PREMESSA

 

 

"Non per niente in difesa del Sistema Copernicano,

nello stesso lasso di tempo, accorrono tra gli altri

anche Bruno e Campanella; amici tutti della rinata scienza

o membri tutti di una sorta di UNICA SOCIETA' SEGRETA".

 

Quando lo scrivente si e' imbattuto nel precedente commento (M. Caleo, "Galileo l'anticopernicano", Dottrinari, Salerno, 1992 , p. 11), nel corso dei suoi ormai ventennali studi sulle origini della scienza moderna, ha pensato che esso esprimesse perfettamente e in modo sintetico quanto a lui stesso era parso di poter concludere, facendo sempre rigorosamente ricorso a una forma di principio di causalita': i progetti degli uomini e i mutamenti storici non sono esclusivo frutto del "caso" (che semmai interviene a rendere il frutto di certe azioni un po' diverso da come era stato teoricamente concepito), e nessuna persona e' in grado di realizzare alcunche' di significativo da sola (qualunque verita' o scoperta che non sia capace di aprirsi una breccia nell'intelletto di altri autorevoli individui resta improduttiva).

Del resto, tracce di una "organizzazione" si riscontrano un po' dappertutto nella storia moderna, e in quella della scienza in particolare (la scienza essendo uno dei principali "vettori" della modernita' - vedi il punto C/1 in questa stessa pagina). Qualche altra importante citazione puo' forse rendere meglio il senso di questo asserto.

 

"The charge that the freethinkers formed a a cabal or party occurs consistently in their opponents' literature. The historian is tempted to dismiss it entirely as a piece of official PARANOIA, but that would be UNWISE. Sufficient evidence exists, most of it unpublished, to posit that many of the freethinkers knew one another, socialized together, engineered literary projects, and even traveled about incognito in London and then on the Continent. Indeed, later in this chapter strong evidence will be presented to support the claim that John Toland belonged to a SECRET SOCIETY from as early as the 1690s which can be best described, for lack of a better term, as an EARLY MASONIC LODGE" (enfasi mie).

 

(Margaret Jacob, "The Newtonians and the English Revoution 1689-1720", Gordon and Breach, New York etc., 1990, pp. 206-207; Cornell University 1976).

 

Le principali domande che si presentano allo storico che si avvia ad indagare in tale direzione e' naturalmente: si tratta davvero di una UNICA "societa' segreta? E se si', di quale di esse?

E' ovvio che, essendo la "massoneria" la piu' nota delle societa' segrete, la "congettura" che viene piu' facile in risposta alle precedenti domande e' che proprio di essa si tratti, pur tenendo naturalmente in doveroso conto il carattere assai composito delle sue particolari forme di associazione (Logge), in diversi tempi e in diversi paesi.

 

Tanto per dare un esempio, diamo un'altra importante citazione relativa al successo, rapidissimo ed "universale", del darwinismo, forse il piu' significativo dei punti d'approdo del "modernismo" a livello politico-sociale.

 

"Fulcro polemico dell'evoluzionismo, la trionfale rivendicazione della stretta parentela tra gli uomini e le scimmie sconvolgeva gli orizzonti etici, culturali e scientifici, ancora imperniati su un antropocentrismo (vale a dire un restaurato geocentrismo radicato nel preteso rapporto privilegiato tra l'Uomo e Dio e, quindi, tra la Terra e Dio), passato pressoche' indenne attraverso l'affermazione della fisica classica e l'avvento di paleontologia, biologia e della meccanica celeste di Immanuel Kant e del napoleonico marchese Pierre Simon Laplace. La "vulgata" dell'evoluzionismo divenne presto uno dei punti d'incontro di certi massoni che, anche senz'avere una precisa cognizione dei contenuti scientifci del darwinismo e delle sue possibili implicanze socio-politiche, dalla strenua lotta della Chiesa di Roma contro la sua diffusione e per la sua stessa provenienza dalla terra di Desaguliers e Anderson [due tra i fondatori della massoneria "moderna" nel 1717] deducevano ch'esso fosse comunque un buon compagno di strada, se non verso la Vera Luce almeno per dissipare le tenebre piu' fitte; e che dalla sua diffusione sarebbe scaturita la definitiva liberazione dai lacci dell'ignoranza e dall'occhiuta "clerocrazia cattolica"".

 

(Aldo A. Mola, "Storia della massoneria italiana dalle origini ai nostri giorni", Bompiani, Milano, 1992, p. 104; e' ancora in questo testo che si evidenzia bene la "contraddizione" fondamentale che qui cercheremo di risolvere: "Da una Istituzione fondata sulla Tradizione ci si puo' attendere, all'opposto, la valorizzazione del passato, contro le ingenuita' giovanili di fare come se la storia non fosse", p. 28; ed ancora nello stesso testo si ammette come le istituzioni politiche attuali traggano origine da questo movimento: "Gl'ideali dell'Ordine sono bene sintetizzati nel "Preambolo" della carta delle Nazioni Unite, il cui simbolo non per caso e' contornato da rami d'acacia", p. 28 ["L'Acacia" si chiama ancor oggi una nota rivista massonica]).

 

Del resto, soccorre tale tesi la seguente osservazione: nel mondo occidentale ha principalmente sostenuto l'interpretazione opposta a quella "modernista" la Chiesa Cattolica, e questa ha creduto di individuare proprio nella massoneria uno dei suoi principali nemici (vedi per esempio il punto C/2 in questa stessa pagina, e gli estratti dalle encicliche ivi riportati; non bisognerebbe neppure dimenticare la "INIMICA VIS", la lettera di Leone XIII spedita ai vescovi italiani l'8 dicembre 1892 che esordiva con tali parole: probabilmente la piu' "forte" definizione della "massoneria", o comunque delle forze ostili alla Chiesa romana e al cristianesimo che sono state il "motore" della modernita').

Da quanto precede si puo' trarre invero il seguente "sillogismo": se viene detto "tradizionale" quanto e' di segno contrario al "modernismo", ecco che l'azione storica della massoneria nel suo complesso va inquadrata sul versante anti-tradizionale…

Come noto, la massoneria "moderna" ha una ben precisa data di nascita, il 1717, quando viene fondata a Londra la Gran Loggia d'Inghilterra, anche se ovviamente il fatto che alla neo-fondazione concorressero piu' "Logge" fa comprendere come si trattasse di un'istituzione almeno di poco piu' antica (vedi il Documento 4). La versione accreditata dalla stessa massoneria, che vedremo presto ampiamente illustrata, e' che l'evento appena citato segna il passaggio dalla antica massoneria "operativa", collegata alle corporazioni di mestiere medievali (nel nostro caso, i veri e propri "muratori"), alla massoneria che suole invece dirsi "speculativa".

Comunque sia, lo scrivente aveva anche creduto di poter individuare una sensata (?) congettura, il cui "valore" e' quello di essere capace di spiegare certi "schieramenti" in favore di un campo o dell'altro quando la situazione storica imponeva una precisa scelta di parte. Essa concorda perfettamente con la seguente affermazione di Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini ("Il Bafometto dei Templari a Firenze", Arktos, Carmagnola - Torino 1988, p. 57):

 

"La Massoneria 'figlia primogenita dell'intellettualismo settecentesco' non nacque in Inghilterra durante l'anelito preromantico al mistero che affonda le radici nella Tradizione e nello spirito medievale, com'e' stato scritto, ma testimone il cinquecentesco Studiolo di Francesco de' Medici, in Italia s'affermo' vari secoli prima di quel che fino ad oggi s'e' detto".

 

Nello studio sulla scoperta dell'America (vedi i punti 1, 2 e A nella pagina dedicata alla Storia della Scienza) si da' un cenno a questa ipotesi, che trovai corroborata da una particolare coincidenza, forse destituita di fondamento, pure assai curiosa. La racconto con le stesse parole che usai allora:

 

"Chi dalla collina di Fiesole, dove sono ancora oggi le splendide ville che furono la dimora di grandi personaggi fiorentini del Rinascimento quali Lorenzo il Magnifico, Giovanni Pico della Mirandola, Angelo Poliziano, etc., scendesse verso Careggi, dove si trovava la sede dell'Accademia platonica di Marsilio Ficino, si imbatterebbe ad un certo punto in una strada traversa chiamata "Via dei Massoni". Nome "antico e d'incerta origine", recita uno dei tanti volumi della serie Strade di Firenze (a cura di P. Bargellini e E. Guarnieri, Firenze, 1977), aggiungendo subito dopo che potrebbe darsi "derivi dalla natura del terreno [...] abbondante di massi pietrosi". Massoni dunque starebbe per "grossi massi" (e strano che questa denominazione non la si ritrovi in altre parti d'Italia dove sarebbe certamente piu' opportuna, a meno che l'accrescitivo di massi non lo si voglia trovare soltanto nel dialetto toscano)…".

 

Tutto originerebbe dalla persecuzione ai Templari da parte della Chiesa di Roma, piu' ispirata da reali motivazioni ideologico-politiche, che non dai meschini interessi materiali di Filippo il Bello, piu' il braccio che non la mente in quell'oscura vicenda. I Templari si erano evidentemente fatti portatori di istanze assai poco gradite all'istituzione che al tempo rappresentava non solo il massimo potere religioso, ma anche quello politico. Citiamo un interessante passo da "Il Dio Occulto Dei Templari" (vedi link N. 35 nella pagina Links):

 

"All'inizio del XIV secolo cominciarono a correre strane voci sull'Ordine dei cavalieri del Tempio, che, ben presto, divennero accuse gravissime: apostasia, idolatria, sacrilegio, sodomia, stregoneria e omicidi rituali. Tra le accuse più gravi mosse ai Templari vi era anche quella di adorare orribili idoli dopo aver rinnegato Cristo, come attestano alcune delle dichiarazioni rese al processo. Un templare morente, Il 14 aprile del 1309, ad una commissione, dichiarò: <<Sono stato ricevuto nell'Ordine quaranta anni fa alla Rochelle dal Fratello de Legione, oggi defunto. Egli mi disse che bisognava rinnegare Nostro Signore. Non mi ricordo se si servì della parola Gesù Cristo oppure crocifisso; è tutt'uno, disse lui (sed dixit ipsi testi quod totum est unum). Io risposi che se anche lo avessi rinnegato sarebbe stato un atto di bocca e non di cuore; cosa che feci... Il Fratello Legione mi ordinò di sputare su una piccola croce ed io sputai una volta nella direzione della croce, e non sopra>> (Jean Marquès-Rivière, Storia delle dottrine esoteriche, Mediterranee, Roma 1984). Pur se con delle varianti il tenore delle deposizioni continua in tal senso. Bisogna convenire con gli scrivani ecclesiastici del secolo XIV, tra i quali Angerius de Béziers, che i cavalieri del Tempio erano depositari di un misterioso culto <<falso ed ingannevole>>? Sembrerebbe ormai assodato che in seno all'Ordine si celebrassero rituali segretissimi. E' anche certo "che i filosofi arabi abbiano influenzato i rudi soldati del Tempio ... Se si dice influenza materiale, si intende impregnazione spirituale ed anche <<osmosi mistica>>, in un certo senso" (Ibid.). Sicuramente l'Ordine accolse elementi dottrinari e rituali dell'esoterismo orientale. Subì l'influsso delle confraternite esoteriche musulmane insieme al disegno di un'unificazione del mondo e di un nuovo ordinamento sociale".

 

Proseguendo nell'illustrazione dell'ipotesi, dopo la drammatica distruzione del Tempio (l'Ordine venne sciolto nel 1312, e il suo ultimo Gran Maestro ufficiale sali' al rogo a Parigi nel 1314), "nuclei" templari sopravvissero nascostamente in Francia, in Italia (d'onde il valore della precedente citazione di Lensi Orlandi Cardini), etc., inoltre certamente in Portogallo (il fondatore del Centro di Cultura Nautica di Sagres, nel 1416, il principe Enrico detto il Navigatore, era Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri di Cristo, nient'altro che l'ordine templare riciclatosi in Portogallo). Successivamente alla cacciata degli Ebrei dalla Spagna (il legame ebraismo-templari, ebraismo-massoneria e' uno dei "fili" importanti da approfondire in questa storia), all'invasione del Portogallo da parte della cattolica Spagna, la forza anti-tradizionale, animata da comprensibili propositi di vendetta e di rivalsa, si sposta in Inghilterra (insistite "voci" parlano di un rifugio templare in Scozia gia' nel XIV secolo), e li' sposa i suoi destini a quelli della nazione ospitante, diventando, dopo qualche tempo, appunto la "massoneria".

