta di tradizione "pastorale" - la parola Pimandro significa in effetti "pastore" - derivata dalle scuole dei Terapeuti egizi: l'insegnamento di questa tradizione si sarebbe tramandato proprio attraverso la rivelazione ermetica. È anche da ricordare che i sacerdoti del culto di Dioniso - l'Osiride egizio - erano noti come boukóloi, cioè "mandriani". Echi di questa definizione pastorale del sacerdozio rimangono notoriamente anche nella religione cristiana.

La tematica dell'Arcadia fu significativamente introdotta in Inghilterra da Sir Philip Sidney (1554-1586), letterato-ermetista allievo di John Dee ed amico di Giordano Bruno, autore di un poema intitolato appunto Arcadia.

 

 

È sufficiente leggere l'ottimo libro di Vittoria Feola Origini e sviluppi della massoneria in età moderna (Bastogi, Foggia, 1999) per rendersi conto dell'influsso di Dee e Bruno, nonché dei loro allievi, sull'istituzione in questione.

La tradizione "arcadica" inglese sopravvisse certamente per oltre cent'anni: uno dei primi Grand Master della Gran Loggia di Londra fu Sir Philip Wharton (1698-1731), il quale si fece ritrarre proprio in vesti di pastore d'Arcadia: ciò rende la mia congettura, se non certa, almeno estremamente plausibile.

 

 

Wharton fu assai probabilmente nicodemista, cioè una persona che camuffava le sue vere convinzioni religiose e politiche dietro il paravento delle idee ufficialmente ammesse, e questo spiega l'essenziale della sua vita tormentata. Per l'enorme diffusione del nicodemismo nella società colta inglese del tempo ci si può ancora riportare utilmente al citato libro della Feola.

Wharton fondò il famigerato Hell-Fire Club, di cui sono stati detti peste e corna - accuse di satanismo, deboscia, ecc. - ma che fu assai probabilmente un circolo collegato alla Massoneria in cui si praticava una qualche forma di cultualità dionisiaca.

L'Hell-Fire fu poco dopo resuscitato - sempre circondato dalla consueta aura demoniaca - da Francis Dashwood (1708-1781), anch'egli massone e nicodemista, noto uomo politico dell'epoca ed amico di Benjamin Franklin insieme a cui, nel 1773, revisionò il Book of Common Prayer: strana occupazione per un adepto di Satana!

 

 

In gioventù Sir Francis aveva fatto parte della misteriosa Society of Gentlemen of Spalding, i cui membri includevano molti massoni, fondata dall'antiquario Maurice Johnson. Ne facevano parte l'antiquario e Druido Capo Dr. Rev. William Stukeley, Sir Isaac Newton, il professor Andreas Celsius di Uppsala, Joseph Banks (padre di Sir Joseph), John Anstis, il poeta John Gay, John Theophilus Desaguliers e il Cavaliere Ramsay (in questo caso tutt'altro che in opposizione tra loro!), infine Sir Hans Sloane, presidente della Royal Society.

Probabilmente Dashwood ricreò l'Hell Fire Club su suggerimento di Lady Mary Wortley Montagu (1689-1762), la famosa scrittrice e divulgatrice della vaccinazione antivaiolosa, che aveva fatto parte del primo Club - era stata l'amante di Wharton - e fece parte anche del secondo, insieme al fratello di Dashwood, John Dashwood-King, John Montagu Earl di Sandwich, John Wilkes, George Bubb Dodington, il barone Melcombe, Paul Whitehead, il principe di Galles, il pittore William Hogarth e altri.

 

 

Per testimoniare la probabile orientazione pagana e misterica dei Medmenham Monk's - così venivano chiamati i membri del Club, dal luogo in cui si riunivano - segnalerò brevemente alcuni fatti.

All'ingresso di Medmenham Abbey campeggiava il motto che François Rabelais aveva assegnato all'abbazia di Thelème: "Fay ce que voudras", "Fa ciò che vuoi", nonché una statua di Arpocrate, il dio del silenzio esoterico.

John Wilkes, un membro importante del Club, che poi abbandonò e contro cui diresse strali velenosi, scrisse: "No profane eye has dared to penetrate into the English Eleusinian mysteries of the chapter-room, where the monks assembled on all solemn occasions, the more secret rites were performed and libations poured forth in much pomp to the Bona Dea." [Eric Towers, Dashwood: The Man and the Myth, Aquarian Press, Wellington, Northamptonshire, 1986, p. 158.]

Horace Walpole, fratello di Sir Robert, uno dei nemici politici di Dashwood, annotò: "Whatever their doctrines were, their practice was rigorously pagan: Bacchus and Venus were the deities to whom they almost publicly sacrificed; and the nymphs and the hogsheads that were laid in against the festivals of this new church, sufficiently informed the neighbourhood of the complexion of those hermits." [Horace Walpole, Memoirs and Portraits, Macmillan, New York, 1963, p. 129.]

Nonostante le frasi precedenti siano accuse di detrattori, esistono scarsi dubbi sulla loro verità: a questo proposito mi limito a segnalare che uno dei pochi arredi rimasti nelle Medmenham's Caves - e può essere visto ancor'oggi - è la statua di Dioniso che riproduco qui sotto.

 

 

Più o meno negli stessi anni un Hell-Fire Club venne fondato anche a Dublino da Richard Parsons, 1° Earl di Rosse, che fu Grand Master della Massoneria irlandese, dal colonnello Jack St. Leger, dal pittore James Worsdale, da Buck Whaley e da un certo Old Bagenal: inutile dire che le voci popolari parlano anche in questo caso di satanismo e deboscia quando la realtà era assai più innocente.

 

 

Dopo di allora le tracce degli ultimi Pastori d'Arcadia inglesi - che si professavano ora protestanti ora cattolici secondo l'esigenza del momento ma erano in realtà pagani, seguaci di Demetra e Dioniso - sembrano svanire nei meandri dell'istituzione massonica...

...e intenzionalmente, dato che - come riferisce Ragon nel suo Rituel du grade de Compagnon - alla fine del XVIII secolo tutte le parole sacre e di passo dell'istituzione vengono ebraicizzate.

Potrei aggiungere molto altro, ma credo che a un ricercatore attento e intelligente quanto ho scritto possa bastare a ritrovare il resto, che non è poco, mi si creda.

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[Una presentazione dell'autore si trova nel numero 3 di Episteme.]

f.baldini@thelema-spf.org

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[A proposito del citato John Dee, e del suo eventuale coinvolgimento nell'attività di società cosiddette "segrete", segnaliamo ai lettori di Episteme un URL nel quale possono trovare l'articolo di Ron Heisler, "John Dee and the Secret Societies", apparso su The Hermetic Journal nel 1992:

http://www.levity.com/alchemy/h_dee.html .]