Ridicola (?) dietrologia intorno al G8

 

Le considerazioni riportate in calce, ricevute da:

Subject: Il Caffè del Piccolo Profeta. Sul "G8".

Date: Fri, 15 Jun 2001 11:25:55 +0200

From: "Marcello" <mapipro@tin.it>

ci sembrano meritare qualche attenzione, anche se i "soloni" che scrivono sui giornali ci avvertono degli eterni pericoli della "dietrologia":

Subject: [politica_cattolici] Respinti sul G8: Qui finisce tutto in cinema

Date: Tue, 10 Jul 2001 02:36:29 +0200

From: David <botti.d@tiscalinet.it>

Al di là del prossimo summit di Genova, su G8 e cosiddetto "popolo di Seattle" qualche ragionamento a bocce ferme bisognerà pur farlo. Magari pirotecnico. Tipo: i contestatori della globalizzazione sono pedine di un complotto isolazionista yankee per inibire i Paesi (soprattutto dell'America Meridionale e dell'Asia) poveri oggi, ma domani chissà. Sergio Romano ride. "Siamo - dice a Tempi - al massimo della dietrologia, che rivela una sorta di distorsione mentale… Oppure significa che il pregiudizio antiamericano è tale da finire sempre per sospettare il peggio. Tra l'altro non dimentichiamo che tutto cominciò appunto al vertice del WTO di Seattle, Stati Uniti, con una sarabanda che macchiò la reputazione politica dell'allora presidente statunitense Bill Clinton, il quale su quell'appuntamento aveva investito moltissimo". … No, non si salva alcunché; come nulla dei radical-chic, dei verdi, e così via. Pensi al fatto che gli "antagonisti" si tengono assieme mediante Internet; si servono cioè degli strumenti della più moderna tecnologia. Luddisti tecnologici: uno splendido ossimoro …

E l'idea secondo cui sarebbe pura manovra protezionista Usa?

Onestamente mi sembra un po' spinta… Parimenti, mi pare sostenibile se inserita nella logica della ricerca del nemico, funzionale a una certa dialettica tipica di tutti i sistemi che mirano a perpetuare la propria preminenza. Finita la Guerra Fredda, gli Stati Uniti necessitano di un Saddam Hussein, di un Gheddafi. E oggi il rais, il nemico per eccellenza, potrebbe davvero essere il "popolo di Seattle", coltivato dunque ad hoc. …

Non le pare che i tanto ansiogeni vertici G8 potrebbero essere utilmente svolti a porte chiuse?

È improbabile, ma si potrebbe. Quando vogliono, i "grandi" lo fanno. Solo che oramai è diventata una passerella a cui nessuno vuole mancare. Una bella photo opportunity… Come le bellezze che vanno alla prima della Scala: di musica non capiscono alcunché, ma debbono farsi vedere. E i cronisti accreditati? Altrettanto inutili, visto che poi si limitano a riprendere i comunicati ufficiali (mentre gli opinionisti, usando l'intelligenza, non hanno bisogno di assistere ai vertici.) Insomma, è un cinema con 4000 addetti ai lavori che sorridono e che stringono mani, mentre tutto attorno orbitano 6000 giornalisti inutili. Più i vocianti facinorosi dell'antagonismo. Un gran bel film, con tutta la sua sceneggiatura, i suoi protagonisti e le sue comparse…

Marco Respinti (c) 2001 - Editoriale Tempi duri s.r.l.

A parte le manifeste "contraddizioni logiche" dell'illustre politologo (Siamo al massimo della dietrologia, che rivela una sorta di distorsione mentale … mi pare sostenibile se inserita nella logica della ricerca del nemico, funzionale a una certa dialettica tipica di tutti i sistemi che mirano a perpetuare la propria preminenza … ), peccato che non ci venga spiegato per esempio come mai siano stati perfino riconosciuti dei "dirigenti" del movimento contestatore: scelti su base elettorale, o in quale altro modo? Funzionali a quali esigenze, e di chi?! Comunque, la "gente" di Genova avra' piacere di sapere che ha dovuto affrontare tanti disagi INUTILI, sperando che addirittura non ne venga fuori qualcosa di peggio, come ammonisce il sempre efficace Maurizio Blondet:

Subject: [politica_cattolici] Blondet sul popolo di Seattle: "La lotta è contro la Ragione serva del capitale"

Date: Fri, 13 Jul 2001 07:34:20 +0200

From: David <botti.d@tiscalinet.it>

Viaggio fra le riviste di certi "antagonisti". Incitamento alla violenza, slogan anarchici e rifiuto sistematico della "ragione". La controcultura che soffia dai centri sociali.

Milano. Istruzioni per l'uso della piazza. "Il costante intendimento dell'agitatore è spingere le autorità a fare un impiego eccessivo della forza, ovvero che sembri eccessivo a giudicare dalle immagini trasmesse dai telegiornali". E come si fa? "Deve verificarsi un incidente che aumenti la tensione; è necessario che gli istigatori facciano ricorso a qualsiasi espediente per tramutare la folla in plebaglia scatenata che dia luogo alla sommossa e alla perdita di controllo da parte delle autorità". Così si legge in un numero recente di Torazine, periodico di "controcultura pop" vicino ai centri sociali. …

Maurizio Blondet, (C) Avvenire

Portale di cattolici: http://www.totustuus.it/

 

(UB, luglio 2001)

Cari amici,

già adesso, a Genova, si respira "aria di guerra". Il progetto è di chiudere le stazioni ferroviarie, il porto, l'aeroporto. La zona dell'incontro dei potenti della Terra è già stata divisa in zone dove, anche per il cittadino normale, sarà difficile accedere. Il disagio per i genovesi sarà notevole. Aria di "guerra", vera e propria. Non sto usando un eufemismo. I capi degli antimondialisti violenti ("e pongo l'accento sul "violenti"... perché ci sono anche quelli "non violenti", come me) si lasciano "sfuggire" vere e proprie dichiarazioni di guerra contro le autorità e le forze dell'ordine.

Mi chiedo: ma con queste premesse, per quale motivo per tali incontri "eccellenti" si continuano a prediligere città?

Visti i presupposti, e per evitare disagi alla cittadinanza (ieri di Napoli, oggi di Genova, domani chissà), ma perchè questi incontri non vengono svolti in luoghi inaccessibili come le Alpi Svizzere (tanto per fare un esempio)?

E' impossibile gestire una situazione del genere in una città, ma sarebbe facile in cima ad una montagna. I "big" parlerebbero degli stessi problemi, si bloccherebbero con pochi mezzi e uomini le vie d'accesso senza grossi dispendi d'energie e il problema sarebbe risolto.

Visto che la soluzione è così facile, e visto che invece non viene attuata, devo dedurre che:

- la guerra prevista, è "prevista e voluta dallo stesso G8",

- e che "G8", e "anti G8 (violento)" sono la stessa zuppa.

Si sostengono, fomentano, sovvenzionano forze violente di opposizione dimodochè, alla loro violenza il cittadino normale risponda con la sua naturale non-violenza, cadendo così di fatto nella trappola mondialista. La storia è vecchia. Ecco perchè, invece di un luogo inaccessibile, si sceglie la città. Coraggio amici genovesi, in "croce", questa volta (i soliti ignoti) hanno messo voi.