Che tale "trasformazione" sia avvenuta sui residui di cio' che restava delle dette corporazioni medievali "operative" e' questione secondo la presente ottica del tutto marginale. Chiarissimi risultano invece, a parere dello scrivente, in quest'opera di "riprogettazione" e di guida il ruolo di Francesco Bacone (1561-1626). Si veda quanto se ne dice nel Cap. IX del testo dianzi citato (punto A della pagina Storia della Scienza), dal quale vogliamo estrarre i seguenti mai abbastanza citati "versi":

 

"A Golden Age Empire

under Anglican England's world leadership

to be based not on war

but on strength, peace, compassion

and a vigilant use of knowledge, science, intelligence,

espionage and secrecy".

 

(da S. Dedijer, "The Rainbow Scheme - British Secret Service and Pax Britannica", in "Clio goes spying: Eight essays on the History of Intelligence", Wilhelm Agrell and Bo Huldt Eds, Lund Studies in International History, Scandinavian University Books, 1983. In questo lavoro si riconosce la necessita' per comprendere la storia, almeno del periodo in esame, di saper decodificare messaggi cifrati, ed interpretare il linguaggio dei simboli e delle immagini).

 

Si spiegherebbero cosi' il successo crescente dell'Inghilterra nella storia europea, oltre a diversi "particolari" su cui non abbiamo qui tempo di soffermarci (relativi per esempio alle vicende della guerra d'indipendenza americana, alle guerre napoleoniche, e numerose altre "strane storie").

 

E' a questo punto che e' e avvenuto un contatto con lo studioso Flavio Barbiero (Documenti 1 e 2 - si ringrazia vivamente l'Amm. Barbiero per aver messo a disposizione dei lettori di questo sito alcuni risultati delle sue ricerche), che aggiunge all'ipotesi dianzi sommariamente delineata un altro "segmento", che con essa si integra, almeno dal punto di vista "logico", perfettamente (anziche' di una "involuzione" in senso anti-cristiano, o anti-cattolico dell'Ordine, la stessa fondazione dei Templari sarebbe stata conseguenza di un disegno preordinato, allo scopo di "ricostruire" una sede d'appoggio in Terra Santa…).

 

Le pagine che seguono non hanno alcuna pretesa di affrontare in modo sistematico ed organico un problema che appare, come detto, di notevole importanza per quanto concerne ogni "interpretazione" della modernita', e del quale Frances Yates (nel Cap. XV del suo interessante "Il rosacrocianesimo e la massoneria", Einaudi, Torino, 1976) dice assai giustamente:

 

"Il ricercatore ha l'impressione di sprofondare disperatamente in una palude senza fine ... Le origini della massoneria sono uno dei problemi piu' discussi e discutibili in tutto il campo della ricerca storica".

 

Ci si limitera' ad offrire al lettore testimonianza di un vivace dibattito che ebbe origine nel corso della valutazione della nuova ed originalissima ipotesi, principalmente per opera di un difensore della tesi opposta: la massoneria sarebbe invece un'istituzione antichissima di carattere tradizionale e decisamente non modernista, e sarebbe semmai stata anch'essa "infiltrata" da tendenze alla sua costituzione estranee, cosi' come esse si sono insinuate nella Chiesa Cattolica (vedi punti C/2 e C/3 di questa stessa pagina).

Il competente interlocutore, Bruno d'Ausser Berrau (d'ora in poi BdAB), e' uno studioso indipendente di storia delle religioni e temi di carattere tradizionale, che ha pubblicato in proposito diversi saggi, alcuni dei quali saranno presto proposti ai lettori di "Episteme - Physis e Sophia nel III millennio" (vedi link N. 14 nella pagina Links). Quelli che seguono sono alcuni degli interventi effettuati nel corso del dibattito, raccolti in modo non sempre cronologicamente ordinato, e con qualche omissione dovuta a motivi di "discrezione", su opinioni piu' strettamente personali o su temi ancora oggi difficilmente affrontabili in pubblico con la necessaria franchezza. Si spera che il complesso delle notizie offerte sia comunque interessante per tutti coloro che sono interessati a comprendere un po' meglio la nostra "vera" storia recente...

 

* * * * *

 

Una replica di BdAB allo scrivente a proposito del possibile (?) cripto-giudaismo templare…

 

 

Veniamo ora, ancora una volta, ai Templari (fondati intorno al 1118): San

Bernardo redasse la loro Regola (Concilio di Troyes, 1128, redazione

definitiva nel 1131) e la commentò poi nella famosa epistola De laude novae miltiae dove sono illustrati quei concetti che pongono in relazione il

simbolo del Tempio esteriore con la costruzione del Tempio interiore.

Immagine questa tuttora viva nella Massoneria; sia nel Craft, sia negli High Degrees cavallereschi. Non c'è dietro questo nessun Sinedrio mobile in agguato a meno che non si voglia far passare per tale tutto il vertice della Cristianità medievale ovvero che l'antica polemica sul Verus Israel non avesse senso confondendosi irrimediabilmente il Novus col Vetus ma, a questo, ritengo non arrivi nemmeno l'antigiudaismo del Blondet. Era quindi un concetto di Tempio katholikòs, universale nella pienezza del termine (né mondialismo, né globalizzazione ante litteram), il quale, si riteneva diretto erede sia del primo, sia del secondo Tempio in una continuità che si assumeva tutte le prospettive connesse al superamento dell'etnocentrismo ebraico, dal quale era voluto uscire, appunto, San Paolo. Tra l'altro, tale continuità* è espressamente affermata in un manoscritto (riprodotto in G.A. Schiffmann, DIE ENTSTEHUNG DER RITTERGRADE IN DER FREIMAUREREI UM DIE MITTE DES XVIIITEN JAHRHUNDERTS, Leipzig, Zechel, 1881) trovato a Strasburgo nel secolo scorso. In esso, si afferma che, le conoscenze degli Esseni (e noi dopo Qumrân - 1947!- sappiamo del senso che, per loro, aveva il Tempio quale imago Templi spiritualis) erano state trasmesse, per discendenza diretta, ai Canonici del Santo Sepolcro**. Questi, solo apparentemente (si sottende, evidentemente, un'interazione con qualcosa di preesistente), erano stati fondati nel 1099 da Goffredo di Buglione, quale capitolo della Basilica del Santo Sepolcro. Ci è poi noto che, dal 1112, vivevano in comunità con la Regola di S. Agostino e che furono riconosciuti ufficialmente nel 1122 da Callisto II. Sarebbero dunque loro ad aver completata la formazione dei monaci cavalieri in quegli anni di silenzio che trascorsero dalla fondazione all'assunzione del ruolo storico e della divisa del Tempio che prima non avevano (erano soltanto i Poveri Cavalieri di Cristo) da parte dell'Ordine. Uno degli scopi dei Cavalieri sarebbe stato, tra l'altro, quello di procedere ad una ricostruzione del Tempio non certo nella prospettiva ora assunta dai movimenti fondamentalisti ebraici, esecrati (giustamente questa volta) dal solito Blondet. Sul dizionario, che ti dicevo c'è il sigillo dei Canonici: esso ha, sul recto, la croce patriarcale con l'iscrizione <<Canonicorum Sigillum>> mentre, sul verso, c'è l'immagine dell'attuale moschea Qobbat al-Sakhra (Cupola della Roccia) e la scritta <<Sepulchri Sanctissimi>>. È quello l'edificio, che si dice costruito sull'antico Sancta Sanctorum, e che, allora, divenne il Templum Domini ossia la chiesa centrale dell'Ordine. La sua riproduzione figurava, infatti, anche sul sigillo del Gran Maestro e quasi ovunque ci fosse una presenza templare c'era una chiesa a pianta ottagonale (anche a Pisa) costruita appunto ad immagine di quel modello. Questi Canonici hanno avuto una storia troppo complessa per riassumertela ma, ti segnalo che, dopo la perdita di Terra Santa,

l'Arcipriore ed il suo Capitolo risiedevano proprio a Perugia (S.Luca), da

dove rivendicavano il diritto d'essere l'unico clero legittimo di

Gerusalemme. Nel 1489 (vicinanze cronologiche fatali), Innocenzo VIII ordinò la soppressione del Capitolo e trasferì i beni ai cavalieri Giovanniti (già avevano ed ancora posseggono la vicina Magione ex Templare). L'Imperatore Massimiliano riuscì a far revocare parzialmente la disposizione nel 1496 sicché rimasero in attività alcuni conventi. La propositura di Miechòw, in Polonia, ereditò il ruolo di Perugia e cessò di esistere solo il 17 Aprile del 1819, Pio VII regnante. Vien da pensare alla funzione svolta da questo Capitolo, la cui presenza potrebbe concorrere a dare spiegazione al fatto singolare che, il predicatore della corte di Hesse-Darmastadt, Johann August Starck, massone, avesse istituto, nel 1700, con esplicito richiamo agli Esseni, un sistema di alti gradi templari, ripartito in "clerici et equites". Questo particolare è curiosamente anacronistico perché riprende la ripartizione interna di Qumrân ("laici" e sacerdoti non zadochiti / sacerdoti zadochiti) e non trova spiegazioni immediate: è però sicuramente noto che il Nostro fece anche approfondite ricerche a Wismar*** negli archivi di un'antica sede dei Canonici. Mi sembra infine da non escludere l'altra possibilità di occulte relazioni che potrebbe meglio spiegare quest'intricata questione: non lontano da questi luoghi, in Lituania e soprattutto a Vilnius, viveva fino ai noti recenti eventi, una forte

comunità di Ebrei caraiti: anche qui è troppo lungo entrare nei dettagli; è

sufficiente rilevare ch'essi - expressis verbis - si ritengono (c'è ancora

un nucleo in Israele) gli eredi degli Esseni, cui gli accomuna (con i

Samaritani) l'appartenenza a quella forma interpretativa definita <<Thorah

scritta>> ( la rad. kara significa appunto scrittura) avversa quindi al

fariseismo ed al susseguente rabbinismo oggi prevalente.

 

Un'ultima osservazione riguardo all'impossibile cripto-giudaismo dei

Templari: il Concilio di Vienne (1311-12), che soppresse l'ordine, fu la

prima istanza ecclesiastica a caldeggiare l'istituzione di cattedre

d'ebraico a Parigi, Oxford, Salamanca e Bologna. È vero che la cosa non ebbe quasi seguito e tutto si realizzò poi nel Rinascimento ma, con evidenza, se i Templari fossero stati una creatura del Sinedrio mobile, i buoni padri - in questa logica, chiaramente corrivi! - non sarebbero stati così mal disposti.

 

Come vedi di segreti ce ne sono molti ma non mi sembra nel senso

indicato dal Barbiero.

 

BdAB

 

* è necessario considerare come l'antica Qumrân probabilmente intendesse

invece la prospettiva templare in una visione prevalentemente etnocentrica

(cfr. ancora il Donnini) e soprattutto militante ma che, dopo la tragedia

del 70, la trasformazione paolina dei concetti originari abbia investito

anche alcune delle - sembra molte- sopravvivenze essene, i cui epigoni, a

loro volta, si identificherebbero con quella corrente poi confluita nei

Canonici.

 

** di loro puoi andare a vedere nel Dizionario che dicevamo alle voci

<<Canonici del S.S.>> e << Santo Sepolcro>>.

 

*** Wismar nel Mecklenburgo dista oggi nemmeno 400 Km. da Miechòw presso Lubniewice che, nel '700 era territorio prussiano: è il bacino della Warta, sottratto alla Germania in questo dopoguerra. Comunque ci sono altre località con tale nome in Polonia e potrebbe anche essere quella nelle

vicinanze di Cracovia ossia più lontana ma non cambia molto.

 

* * * * *

 

I replica di BdAB agli articoli di Barbiero (Documenti 1 e 2).

 

 

Caro Barbiero,

 

l'amico Prof. Bartocci, conoscendo i miei interessi sul tema, nei giorni scorsi mi ha passato il tuo lavoro di argomento massonico (ed anche quello relativistico) intorno al quale abbiamo avuto uno scambio d'idee. Mi sembra ora giusto metterti al corrente delle posizioni da me assunte in ordine ad alcuni passi del tuo argomentare; passi che ho ritenuto particolarmente rilevanti per l'economia dell'intera ipotesi. C'è anche qualcosa d'altro che non ho giudicato necessario cancellare.

 

Debbo confessarti che questa trasmissione è derivata soprattutto dalle insistenze della mia controparte, essendo io assai riluttante ad esporre una critica al diretto interessato che, in fin dei conti, non mi aveva coinvolto nel dibattito.

 

Trattandosi di una corrispondenza in merito a terzi, la troverai connotata da una certa distaccata franchezza, la quale, in un rapporto diretto, si cerca sempre di evitare ma che, nella circostanza di una tua partecipazione a posteriori, mi sembra più corretto riprodurre tal quale.

 

Se vorrai darmi una risposta, inviala anche al Prof. Bartocci, perché ritengo che il suo scopo sia proprio quello di ottenere, da un nostro eventuale scambio di idee, un chiarimento delle sue.

 

Fraternamente e sinceramente,

 

BdAB

 

Carissimo Umberto,

 

ho ricevuto il tuo messaggio e con esso, sia la lettera del Barbiero, sia i

suoi due studi. Ho letto per ora il primo ed a questo mi limito. La mia

impressione è di notevole forzatura nel senso della tesi da dimostrare:

poiché si tratta d'un lavoro su testi ed argomenti che - per loro natura,

ignoti ai più e, in ogni caso, sempre difficilmente accessibili - a maggior

ragione richiederebbero d'essere affrontati con stretta aderenza agli

originali. Intanto, una cosa è fondamentale: la Massoneria è un'iniziazione

di mestiere e, in particolare, tale esclusivamente era quella dei

costruttori della Cristianità medievale; a riprova di questo non mancano

certo i riscontri storici (come il B. invece afferma), né le riprove

interne. Basterebbe riferirsi all'Old Charge (quello che ne resta) ovvero

gli archivi degli antichi "operativi". Ci sono poi una quantità di rituali

(Craft e High Degrees) dove tale condizione appare in assoluta chiarezza. È bensì vero che l'influsso ebraico è stato determinante ma, del resto, è

tutto l'Occidente ad essere stato fortemente semitizzato dalla

cristianizzazione. Detto per sommi capi, la M. sorge nel tardo Impero

dall'unione di tre correnti fondamentali: ebraica (salomonica), ermetica

(egizio-ellenistica) e classica (i Collegia Frabrorum, già impregnati di

pitagorismo). L'elemento sacerdotale che il B. vede dominante scaturisce dal suo personale ampliamento dell'onnipresenza "templare" (stricto sensu)

nell'ampia gamma delle ritualità massoniche: è ovvio, dove c'è un tempio ci sono anche i sacerdoti ma questi non dominano certo le scene dei vari gradi anche se, a volte (davvero raramente), sono nominati. Poi c'è una strana inesattezza sulla quale viene impostata larga parte della successiva

esposizione. Continuamente si parla di <<famiglia>> sacerdotale; in effetti, le cose stanno in questo modo: i sacerdoti (Cohenim) appartengono alla tribù di Levi e ne sono - se così si può dire - il "cerchio interno" quello di coloro incaricati dei sacrifici mentre gli altri leviti sono limitati a

compiti più genericamente "ecclesiali". All'interno dei Cohenim esiste una

differenza tra il clan familiare dal quale può uscire il Gran Sacerdote e

gli esclusi da questa prerogativa "dinastica". Le dinastie in questione

hanno avuto un ruolo fondamentale nelle vicende d'Israele: la prima fa

soppiantata da Re Salomone che, ritenendola ormai indegna, la sostituì con

un altro discendente di Aronne: Zadoq. Gli Zadochiti, al tempo delle guerre maccabaiche, furono soppiantati dagli Asmonei ma ciò non piacque ai legittimisti - il cui nucleo più noto è quello di Qumrân - che li

considerarono usurpatori. Quando, pertanto, il Tempio fu distrutto da Tito,

vigeva questa situazione di contestazione: una polemica, che è dunque

assolutamente indispensabile comprendere ed apprezzare se ci si vuole

orientare in quell'intreccio insolubile da cui è scaturito anche il

Cristianesimo (cfr. Donnini: www.donnini.com). Gli Zadochiti non riebbero quindi più il ruolo perduto, fatta salva la loro presenza (per ragioni complicatissime) tra i Samaritani dove - anch'oggi - hanno il Gran

Sacerdozio; ma questa è altra storia e per la quale sarebbe allora sì,

giusto parlare di <<famiglia>>. Le "storie" raccontate nei rituali sono

quelle che tecnicamente vengono definite <<leggende iniziatiche>> ed i cui protagonisti appaiono essere, prevalentemente, i "muratori" (i costruttori del Tempio) o altri personaggi biblici, i sacerdoti sono nominati soltanto in certi casi e, comunque, la funzione di tutti questi racconti non è tanto quella di trasmettere una realtà storica ma un evento da leggersi <<in illo tempore>> quale ammaestramento del recipiendario. Non c'è poi alcun

<<gioiello>> o paramento massonico che richiami l'Efod; è sufficiente

controllare Es. 28.6 et alia. I riferimenti del B. sono al Rito Scozzese

(RSAA, quello di trentatré gradi) mentre mi sembra trascuri il fatto che le

ritualità autenticamente "muratorie" sono nel Craft (i tre gradi

fondamentali) e nei suoi "prolungamenti" (anglosassoni) del Royal Arch (con la variante, forse più antica, americana del Royal Arch of York), del

Marchio (Mark Master Mason), dei Royal & Select Masters ed infine di

quell'interessante ricostruzione antiquaria che sono The Operatives della

Worshipful Society (reconstitued 21st May 1913 in the Free-mason's Hall of London). Gli altri corpi rituali, come molti "gradi" del RSAA (in England: the Ancient & Accepted Rite), sono "tracce" lasciate da scomparse organizzazioni iniziatiche (non di mestiere, qual è il Craft e gli annessi precitati ma cavalleresche e forse sacerdotali nel caso dei Rosacroce) in quella che, in Occidente, è l'ultima organizzazione di quest'ordine di realtà, la Massoneria appunto. Tale particolare "depositarsi" ha avuto inizio con la distruzione dei Templari ed è precipitato con l'avvento del mondo moderno, che - evidentemente - non favoriva la vita effettiva di queste strutture ma le condannava ad un'esistenza larvale e museale nei vari organismi collaterali alle Logge dei costruttori; anch'esse, poi, passate com'è noto, dall'operatività iniziatica (non si trattava solo di costruire materialmente) ad una quasi larvale speculatività. Per questa ragione, non trovo motivi per prendere la successione del RSSA e considerarla alla stregua di un percorso leggibile quale storia unitaria di un passato biblico. Passato nel quale non so come si possa far rientrare il 18°,

Rosacroce o il 19° Gran Pontefice (dell'antica Roma!) o Sublime Scozzese:

non capisco anche quello che il B. scrive del 20°, Venerabile Gran Maestro a Vita; il cui tema (traggo la citazione dai rituali) è che <<i savi Caldei,

nel deserto elessero oratori (sic!) incaricati di trovare le verità delle

quali l'intuizione rivelava l'esistenza>> (sic!). Queste amenità sono del

Generale dell'US Army, Albert Pike, il quale, nel secolo scorso, elaborò i

suddetti rituali, malamente assemblando disparate documentazioni massoniche e non. B. scrive poi che, da qui al 26°, si trattano temi del Pentateuco: obiettivamente a quest'affermazione non c'è riscontro: il 21°, è una "traccia" (cfr. supra) della Santa Veme del SRI di Nazione Tedesca, il 22° fa riferimento ai Drusi, il 23° est un'histoire grand-guignolesque sugli

antichi riti egizi frutto delle ossessioni civilizzatrici e puritane del

buon Pike, il 24° è effettivamente la storia di un levita che diventa

sacerdote (maaa… è noto che, nell'Ebraismo, tali si nasce e non si

diventa!), il 25° è la storia del Serpente di Bronzo innalzato da Mosé nel

deserto, il 26° ha il titolo anodino di Principe di Compassione e, per esso,

non mi risulta alcuna delle notizie fornite dal nostro amico. Infine, San

Paolo non era membro del Sinedrio.

 

Come vedi quella di questi, come di tutti i rituali massonici, non è <<una storia completa e coerente>> a meno che non si produca fantasy: ho l'impressione che, troppi credano davvero l'attuale M. erede di una modesta organizzazione d'antichi spaccapietre e ciò debba apparire, a fronte d'una (passata; di un relativamente recente passato) notevole rilevanza culturale, una diminutio capitis insopportabile. Questo "complesso" non ha invece ragione di essere: le cose non stanno realmente in questi dimessi termini. L'operatività era da intendere in un'accezione che, oggi, riterremmo peculiare ad una categoria professionale altamente qualificata e remunerata. Una corporazione insomma la cui opera era richiesta ed apprezzata in tutta Europa. Per tale attività i massoni, si spostavano, sia da apprendisti nei tours (famosi gli itinerari del Tour de France: niente a che vedere con Pantani!) che li portavano da un Maestro all'altro, sia, dopo aver conseguito la Maestria, per dirigere i lavori delle opere d'arte (nell'accezione ancor oggi in uso nell'ingegneria civile) ch'essi stessi progettavano. Tant'è ch'esisteva ed esiste tuttora nel Craft un termine per nominare, spregiativamente, i praticoni non appartenenti davvero al

Mestiere: Cowan (ing.), Couan (fr.). È con l'avanzare del mondo moderno,

subito dai M. come da tutti i difensori della tradizione che,

dall'operatività spirituale, riflettentesi anche in concreti prodotti

dell'ingegno, si è passati alla mera speculazione se non al suo esatto

contrario; comunque, anche i pur amoindris speculativi nonostante tanti

massoni, dall'ottocento ad oggi, vantino un gran ruolo nella Rivoluzione,

non ebbero colpe in tal senso perché, essendo in gran parte membri del

secondo stato, in molti ci rimisero la testa.

 

Ciao a presto,

 

BdAB

 

* * * * *

 

I risposta di Barbiero, con due allegati in attachment sulla famiglia di Mose' (documento 3)

 

 

Caro BdAB,

grazie per avermi messo al corrente delle tue critiche al testo del mio

intervento (pubblico) sul significato dei riti. Fossero pervenute da altra

fonte non mi darei alcuna pena per rispondere. La tua reazione, infatti,

tradisce una situazione di convinzioni ben radicate, dove i dubbi di

fondo sono ormai superati, che normalmente non amo disturbare; anche perché per lunga esperienza so che entrare in polemica in situazioni del genere serve solo ad alimentare una reciproca disistima. Nel tuo caso, invece, mi corre l'obbligo di rispondere, proprio per non sciupare una nascente amicizia, a causa di una semplice divergenza di opinioni su un argomento di comune interesse, e per rispetto a Bartocci, che ha sollecitato il tuo parere.

Devo dire che sono colpito dall'erudizione che dimostri sull'argomento, per cui in seguito ti chiederò informazioni su specifici temi.

Al momento mi limito a notare che le tue idee sull'origine della massoneria

e sulla natura ed origine del sacerdozio ebraico sono del tutto

convenzionali. Non che convenzionale sia sinonimo di "errato", ma in questi due casi particolari è mia convinzione che il "common wisdom" sia il frutto di mistificazioni patenti e deliberate. Sull'argomento ho pubblicato

un libro di oltre 400 pagine: "La Bibbia senza Segreti", Ed Rusconi (messo

subito all'indice da Santa Madre Chiesa e per questo motivo ritirato dalla

circolazione, ma che ha comunque esaurito tre edizione ed ha fatto

scomodare i massimi calibri dell'esegesi cattolica, i Monss. Galbiati e

Ravasi per contestarlo), ed ho effettuato dieci anni di ricerche, sui cui

risultati ho scritto (ma non pubblicato) altre 300 pagine. Ovviamente la

tua critica, non conoscendo questi precedenti, si è concentrata sulle poche

pagine che ti ha inviato Bartocci, per cui dal mio punto di vista mi appare

piuttosto "rough" e poco costruttiva. Ma non è colpa tua..

Tu dici parecchie cose, nei tuoi e-mail, molte delle quali sono

semplicemente "neutre", che possono essere prodotte a sostegno sia dell'una che dell'altra tesi (anche se enunciate come contrarie alla mia). Ritengo comunque di non sbagliare di molto se dico che le tue obiezioni si riducono in sintesi alle seguenti:

 

a) La massoneria ha avuto origine da corporazioni di maestri costruttori,

per cui ipotesi come la mia non sono proponibili

 

b) Barbiero riporta in maniera fantasiosa i rituali massonici

 

c) Non esiste né è mai esistita (se non nel periodo che tu definisci

zadokita) una "famiglia" sacerdotale di Gerusalemme, nel senso inteso da Barbiero.

 

Mi sembra anche che dai una particolare importanza a due mie affermazioni incidentali, che io ritengo del tutto secondarie nella mia tesi (non esistono, infatti, negli elaborati precedenti e sono state entrambe

cancellate dalla versione finale del mio intervento, presentata al

pubblico): la discendenza sacerdotale di S. Paolo ed il parallelo fra

l'efod ed alcuni paramenti massonici. Rispondo innanzitutto a questi due.

Quanto a S. Paolo, sarebbe sorprendente trovare nei testi cristiani

un'affermazione esplicita circa la sua appartenenza alla casta sacerdotale

giudaica, e purtuttavia questo appare certo proprio dai Vangeli. Da Atti,

9, 1 e 21, come pure dai capitoli 22 e 23 ecc., appare chiaro che Saulo

aveva avuto l'incarico di perseguitare i cristiani dal sommo sacerdote in

persona; e se hai letto la "Guerra Giudaica" di Giuseppe Flavio, saprai che

a quell'epoca certi incarichi venivano affidati esclusivamente a membri di

famiglie sacerdotali e non certo di quelle minori (notare: parlo di

"famiglie", come del resto Giuseppe Flavio in apertura della sua

autobiografia, il che non mi sembra in contraddizione con l'idea di una

"famiglia" sacerdotale a cui si apparteneva per diritto di nascita). Si

tratta comunque di un particolare irrilevante nell'economia della mia tesi,

che potrebbe invece avere importanza, e molto grande, nella comprensione

dei fatti di quel periodo.

Quanto all'efod, noto che dopo un primo rifiuto categorico su una sua

sopravvivenza in certi paramenti massonici, tu stesso diventi più

possibilista. E' comunque un particolare del tutto irrilevante, su cui non

insisto.

 

Veniamo invece alle obiezioni serie:

 

a) Origine della Massoneria. Riconosco che l'ipotesi da te enunciata è

quella più "gettonata" in campo scientifico e, fra le molte proposte,

quella che appare meno inverosimile. Personalmente la trovo ridicola, ma

non mi sembra il caso di addentrarmi nei motivi, in questa sede. Mi limito

a ribadire la mia affermazione che si tratta di un'ipotesi priva di

riscontri. Tu sostieni che al contrario le prove esistono; in effetti tutti

ne parlano, ma nessuno è in grado di produrle. Esistono riscontri circa

l'esistenza di "crafts" di maestri muratori che prestavano la loro opera in

giro per l'Europa (bella scoperta! Le cattedrali non si sono costruite da

sole). Quanto al fatto che queste corporazioni avessero una qualche

relazione con la massoneria, si tratta soltanto di speculazioni. Il più

antico documento che tratta di temi massonici, il "manoscritto Halliwell"

(1390), indica nel leggendario re d'Inghilterra Athelstan (924-940 d.C.)

colui che istituì la Gran Loggia di York, nel 926. Un sovrano che costruì

abbazie, chiese e castelli, ma comunque "re", non muratore. Ma anche

ammesso che si riesca a provare una connessione fra corporazioni muratorie e M., questo potrebbe (anzi dovrebbe) significare soltanto che la

Massoneria aveva monopolizzato uno dei business più redditizi ed a più alto contenuto tecnologico dell'epoca. Cosa per la quale la famiglia sacerdotale di Gerusalemme aveva le credenziali in regola. Non dimenticare che Erode, per costruire il suo tempio, dovette istituire un corpo di "sacerdoti muratori", unici autorizzati a lavorare nel Sancta Sanctorum, che da allora in poi rimasero sempre in auge per le manutenzioni del tempio.

 

b) Inesattezza delle mie affermazioni riguardo ai rituali - Nel mio breve

testo dico espressamente che i contenuti dei rituali da me citati sono

quelli che si ricavano dal "The Magnum Opus" di Albert Pike, massone

americano del secolo scorso glorificato da molti, esecrato da altri (fra

cui tu stesso); dovevo pur riferirmi ad una fonte univoca e

sufficientemente lontana nel tempo (fra l'altro confermata dalle ricerche

dai massoni inglesi, C. Knight e R. Lomas, che io ritengo due "pellegrini",

ma che ogni tanto ne imbroccano qualcuna di giusta).

Tu ti riferisci ad altre fonti (italiane), affermando che le mie sono

inesatte. Discutibile. Fra l'altro noto del "preconcetto" nelle tue

affermazioni. Per esempio, gli unici rituali di cui riporti il contenuto, a

dimostrazione dell'inesattezza delle mie affermazioni, riguardano proprio

quei rituali che sono una sorta di "riempitivo" rispetto alla storia della

famiglia (inesistente in altri "riti") e quindi non significativi ai fini

della mia tesi. Ti dirò il loro contenuto secondo quanto riportato da Pike

(e da altri indipendenti):

"I rituali dei gradi 21 e 22, "noachita, o cavaliere prussiano" e

"cavaliere dell'ascia reale", sviluppano temi tratti da Genesi: la torre di

Babele, Noè e la costruzione dell'arca. I rituali dal 23 al 25, invece,

descrivono tre episodi importanti della vicenda di Mosè. Il 23.mo grado,

"capo del tabernacolo", narra la rivolta di Cora, Datan e Abiram contro

Mosè e la loro morte, inghiottiti dalla terra. Il 24.mo, "principe del

tabernacolo, o gran sacerdote", descrive la nomina di Eleazaro a gran

sacerdote al posto del padre Aronne, da parte di Mosè. Il 25.mo, "cavaliere

del serpente di bronzo", è relativo all'episodio di Mosè che nel deserto

del Sinai innalza un serpente di bronzo, per curare il popolo dal morso dei

serpenti.

Dopo l'intermezzo mosaico, il grado 26.mo, "principe di misericordia"

riprende la storia della famiglia, portandoci ai tempi di Domiziano: la

scena si svolge nelle catacombe romane, mostrando come la famiglia

massonica riesce a sopravvivere alle feroci persecuzioni scatenate

dall'imperatore."

Le tue fonti riportano notizie diverse? Non mi sembra una buona ragione per definire "fantasy" quelle da me riportate. Vedendo il tenore dei contenuti che tu riporti, sarei invece io tentato di definirli "rubbish". Ma mi

sembra inutile, controproducente e fuorviante entrare in polemica su questo punto. Quel che credo dovresti cercare di riconoscere onestamente è che nessuno è depositario della verità in questo campo. Quali fossero i rituali originali della massoneria lo sa soltanto iddio. La tua obiezione,

pertanto, non è proponibile nella forma in cui la esponi.

 

c) Veniamo infine all'argomento principe della tua critica, vale a dire "le

inesattezze di fondo sulla natura del sacerdozio ebraico" che sarebbero

alla base della mia analisi.

Non mi è molto chiaro in che consistano queste inesattezze, dal momento che niente di quel che dici mi sembra contraddire quanto io sostengo. Ancora una volta, tuttavia, mi sembra che la tua critica sia basata su una

"verità" , che ti appare in contrasto con la mia. D'accordo, il tuo

concetto sulla origine e natura del sacerdozio ebraico è quello condiviso

praticamente dalla totalità degli esegeti e studiosi, ma si tratta in

realtà di una delle più grandi mistificazioni della storia, fra l'altro

facilmente rilevabile dalla Bibbia stessa.

Tu, in linea con il common wisdom, sostieni che "I sacerdoti discendono da Aronne, del quale solo due figli ebbero prole; Eleazaro e Itamar". Questo è un falso patente e deliberato, imposto da Esdra al rientro dall'esilio babilonese e da allora divenuto credenza comune indiscussa. In realtà Aronne non è mai stato sommo sacerdote e nessuno dei suoi discendenti (tranne forse, per qualche tempo, Eleazar, ma la cosa è discutibile) è mai stato sacerdote.

Il sommo sacerdote, ai tempi dell'Esodo, era soltanto uno: Mosè. E dopo di

lui tutti i suoi discendenti e soltanto loro furono sacerdoti per diritto

di nascita. Queste informazioni, ripeto, si possono ricavare con relativa

certezza dalla Bibbia stessa. Ti allego uno dei capitoli del mio libro "La

Bibbia senza segreti" che tratta l'argomento (Moses_family - purtroppo

dispongo soltanto della versione inglese). Ti allego anche un testo un po'

più ampio (Mose_famiglia) che avevo preparato per una mia ricerca di altro genere su Mosè. (sto comunque preparando un libro dedicato specificamente al tema della famiglia di Mosè, alias famiglia sacerdotale di Gerusalemme - ti sarei grato se potessi accedere alle tue informazioni sul periodo successivo alla distruzione del tempio).

Non credo con questo di convincerti, ma almeno potrai esercitare la tua

critica su una base di conoscenza più ampia e potremo discuterne in maniera più focalizzata.

Termino qui, per ora.

Un abbraccio

Flavio

 

----------------

 

P.S.

 

RICHIESTA- Sarei grato se potessi fornirmi ogni possibile informazione sui "cohanim", che si proclamano discendenti dei sacerdoti di Gerusalemme, ( a questo proposito, scommetto non ti è mai passato per la mente che il termine "cowan" o "couan", usato dispregiativamente dai maestri muratori nei riguardi dei "praticoni" - come tu sostieni - si debba scrivere in realtà "cohan". E' un particolare che ha una precisa spiegazione nella mia tesi.)

 

NOTA 1. - Se desideri un qualunque testo antico (o meglio, vecchio) sulla Massoneria, puoi rivolgerti alla Kessinger Publishing

(http://www.kessingerpub.com); puoi scegliere fra migliaia di titoli, e gli ordini ti saranno recapitati nel giro di due o tre giorni.

 

NOTA 2. - Vedo dai tuoi scritti che le tue idee su Qumran ed i suoi

presunti occupanti esseni sono conformi al dogma imposto da De Vaux e Co. A questo proposito ti consiglio vivamente la lettura del libro "Who wrote the Dead Sea Scrolls?", di Norman Golb, professore di storia e civiltà ebraica all'Università di Chicago. Avrai delle sorprese.

 

 

Allegati in attachment (Documento 3):

 

* * * * *

 

II replica di BdAB

 

 

19.11.99

 

Caro Flavio,

 

ho ricevuto il tuo e.mail con i relativi attachments e sono rimasto favorevolmente impressionato dall'indagine, che hai condotto sulla famiglia di Mosè: si tratta di un'analisi interna al testo, basata su confronti incrociati e portata avanti cercando di spiegare la Scrittura con se stessa, metodo ch'io ritengo del tutto corretto. È questo, curiosamente, un modo tradizionale di procedere, caratteristico dei Samaritani m'anche di Esseni e Qaraiti. Nell'Ebraismo (lato sensu), ci sono, infatti, due vie per affrontare l'esegesi della Thorah quella "scritta" ( miqra da una Ö qara, da cui i suddetti Qaraiti) ed "orale" (peh). Alla prima, si rifanno esplicitamente le tre precedenti correnti, alla seconda, altrettanto nettamente, quella filiazione che, partendo da Esdra, passa per il Fariseismo e giunge fino all'attuale, prevalente Ebraismo, detto, dagli altri, Rabbanita per la centralità rabbinica e, di conseguenza, sinagogale. La Thorah Peh, a sua volta, si suddivide in una forma più antica chiamata <<alla maniera di Mosè>>, che prevede un'esegesi col testo a fronte ed in una forma più recente, che nasce appunto con Esdra e dà luogo ad un commento senza il testo a fronte dal quale, si sviluppa una Mishnah ovvero una minuta precettistica (Mizvoh), che determina un insegnamento chiamato Halachah (come si cammina), tale da far definire, da alcuni, l'attuale Ebraismo, una religione della prassi. L'approccio "mosaico" – comunque tutt'ora in vigore - sviluppa invece la Midrash, che è un insegnamento volto verso l'essenza del sacro piuttosto che dedicato alla sostanza dei precetti: è organizzato per parabole come, non a caso, faceva Gesù. Mi sono dilungato su questi particolari perché credo che in essi, si possa trovare la spiegazione del comportamento di Esdra, il quale, con Mosè, costituisce il baricentro di tutta questa problematica. Come puoi vedere dalla sommaria descrizione che ne ho fatta, quello che, al fondo, distingue gli approcci storici alla Thorah è la maggiore o minore "prossimità" a Mosè e, non senza ragione, la più distante è quella corrente della Thorah orale che discende da Esdra e giunge sino a noi nell'Ebraismo (stricto sensu) maggioritario, che meglio conosciamo. Fatta questa premessa, sarei meno pessimista di te riguardo alla possibilità d'individuare, almeno a grandi linee, i motivi che spinsero Esdra ad agire come sappiamo. Al contenzioso, devi aggiungere anche la mutazione dell'alfabeto che, da quello ora rimasto in uso ai soli Samaritani, si passò all'adozione dell'attuale "quadrato" o caldaico. Inoltre, ed ancor più importante, sembra, che la Thorah preesilica fosse un Eptateuco dove, ogni libro, avrebbe avuto inizio con una lettera della sequenza alfabetica; all'alef avrebbe corrisposto una Teogonia, quindi il Genesi (limitato alla sola Cosmogonia) sarebbe, giustamente, venuto per secondo come, del resto, lo rivela la beth del suo incipit. Sull'altro libro mancante, ci sono ipotesi assai discordi. Tutta la faccenda è resa ancor più complicata dal fatto che, i Samaritani pur avendo, nettamente, conservato l'impronta mosaica (alfabeto antico, rifiuto della profetazione successiva alla T. ed il Messia - chiamato Taheb - che è definito <<uno come Mosè>>) hanno anch'essi soltanto un Pentateuco. Della Teogonia, si può dire che, le sue sparse membra restano nelle correnti esoteriche (nell'Islam e nella sua versione shiita in particolare) e nella Gnosi propriamente detta e, se non proprio occultate almeno sotto innocue, poco decifrabili spoglie, traspaiono qua e là nell'insieme della Scrittura nonché in numerose leggende della tradizione ebraica (lato sensu) ove la s'intenda nell'insieme delle sue varie articolazioni. La spinta, che muoveva Esdra nel procedere alla sua revisione e diversa strutturazione del canone, aveva, a mio parere, due motivazioni di fondo. La prima e più contingente era quella generata dalla secolare diatriba con le tribù settentrionali (Israele) sull'unicità del luogo di culto: affermato come legittimo nella sola Sion dalla tribù di Giuda, favorevoli ad una molteplicità le altre mentre, decisamente alternativa, dopo lo scisma di Geroboamo, risulta la Samaria con sua preferenza per il Monte Garizim (soltanto a 20 Km. da Silo). Il secondo fattore, che entra in gioco in tutto questo intervento, è di natura più sottile ed investe le determinazioni qualitative del tempo, superando, forse, la consapevolezza che di esse potesse averne lo stesso promotore: il VI sec. a.C. è una di quelle "barriere" che segnano il corso del ciclo di questa nostra umanità. È intorno a quella data che "sorgono" o meglio, si riadattano assumendo nuova veste una serie di forme tradizionali: la civiltà cinese con Confucio, l'Induismo col Budda che si espande poi prevalentemente oltre i confini dell'ambiente originario, Zarathustra in Iran….Si può dire come sia da allora che comincia la storia nell'accezione in cui noi la intendiamo, infatti, delle epoche precedenti, ci giungono solo narrazioni leggendarie dalle quali si può ricostruire qualcosa degli effettivi accadimenti o attraverso una lettura evemeristica o, come hai fatto tu stesso, con una non facile disamina interna alla struttura testuale. Il mio punto di vista è che non si possa parlare di falsi nel senso profano del termine ma che il tutto debba essere, invece, interpretato in una prospettiva che ne intenda l'intima natura mitopoietica; dimensione questa non facilmente comprensibile ad un approccio positivista dell'argomento. Quindi, il problema zadoqita resta, parimenti resta la polemica di Qumrân contro il <<prete empio>> ma tutto deve essere rivisto alla luce di questa tua proposta interpretativa e, in questo senso, è utile rivolgere l'obiettivo dell'indagine nel contesto "settentrionale" ed in ciò che n'è poi rimasto ovvero i Samaritani. Tieni conto che - intorno al –332, quando, sotto il dominio del persiano Dario III Codomano, essendo governatore Samballat III, residente a Shechem (poi Neapolis, infine Nablus che è ancor oggi la "capitale" samaritana) - un Manasse, fratello del GS. Jaddus, avendo sposato Nikaso, figlia del medesimo Samballat, fu costretto a fuggire da Gerusalemme e si trasferì in Samaria, sotto la protezione del suocero perché evidentemente, in Giuda, la scelta matrimoniale non era piaciuta. È così che da lui discendono gli odierni GG.SS. samaritani e la cosa è, evidentemente, di una certa rilevanza anche per i Rabbaniti se, nell'attuale Israele, i fautori della costruzione del Terzo Tempio non nascondono il loro interesse per questa minoranza; evidente custode non solo del sacerdozio m'anche di una tacitamente riconosciuta legittimità dinastica per la somma carica. A proposito di quanto scrivi a p. 88, voglio qui precisare che gli zadoqiti non arrivarono al +70 perché furono spodestati dalla rivolta provocata dalle riforme ellenizzanti dei Seleucidi (Antioco IV Epifane, -175/-164) quando, a causa di queste, il GS. Onias III fugge in Egitto (dove il figlio, Onias IV, a Leontopoli, costruisce un Tempio!), gli succede un fratello, evidente "collaborazionista" che, al nome ebraico di Gesù, preferiva quello ellenico di Giasone (-174/-171): ciò nonostante fu pure lui cacciato dai Seleucidi, che lo sostituirono con un tal Menelao, addirittura della tribù di Beniamino. A questo punto (-167) scoppia la rivolta dei Hassidim guidati dal sacerdote Mattathias (detto il Martellatore, i.e. Maccabeo) della famiglia degli Asmonei (sacerdoti itamaridi del clan Joarib), quando questi n'escono vittoriosi c'è, essendo ancora in carica Menelao, una ridedicazione del Tempio (-164), poi sostituito nella funzione dal secondo dei fratelli Maccabei (o Asmonei), Gionata (-162/-143) ed è così che si giunge al prevalere di questa dinastia. A lui succede Simone (-143/-135, che è probabilmente il primo ad essere additato quale <<prete empio>> da Qumrân), cui va il merito d'aver cacciato la guarnigione siriaca e liberata la Giudea dalla soggezione ai Seleucidi. È nel terzo anno del suo mandato (-140) che fu tenuta una grande assemblea dei massimi dirigenti della nazione ed il decreto scaturitone fu poi inciso su stele di bronzo erette sul Monte Sion. Con tale atto fu rogata l'elezione di Simone al GS ed la conseguente, relativa attribuzione – sine die – del ruolo dinastico alla casa Asmonea; con la singolare clausola <<fino a che non appaia un profeta legittimo>>. Con questa frase, l'illegittimità del transfert è tacitamente ammessa, lasciando intendere che, su ciò, solo potrà decidere un arbitro super partes ovvero il << profeta legittimo >>. Azzardo che questo fondamentale ed ampiamente riconosciuto ruolo degli zadoqiti, possa trovare spiegazione nella tua tesi, in forza della quale questa famiglia dovrebbe avere avuto una prevalenza sulle altre sacerdotali probabilmente per essere la più diretta filiazione dell'agnazione mosaica. A Qumrân il riferimento ai <<figli di Zadoq il Sacerdote>> è molto frequente e fa intuire come sia da individuare in quell'ambiente la nascita stessa della comunità ed anche le idee guida, sia teologiche, sia giuridiche non mostrano contraddizioni con quest'ipotesi. La parte finale di questa storia te l'avevo già comunicata: a Gerusalemme l'ultimo GS Asmoneo è Mattathias Antigono nel –40/-37, dopo questa data, non ci più dinastie: i GG.SS. sono nominati di volta in volta e scelti tra i vari clan itamaridi del partito Sadduceo ed in questo modo, si giunge sino alla distruzione del +70. Da allora in poi, con la diaspora, la funzione sacerdotale decade sempre più anche perché è venuta a mancare la ragion sufficiente della sua esistenza: il sacrificio. Le famiglie appartenenti a tale discendenza, si limitano ad esternarla nel nome ed a svolgere qualche funzione sinagogale loro riservata: tale è la condizione dei tanti Cohen, Sacerdoti, Kahn, Coin …. ben presenti anche nella nostra città (ad es. il Rabbino Isidoro).

 

Qui giunti, ti segnalo che, sulla falsariga metodologica del tuo approccio all'Antico Testamento, si è mosso, nei confronti dei Vangeli, anche un tal Prof. Donnini di Firenze, ottenendo, pure lui, risultati, a mio avviso, di notevole interesse. Puoi trovare tutto su Internet a Errore. Il segnalibro non è definito. , compresi due suoi libri interamente scaricabili. Da quest'ultima positiva valutazione e da quanto avrai potuto leggere nella mia corrispondenza con Bartocci, hai modo di capire quant'io, in realtà, sia lontano dall'atteggiamento del De Vaux, tutto teso ad asseverare la piena aderenza alla realtà storica del Nuovo Testamento. Diverso è il giudizio sulle <<bugie>> ma non vorrei ripetermi. Le ricerche del Donnini introducono un altro argomento: tu mi citi la "guerra" contro di te condotta dalla Chiesa Cattolica, premetto che non ho motivo di dubitare degli interventi di Ravasi e Galbiati; indubbiamente, un testo – anche sostanzioso - edito da Rusconi muove assai più le acque delle pubblicazioni del Donnini (due piccoli editori ed Internet) ma – salvo che tu stia esprimendoti in metafora - nel 1988 l'Index librorum prohibitorum era stato abolito da molti anni e, anche nei democristianissimi anni '50, tale inscrizione non sarebbe stata così pedissequamente recepita da un editore ancorché non laicissimo. Su Gesù si sono scritte, impunemente, anche cose più fastidiose per occhi cattolici ma, come nel caso di questo ricercatore fiorentino, in genere, ha prevalso o il silenzio o qualche intervento sulla pubblicistica d'area. Stranissima ed inusitata quindi questa pesante intromissione per uno studio addirittura sull'Antico Testamento che non è, né è mai stato tra le prime attenzioni del Cattolicesimo: in fin dei conti, quello che dici (almeno su Mosè), non offende nessuno; si limita a svelare aspetti occulti e non immediatamente leggibili della Scrittura stessa: sei sicuro quindi che le pressioni siano venute da quella parte e non da coloro che ne sono più direttamente coinvolti? In ogni caso anche questi ultimi esprimono – essi stessi e liberamente – le opinioni più eterodosse: è di pochi giorni fa la notizia che, archeologi israeliani abbiano, in pratica, negato la storicità della più gran parte del testo biblico (per me ciò è eccessivo).

 

In queste tematiche è, a mio avviso, importantissima la questione linguistica, non soltanto per la diversità e spesso purtroppo per l'incompatibilità dei modi individuali di pensiero, che si esprimono nel medium in questione ma proprio per un netto deterioramento, caratteristica del mondo moderno, della congruenza semantica connessa al lessico; non a caso le culture tradizionali, per gli scambi culturali, usano - ed usava anche l'Occidente col latino - una lingua fissa che solo una profonda incomprensione può definire morta anche se latino e greco, da noi, ormai ineluttabilmente, lo sono. In questo senso quello che trovo fuorviante è che tu definisca "quella cosa", che sarebbe stata generata dal sacerdozio (mosaico) ebraico, <<Massoneria>>. In qualsiasi dizionario europeo il lemma (massoneria, masonry, franc-maçonnerie, freimauerei, frimurare, frimureri,vapaamuurari…) rimanda ad un etimo latino maceria il cui senso tecnico di <<muro di chiusura>> fatto di terra argillosa stemperata in acqua e consolidata con paglia e pietre, trova, comprensibilmente, origine nel più ampio contesto semantico del verbo macero. Da qui, al basso latino medievale, machionis® machio® macio ed infine massa (da cui tanti nostri toponimi) il passo è breve: prima è il nome del casale al centro di una tenuta, poi, si trasferisce, intorno al X sec. alla grande fattoria fortificata e da questa va infine ad indicare un intero dominio feudale. Il senso costruttivo del vocabolo è pertanto indubitabile e quindi la Massoneria è, con certezza, il Craft. Infatti, è solo lato sensu che gli High Degrees cavallereschi o comunque non muratòri possono essere definiti Massoneria: se vuoi dire che alcuni di questi sono d'origine ebraica, non posso essere che d'accordo. Alcuni, the Order of Secret Monitor ad esempio, lo sono interamente ma, del resto, il Craft stesso è il frutto dell'incontro, nel tardo Impero, tra i Collegia Fabrorum ( tradizione classica), l'apporto ebraico-salomonico e quello ermetico ovvero egizio-ellenistico. In tutto questo possono aver avuto un ruolo i Cohenim? Ritengo non ci sia dubbio alcuno per una risposta affermativa ma tu dici altra cosa, cioè che il Craft non è la Massoneria - evidente contraddizione in termini – e quindi sotto questo titolo intendi altro, un altro che sarebbe stato ideato dagli stessi sacerdoti quale esclusiva ed organizzata emanazione di loro stessi: cosa allora con precisione? Non è chiaro. E lo scopo?…… conservazione del Sinedrio, potere……? Intanto neghi che ci sia continuità tra Craft e Massoneria, addirittura specificando che <<si tratta di un'ipotesi priva di riscontri>> e la definisci <<ridicola>> quando i riscontri sono sotto gli occhi di tutti; negli atti e dichiarazioni dei fondatori della M. speculativa, nella continuità degli operativi sino ad epoche recenti, nella presenza degli Antients nell'ambito degli speculativi sino alla fusione coi "fratelli separati", i Modernes, per dar vita, nel 1813, alla United Grand Lodge of England. È poi da quella data che, scompaiono gli ultimi simboli chiaramente cristiani dai templi mentre l'impronta nettamente cattolica (giacobita) degli operativi era già stata occultata da Anderson e Desaguliers nel 1717. Questa continuità è testimoniata addirittura dagli archivi (con i verbali delle tornate!) d'alcune logge scozzesi, quali la ben nota Mother Kilwinning n. 0 (!) con documenti risalenti al XV-XVI sec. Il fatto che Athelstan fosse un re non contraddice la natura di un'istituzione che si definisce espressamente <<arte reale>> e che pone un altro re, Salomone, a suo fondatore. C'è poi, a testimonianza della Massoneria operativa continentale, il Compagnonnage di Francia, dove il simbolismo ed i riti, pur con differenze e particolarità, testimoniano che si tratta della sopravvivenza dei crafts medievali e che le due istituzioni erano aspetti di diversificazioni locali delle stesse organizzazioni iniziatiche di mestiere. Che senso avrebbe avuto, per i poveri Cohenim, prodigare tanta fatica se poi massonerie potenti e strutturate come quelle scandinave – immuni dalla riforma inglese del 1717 - non ammettono, ancor oggi, chi non accetti la fede cristiana? Che senso avrebbe poi avuto per il Sionismo militante, costruire, su falsariga massonica (in ogni caso, negli ultimi anni, l'aspetto "rituale" è praticamente trascurato), il B'naï B'rith? Io non ho niente contro Pike (fu vittima delle assurde, vergognose accuse di satanismo dal noto imbroglione Leo Taxil), dico semplicemente che il suo "assemblaggio" (a volte arrischiato), d'elementi tratti dagli High Degrees anglosassoni e dalle risorgenze templari germaniche del XVII sec., per costruire la scala gerarchica ed i rituali del RSAA, risente, qua e là, delle ubbie del secolo: briciole d'occultismo alla Schuré, positivismo, anticlericalismo d'epoca, moralismo puritano……ma questo poco toglie alla validità di fondo dello stesso RSSA, nel quale c'è una messe di sopravvivenze dell'esoterismo occidentale di tutto rispetto. Le informazioni un po' rubbish, che io do sui gradi, sono quelle tratte dai rituali del GOI: questa volta però specifichi meglio il tuo pensiero e mi sembra che le differenze, si siano ridotte; quello che rimane è l'interpretazione, per la quale – torno a ripetere – tu sembri fare riferimento soprattutto ai sistemi di High Degrees che sono in Massoneria (cioè uniti al Craft e suoi prolungamenti) da tempi recenti e con la quale convivono per aggregazione: processi annettivi, che iniziano con la distruzione dell'Ordine del Tempio ma che assumono vesti storiche, nei secoli successivi, facendo del Craft il rifugio dell'insieme della perduta, multiforme struttura esoterica della Cristianità medievale. Ragion per la quale mi resta ancora non chiaro cosa tu voglia designare veramente quando parli di Massoneria sembrandomi ingiusto farti carico dell'uso corrente, nel quale, sotto quest'etichetta, si ragiona di camarille ed occulti giochi di potere. Anche quando dici che <<lo sa Iddio>> quali fossero i primi rituali dell'istituzione, si può essere solo parzialmente d'accordo………..come vedi la questione linguistica – per la natura stessa del logos - non è formale ma essenziale per portare a fondo qualsiasi tema; quelli di quest'ordine in particolare.

 

I cowans: l'etimologia che accenni è suggestiva anche perché varie ne sono state suggerite senza che si sia trovato un accordo generalizzato ma, se pensi che la Massoneria sia in realtà emanazione di una specie di "Sinedrio mobile", non vedo perché il nome del gruppo dominante debba servire da epiteto spregiativo. Nel caso tu voglia invece affermare che - proprio perché il Craft era altro dai Cohenim e quindi anche da quell'indecifrabile "massoneria" da te proposta – l'uso in negativo del loro autentico nome (ancorché deformato) da parte degli architetti (tali erano gli antichi maestri) avrebbe trovato una spiegazione. L'ipotesi presenta però tante di quelle difficoltà logiche e storiche, da apparirmi totalmente insostenibile. Per mio conto, propendo per un derivato del verbo transitivo to cow (cfr. Dan. kue e Isl. kúga); to depress, subdue, keep under, il quale ben si accorda con la poor opinion che, gli appartenenti all'Arte, manifestavano nei confronti di chi avesse lo status di mason without the word; se poi consideri che –an is a suffix for the construction of nouns and adjectives, mi sembra che restino pochi dubbi nel mantenere i nostri cowans nell'ambito linguistico anglosassone.

 

San Paolo: non ho alcuna difficoltà a credere che appartenesse a famiglia sacerdotale, mi sembra anzi probabile; non penso però fosse membro del Sinedrio, vicino sì ma non uno del consesso.

 

Per concludere e per non ripetere ciò che già tu puoi trovare nella mia corrispondenza con Bartocci, ti accenno brevemente che reputo importante quell'enigmatico apporto che ci sarebbe stato da parte di un'occulta persistenza qumranica (sacerdotale dunque e zadoqita o mosaica se preferisci) verso i Canonici del Santo Sepolcro; o meglio: la leggenda fa intendere che ci fu, di fatto, una vera e propria trasformazione di questi in quelli (cfr. H. Corbin,Temple et contemplation, Flammarion, 1980) . Insomma, qualcosa di simile ai Carmelitani che si vogliono fondati da Elia e quindi, in entrambi i casi, avremmo a che fare con un'origine precristiana. Questo quid, i Canonici, a loro volta, l'avrebbero trasmesso ai Templari, che, dopo essere stati formalmente annullati, n'avrebbero portato un qualcosa - nell'eqoV e nel simbolismo - alle Logge del Craft, da essi stessi già protette ai tempi della passata grandezza e dalle quali, per singolare inversione dei ruoli, sarebbero stati ricambiati al tempo della tribolazione (cfr. supra per l'identica sorte d'altre forme iniziatiche).

 

Ti ringrazio molto di avermi comunicato l'indirizzo della Kessinger Publishing; ho già fatto due ordini: hanno cose interessanti e di difficile reperimento.

 

Mi chiedi <<ogni possibile informazione sui Cohanim, che si proclamano discendenti dei sacerdoti di Gerusalemme>>; la mia risposta è: così si dichiarano tutti quelli che portano i nomi già citati. Così, infatti, si considerano e tali li reputano i correligionari. Se invece, fai riferimento a un'indicazione bibliografica su quegli anni cruciali della storia ebraica situati intorno alla nascita del Cristianesimo, posso dirti - ma forse lo sai già - che la Paideia di Brescia pubblica la traduzione dei quattro volumi del classico ma ottimamente aggiornato da un validissimo comitato editoriale internazionale, Storia del popolo giudaico ai tempi di Gesù Cristo di Emil Schürer.

 

Sinceramente e fraternamente,

 

BdAB

 

* * * * *

 

II risposta di Barbiero

 

 

Caro BdAB,

grazie per il lungo e-mail del 19 novembre scorso, a cui cercherò di rispondere come meglio posso. Il discorso, infatti si sta allargando a macchia d'olio, impuntandosi su argomenti laterali, per cui si rischia di restare impantanati in una discussione senza fine.

Ho qualche difficoltà a distinguere, fra le molte cose che dici, quelle che presenti come semplici informazioni "neutre", dagli argomenti contrari o anche a favore. Vedrò di riassumere brevemente. Eravamo partiti discutendo la mia ipotesi circa un'origine sacerdotale della massoneria. Siam finiti a discutere dell'origine, natura e vicende del sacerdozio ebraico; giustamente, perché non si può capire la massoneria se non si è capito il primo.

Cominci col dichiararti "favorevolmente impressionato" dall'indagine che ho condotto sulla famiglia di Mosè; mi par di capire più per il metodo da me adottato, che per i risultati raggiunti, sui quali non ti esprimi. Dici che bisognerebbe rivedere la storia delle famiglie sacerdotali ebraiche alla luce di questa mia nuova proposta interpretativa, ma mi par di capire che non hai idea di cosa ci sia da rivedere, a parte qualche lista genealogica. In effetti, non cambia molto, se non si tiene conto di un secondo elemento fondamentale nella storia di quella famiglia, accennato nell'altro mio scritto che ti ha esteso Umberto, quello su Geremia e la cripta sul monte Horeb. Anche su questo non ti sei espresso. Certo le cose non te le puoi immaginare, perché quello scritto è ampiamente reticente, essendo destinato al grande pubblico; ma penso che un dubbio doveva sorgerti, vista la tua conoscenza di cose massoniche, che la cripta in cui Geremia ha nascosto gli oggetti sacri del tempio non fosse un semplice nascondiglio come tanti altri, ma qualcosa di assai più ampio ed importante.

Quella "caverna" sul monte Horeb (che non è nel massiccio del St, Caterina, ma ad Har Karkom, nel Negev Israeliano) aveva una importanza eccezionale per la famiglia mosaica. Era stata scavata sul monte alla fine del periodo calcolitico. Mille anni dopo Mosè se ne impadronì e ne fece la propria tomba di famiglia, oltre che deposito dei tesori di famiglia. La sua ubicazione era un segreto da mantenersi a tutti i costi (Mosè stermina ben cinque tribù madianite per proteggerlo). Il segreto fu perduto una prima volta quando i filistei distrussero Silo, decimando la famiglia del G.S. Eli. In seguito la cripta fu ritrovata da Zadok ed a lui Davide ne affidò la proprietà. Chi possedeva quella cripta possedeva la fonte stessa della legittimità (oltre che i tesori in essa contenuti, il che non guastava), perché in essa erano conservati i "documenti" di famiglia ed erano sepolti gli antenati, a partire appunto da Mosè. Il segreto dell'ubicazione è andato definitivamente perduto quando Nabuccodonosor uccise d'un colpo solo tutti i "grandi" del tempio, a Riblah.

Fantasie! dirai. Non più di quanto lo sia la ricostruzione delle vicende della famiglia di Mosè. Le indicazioni su questa cripta sono anzi assai più consistenti, numerose e dettagliate, a prescindere dalle tradizioni massoniche.

(Per di più possiedo un complesso veramente notevole di prove archeologiche, anche se tu sembri rifiutare l'idea stessa della loro esistenza. Io so perfettamente dove si trova la cripta e l'ho anche rilevata strumentalmente - dai un'occhiata al diagramma allegato a fondo testo: è stato ottenuto poche settimane fa con uno strumento potente, un magnetometro a protoni, in grado di radiografare una montagna per decine di metri; fra gli operatori c'era il nostro amico comune Vittorio. Rivela nettamente la presenza di 9 -nove!- cavità sotterranee allineate. Le misure di resistività e di sfasamento delle onde radio indicano chiaramente anche il contenuto delle cavità: alcune sono "vuote" o comunque con materiali ad alta resistività; altre sono parzialmente riempite di materiale molto conduttore, come acqua o … metalli non-magnetici. Data la natura del terreno è da escludersi che si tratti di formazioni naturali. Si tratta quindi di "strutture" artificiali, esattamente nel luogo dove da anni si sono concentrate le mie ricerche della cripta, sulla base di un complesso davvero impressionante di "indicazioni" archeologiche. Il mio unico problema, ora, è di "entrare" cosa che spero di fare entro il prossimo anno. Soltanto allora renderò pubbliche quelle 300 pagine che trattano di questa ricerca, iniziata 15 anni fa su istigazione del Prof. Anati).

Gli elementi essenziali per capire le vicende della famiglia sacerdotale di Gerusalemme, e successivamente della massoneria, sono proprio questi: l'origine "mosaica" dei sacerdoti e l'esistenza sul monte Horeb di una "tomba di famiglia", in cui erano anche ammassati i suoi tesori più preziosi. Una cripta di importanza eccezionale, quindi, ed ovviamente segretissima, tanto che la famiglia dovette strutturarsi in maniera appropriata ed istituire una serie di "rituali" con il preciso scopo da un lato di evitare che il segreto fosse risaputo, dall'altro di assicurarne la trasmissione. Ovviamente solo la famiglia del legittimo proprietario, Zadok, fu "strutturata" in quel modo; tutte le altre ne furono escluse.

Come tu giustamente fai notare, le famiglie sacerdotali erano molte. Anche solo considerando la discendenza del primogenito, Ghersom, c'è una quantità di "rami" che si dipartono dal tronco principale, a cominciare da quello che fa capo al Gionatan di Giudici 19, emigrato a Dan; per continuare con quello di Ebiatar - da cui discendeva Geremia - esiliato ad Anatot da Salomone; poi quelli formatisi con la secessione di Geroboamo; la deportazione di Israele in Persia operata dagli assiri; le due deportazioni di Giuda a Babilonia da parte di Nabuccodonosor; i due rientri separati a Gerusalemme: il primo guidato dal GS Giosuè, discendente diretto di Zadok; il secondo da Esdra, che probabilmente era sì un sacerdote, ma certamente non della famiglia di Zadok, nonostante nella sua genealogia, chiaramente fasulla, figuri un antenato con quel nome. Per non parlare poi del periodo successivo durante il quale la "stirpe" sacerdotale cresce a dismisura e le sue vicende si complicano esponenzialmente (ti ringrazio per le precisazioni che mi fornisci riguardo a questo periodo, ma non era necessario: la distruzione di Gerusalemme a cui mi riferisco a pag. 88 del mio testo su Mosè è chiaramente quella operata da Nabuccodonosor, non da Tito).

La storia di questa cripta e di quel che è successo dopo, quando il segreto della sua ubicazione è andato perduto, è molto interessante, ed io credo di essere riuscito a ricostruirla abbastanza fedelmente nelle sue linee essenziali, anche grazie ai numerosi riscontri archeologici relativi alle ricerche effettuate per ritrovarla durante il periodo ellenistico, da me scoperti ad Har Karkom; ma esula dalla presente discussione. Se ne parlerà, se credi, in un'altra occasione.

Quel che è interessante sottolineare è il fatto che soltanto una famiglia possedeva la "parola", cioè il segreto della cripta. Tutte le altre, pur essendo di origine mosaica, non ne erano al corrente e ne venivano escluse. La massoneria, quindi, non è un'organizzazione creata dai sacerdoti ebrei in quanto tali, ma da una loro famiglia, i cosiddetti zadokiti (arricchiti al tempo di Esdra da membri di altre famiglie sacerdotali), che per un accidente storico erano diventati i proprietari esclusivi del tesoro di famiglia.

Non penso ad alcun "sinedrio volante", "priorato di Sion" o cose simili. Semplicemente, i pochi "zadokiti" sopravvissuti all'ecatombe operata dai romani hanno ricostituito nella clandestinità l'organizzazione di famiglia, evidentemente con lo scopo di rendere la vita più sicura e prospera possibile ai propri membri (altro obiettivo a cui la famiglia non rinunciò mai fu quello di ritrovare il segreto perduto, la cripta - peccato per loro, erano convinti si trovasse sotto il monte Moriah, a Gerusalemme - stando a Graham Hancock, però, sarebbero andati a cercarla perfino in Etiopia, il paese dei "cushiti").

Ovviamente la " massoneria" all'origine doveva essere assai diversa da quella attuale, ma non tanto nella forma, quanto piuttosto nella sostanza. Era infatti una organizzazione su base esclusivamente familiare (massoneria operativa), sovranazionale e sovraconfessionale, in cui la segretezza era garantita, il potere sui suoi singoli membri assoluto, l'obbligo di lealtà e reciproca solidarietà e sostegno effettivo e vincolante. Una organizzazione del genere che opera per un periodo sufficientemente lungo è in grado di "piazzare" propri membri nei posti chiave della società in cui vive e di impadronirsi delle attività più redditizie e sicure. I membri di questa organizzazione devono quindi aver occupato posizioni di prestigio e potere nella storia, ma non sappiamo chi siano, perché l'esistenza stessa della famiglia era un segreto ben custodito.

E' naturale che con l'aumentare della famiglia ed il suo diffondersi geografico si siano create cellule (cioè logge) locali, che, date le difficoltà di comunicazione e la diversa dinamica locale della famiglia, si possono essere evolute in modo autonomo e differenziato ed alla fine si sono "aperte" anche ad elementi estranei alla famiglia, i cosidetti "speculativi", e … voilà! eccoti la massoneria moderna. Niente di trascendentale, dunque. Ma quale ombra immensa viene a gettare sulla nostra storia questa famiglia!!.

E' l'ipotesi alla quale sto lavorando circa l'origine della massoneria. Ipotesi, non certezza (che potrà venire soltanto dopo che avrò potuto verificare il contenuto di quella cripta); ma mi sembra fondata su elementi ben più consistenti di quelli che citi tu, che in pratica si riducono al semplice fatto che tutti i massoni moderni, a partire dai padri fondatori londinesi, continuano a proclamare la propria origine "muratoria", e non mancano mai di sottolinearla ovunque se ne presenti il benché minimo pretesto, sia nella simbologia interna che, e soprattutto, nei loro rapporti con il mondo "profano".

Questo solo fatto, trattandosi di una organizzazione che su tutto il resto tende a mantenere il più stretto riserbo, sarebbe sufficiente a far guardare con estremo sospetto tale proclamata origine. Se aggiungi poi la totale mancanza di prove effettive al riguardo (scusa se insisto; nei vari testi che trattano l'argomento si trovano dottissime disquisizioni su varie organizzazioni di - diciamo così - "edificatori", a cominciare dai comacini, ma mai uno straccio di prova diretta che le ponga all'origine della massoneria) il sospetto mi appare ampiamente giustificato.

Tu citi come prova importante a favore dell'origine muratoria l'etimologia della parola "massoneria" e vai perfino a scomodare il latino per dimostrare che "mason" vuol dire "muratore" (questa tua fede nell'etimologia mi ricorda Massimo Introvigne, che nel suo libro "Il Santo Graal" dedica un intero capitolo per dimostrare quello che nessuno ha mai messo in dubbio e cioè che "graal" significa grolla). Nessun dubbio che mason significhi muratore; è dichiarato in tutti i documenti, scritti e rituali dei "liberi muratori". Il problema è che questo è il nome con cui gli adepti si autodesignano, soprattutto nei confronti del mondo profano. Ed è fin troppo nota la propensione di questa organizzazione a "giocare" con le parole, criptarle, camuffarle sotto mentite spoglie, anche se in modo ingenuo.

La mia personale convinzione (e qui diviene importante la discendenza mosaica della famiglia sacerdotale) è che la parola Mason sia stata adottata deliberatamente dagli adepti per esprimere la propria discendenza da Mosè (qualcosa come "figli, o discendenti di Mosè"), ma "nascosta" sotto un diverso significato, cui si prestava l'assonanza del nome e gli "agganci" muratori presenti nella simbologia dell'ordine, che opportunamente stressati rendono plausibile questa denominazione - Su questo "equivoco" l'organizzazione ha sempre marciato, creando e alimentando il mito della propria origine muratoria.

 

Parlando di "equivoci", c'è un certo numero di essi che mi sembra il caso di chiarire:

 

1.- Origine ebraica della massoneria. In qualche modo (non ho capito come) sei arrivato alla conclusione che io ritenga che la massoneria moderna sia stata originariamente costituita da elementi ebraici. Mai detto niente del genere; anzi! L'origine della massoneria è ebraica esattamente come lo è quella delle Chiese cristiane. I primi "massoni" del dopo-Tito erano ebrei come lo erano Pietro e Paolo e gli altri padri della Chiesa. Il mio sospetto è che essi abbiano svolto un ruolo determinante nell'affermazione del cristianesimo fra i "gentili" (novità assoluta fra le "sette" ebraiche, che avevano sempre effettuato proselitismo all'interno del mondo ebraico, mai all'esterno). Infatti dai rituali risulta che avessero abbracciato questa nuova fede. E cristiani erano indubbiamente i Templari. Un cristianesimo di facciata, ritengo; mi riesce difficile immaginare che discendenti di Mosè credessero realmente nella divinità del Cristo. Come mi riesce difficile immaginare che non mantenessero contatti ed un occhio di riguardo per il mondo ebraico.

 

2.- Cohenim. Mai detto che abbiano avuto un ruolo nella costituzione della massoneria. Anzi! I cohenim erano "masons without the word", cioè, a mio intendere, sacerdoti di origine mosaica esclusi dal segreto (e quindi possesso) della cripta, e quindi guardati, se non con disprezzo, almeno con distacco dai veri Masons. Contrariamente a quanto tu ritieni, quindi, io sostengo che i cohenim non hanno nulla a che vedere con la massoneria. Discendono da quelle famiglie mosaiche sopravvissute a Babilonia o anche scampate all'eccidio di Gerusalemme, ma non confluite nell'organizzazione massonica (non ho però alcuna notizia di scampati, oltre a quelli citati da Giuseppe Flavio).

Parlando di cohenim, ancora una volta ti ribadisco che i Coin di Mestre, proprietari dell'omonima catena di negozi, non sono ebrei, ma veneti purosangue: il cognome significa "codino" in veneto.

 

3.- Esdra - Ritengo che tu abbia ragione nel fare di Esdra una figura importante, soprattutto per la problematica sacerdotale, ma mi sembra un po' esagerato paragonarlo addiritura a Mosè. Anche l'accostamento ai grandi movimenti di pensiero che venivano maturando in quel periodo in altre parti del mondo mi sembra fuori luogo. Esdra non ha effettuato alcuna innovazione di tipo dottrinale o filosofico. Egli era essenzialmente un amministrativo e la sua azione si è concretizzata semplicemente nella riorganizzazione della famiglia sacerdotale di Gerusalemme e nella imposizione di regole per la salvaguardia della sua, diciamo così, "purezza genetica".

Con tutta probabilità egli era discendente di una famiglia sacerdotale delle cosiddette "tribù del nord", deportate in Mesopotamia dagli assiri (nel regno di Israele esistevano -eccome!- sacerdoti, le cui vicende, però ci sono note soltanto attraverso le cronache del regno avversario di Giuda, denigratorie e riduttive, che si premurano sempre di dichiararli privi di legittimità. In realtà essi erano sacerdoti a tutti gli effetti. Discendevano, secondo me, dal ramo ghersomita di Dan e dal casato di Anatot, che rappresentava la più diretta discendenza da Mosè; cacciato da Gerusalemme da Salomone, esso può aver cercato la sua rivincita nel rinato regno di Israele). Esdra riportò in Palestina sacerdoti discendenti da famiglie del nord e, forte dei poteri assoluti concessigli dal re Ciro (molto probabilmente suo compagno d'infanzia), li riammise al servizio del tempio di Gerusalemme, imponendo un "rimpasto" delle cariche sacerdotali alla famiglia di origine zadokita che vi dominava in quel periodo. Quasi certamente egli creò una organizzazione sacerdotale ben strutturata, codificando gerarchie, cariche e rituali segreti. Indicazioni circa l'emanazione di direttive segrete si possono trovare nei libri apocrifi di Esdra, in particolare il "Quarto", dove, nel 14.mo ed ultimo capitolo, il Signore ordina ad Esdra: "Quando avrai terminato quest'opera (le Sacre Scritture), alcune cose le dovrai rendere pubbliche, altre invece, le affiderai in segreto ai saggi". Interessante e significativo è anche il paragone che l'autore del Quarto Libro fa con Mosè. Il Signore, infatti si rivela ad Esdra in un roveto ardente ed inizia il suo discorso dicendo: "Mi sono rivelato già una volta in un roveto ed ho parlato a Mosè … gli mostrai i segreti dei tempi e gli rivelai la fine delle ere. Quindi gli comandai: ‘Queste cose le dovrai rendere pubbliche, queste altre mantenere segrete'."

Secondo me, quindi, la "massoneria" nasce, in quanto organizzazione con una struttura ben definita e codificata, proprio con Esdra. Dopo la distruzione del tempio operata da Tito e l'eccidio della famiglia sacerdotale, i sacerdoti superstiti (riuniti, penso, intorno a Giuseppe Flavio) ricostituirono l'organizzazione sulla falsariga della precedente, di cui dovevano aver raccolto tradizioni e rituali, ma naturalmente con caratteristiche e finalità diverse, essendo venuto a mancare lo strumento per l'esercizio del potere (il Tempio) e l'oggetto (il popolo ebraico).

 

4.- Qumran - Forse mi sbaglio, ma mi sembra che tu continui a riferirti a Qumran come sede di una comunità essenica, che avrebbe prodotto i manoscritti trovati nei paraggi. E' questo, appunto, il dogma imposto da De Vaux a cui mi riferivo. Ancora una volta ti invito a leggere il libro di Golb: ti convincerai che neppure una riga dei documenti trovati a Qumran è stata scritta sul posto, per il semplice fatto che a Qumran non è mai esistita una comunità essenica. Gli esseni cui fa riferimento Plinio il Vecchio - fonte a cui si è ispirato De Vaux per l'invenzione della sua comunità - abitavano ad En Ghedi, che è ben lontana da Qumran. Quest'ultima, infatti, è assai più vicina a Gerusalemme che ad En Ghedi. Qumran era in realtà una guarnigione militare, del tutto simile ad altre trovate in Israele. I documenti trovati nelle grotte di quell'area facevano parte di biblioteche di Gerusalemme, che vi erano state nascoste per scampare alla guerra.

Ovviamente ciò non impedisce di continuare a parlare di "documenti di Qumran", ma soltanto per indicare il luogo del loro rinvenimento, purché si tenga presente che essi sono stati scritti a Gerusalemme e quasi certamente in ambito sacerdotale. Questo dovrebbe cambiare qualcosa nella comprensione delle vicende di quel periodo.

 

Nota 1. - Grazie per avermi segnalato i lavori di Donnini. Ho prevveduto a scaricarli (e leggerli), anche se il mio interesse per la figura di Gesò è, almeno per ora, alquanto distaccato. Mi interessa assai di più indagare su coloro che ne hanno fatto il vessillo per creare una nuova religione (a differenza di Mosè e Maometto, che hanno deliberatamente fondato le rispettive religioni, Gesù non ha fondato un bel nulla; altri hanno creato la Chiesa utilizzando il suo nome, la sua predicazione ed i suoi miracoli, veri o presunti che siano)

 

Nota 2. - Non volevo offendere la tua sensibilità e amore della precisione quando ho detto che il mio libro è stato "messo all'indice". So bene che l'Index librorum prohibitorum è stato abolito da quel dì; ma tu dovresti sapere altrettanto bene che quella frase ha assunto ormai valore idiomatico. A parte gli interventi di Ravasi e Galbiati (che puoi trovare su "Jesus", apr. 90, pag.78, e "Chiesa Viva", gen. 91, pag. 7), ho avuto varie conferme dirette ed autorevoli - compreso un vescovo di cui sono amico - che il libro era proibito ai cattolici. Io stesso mi sono visto rifiutare l'acquisto del libro da una suora delle Paoline, perché non avevo il "permesso del vescovo" per leggerlo. Rusconi mi ha confermato pressioni da parte di alti prelati, al punto che ha dovuto limitare la distribuzione alle librerie per evitare ritorsioni commerciali (ma ovviamente ha sempre provveduto ad inviarlo su richiesta). In ogni caso le "ritorsioni" non venivano certamente da parte ebraica. Sono tuttora in ottimi rapporti con il rabbino Kan e conservo una lettera personale di Toaf, nella quale si complimenta per l'accuratezza delle mie analisi (alcune in particolare, non tutte, a dire il vero). Ho tenuto conferenze alle comunità ebraiche in varie parti d'Italia. Sono uno stretto collaboratore del Prof. Anati, ebreo, e mi reco almeno un paio di volte all'anno in Israele, per le mie ricerche, senza problemi.

 

* * * * *

 

III (e per il momento ultima) replica di BdAB

 

 

Caro Barbiero,

 

da tutto quello che abbiamo ultimamente scritto, s'evidenzia un fondamentale problema di reciproca comprensione, che nasce non soltanto da una diversità di Weltanschauung dovuta a differenze individuali e di rispettiva formazione m'anche da vere e proprie, notevoli difficoltà a spartire anche un comune linguaggio: in questa <<selva oscura>> non è facile districarsi per entrambi, mi limito quindi a risponderti nella maniera più schematica possibile enumerando gli assunti secondo la sequenza di essi nella tua ultima.

 

1. Non ci sono, per me, informazioni "neutre" in quello che ho scritto ma

tutto è teso a dimostrare che la Massoneria è la Libera Muratoria (il primo

termine - abbi pazienza per gli etimi! - viene, come sai, dal latino tramite

l'inglese il secondo è indigeno ed è più chiaro ma sono sinonimi) e non la

cosa aliena che proponi; gli argomenti sono quelli, il resto appartiene ad

un ordine d'idee "altro".

 

2. Non si può capire la Libera Muratoria (com'era e com'è invece oggi) se

non si comprendono le differenze tra iniziazione sacerdotale, cavalleresca

ed artigianale, quali appunto esistevano nelle società tradizionali e non

s'intende come queste ultime fossero costituite se non se ne conoscono i

principi reggenti. Principi, i quali fanno sì che il tema del sacerdozio

ebraico, sia un tema che, con la stessa L\M\, spartisca soltanto

l'appartenenza ad un comune contesto sacrale mentre, sul piano storico,

determinano che la relazione sia solo con l'Ebraismo e non con il suo

sacerdozio in quanto tale (ancor meno con una specifica famiglia di esso)

anche se, nel transfert dei primi secoli, quei cohenim una qualche funzione,

sul piano individuale, con molta probabilità, l'abbiano avuta. Un diverso

discorso è quello del periodo medievale, nel quale entrano in gioco i

Canonici Templi Domini ma da quella fonte nasceranno gli High Degrees, non più definibili "massoneria", in senso tecnico (L\M\) ma che, nei secoli

avvenire, sotto il suo titolo, sbrigativamente, saranno conosciuti e per

comodità di dizione e per ignoranza dei più.

 

3. Ho trovato interessante e convincente quanto scrivi della famiglia di

Mosè, non soltanto per il metodo m'anche per le conclusioni ove queste però non travalichino l'ambito della storia ebraica. Ti ho preso tanto sul serio che, mi sono dilungato su tutti i temi maggiori di quella storia e di

quell'esegesi scritturale, indicandoti - dai Samaritani ai Caraiti, dalla

Thorah <<orale>> a quella <<scritta>>, fino al "nodo" rappresentato da Esdra - alcuni degli aspetti che andrebbero rivisitati alla luce della tua ipotesi e tu mi dici che non ho idea di cosa ci sia da rivedere a parte qualche lista genealogica…..se ti sembra dunque poco…..!

 

4. Non ho fatto volutamente parola del tuo scritto sulla grotta perché non

vedo tra essa, la leggenda del Royal Arch e quella del 13° del RSAA

relazione alcuna.

 

5. Dove ho mai scritto che rifiuto l'esistenza di prove archeologiche su

Mosè e la tua teoria? Ti ho già detto che essa può essere condivisibile

anche se non in tutte le implicazioni di cui sembri caricarla. Ritengo che

tu possa davvero arrivare a scoprire qualcosa anche se ti può accadere di

fare come Schliemann, il quale era convinto d'aver realmente trovato Troia: cfr. il Vinci, che reputo ben più prossimo al vero di lui. Aspettiamo e vedremo.

 

6. Finché ti mantieni nella storia ebraica pre-diaspora, hai, per l'ipotesi

mosaica, buoni riscontri e quindi non penso per niente che siano

<<fantasie>>; sono invece le implicazioni "massoniche" che ritengo nate da queste in tutta libertà.

 

7. Hai ragione; a pag. 88 del tuo testo su Mosè, fai riferimento alla

distruzione del 1°Tempio e non del 2°.

 

8. Qui si arriva al nocciolo del problema: in breve tu vuoi affermare che la

Massoneria è, in effetti, la "moshèria" (da Mosè / Moshè), la quale,

subdolamente, ha infiltrato quei semplicioni di muratori, i quali, nella

tarda romanità e nel selvaggio alto Medio Evo, niente sapendo di tali,

bizzarre ed orientali finezze, si sono fatti divorare dall'ospite (ovvero da

quelli che curiosamente chiami "operativi"! Vero stravolgimento, il tuo,

della terminologia tradizionale) che poi, nei secoli, ha creato altre false

apparenze (Templari e annessi), completando l'opera mistificatoria con la

fondazione degli "speculativi", i quali, sciocchi tra gli sciocchi, ancor

oggi, continuano, inconsci, il gioco di un'istituzione che - come scrivi - a

proposito del <<mito>> delle origini muratorie ci <<ha sempre marciato>> per <<piazzare propri membri nei posti chiave della società in cui vive>> e per <<impadronirsi delle attività più redditizie e sicure>>. Quindi, al cuore

ascoso di quest'idra, c'è un qualcuno che sa, c'è il Capo della Famiglia, il

Savio Anziano, quello che di tutto tiene le fila mentre i poveri goim tirano

la carretta: bruto motore di menti sottili. Lo so bene: questo non lo

espliciti ma esso è la logica conclusione cui arriverà chiunque recepisca il

tuo messaggio: non sarà il Sinedrio Mobile od il Priorato di Sion ma la

funzione è quella. E tu dichiari che queste fantasie piacciono agli ebrei?

Non credo avrebbero proprio una buona accoglienza mentre sarebbero recepite come manna da tutto l'antisemitismo ed antimassonismo non d'altro in attesa che di avalli pari a questi per rinsaldarsi nelle loro ossessioni. Te lo dico, non a fini dissuasivi ma, semplicemente, perché la reputo un'ipotesi totalmente falsa e contraria a qualsivoglia interpretazione sia tradizionale, sia razionalista dell'Istituzione. È, inoltre, da un punto di

vista logico, assolutamente superrogatoria risultando non necessaria ed

inutilmente ridondante rispetto a quanto gli studi più qualificati abbiano

sinora accertato. Non sempre ciò che è accademicamente e soprattutto

tradizionalmente pacifico deve essere considerato un'ubbia da poveri

conformisti.

 

9. Ho l'impressione di non essermi mai spiegato su cosa intendo per

<<tradizionale>>; per tua informazione è il punto di vista non moderno

quello, in questo secolo, fatto proprio, tra gli altri, da René Guénon. È

quindi una posizione intellettuale lontana da sentimentalismi e borghesi

rimpianti del bel tempo che fu.

 

10. Ho scomodato il latino non perché dubitassi della tua conoscenza del

significato di mason ma perché fosse ben chiaro come la parola non

ammettesse altre interpretazioni. Ora, però, che mi hai ben spiegato la

teoria del masonic bug, mi rendo conto che potevo davvero farne a meno.

Riguardo ad Introvigne, non ho letto il libro, ma ribadire che Graal sta per

grolla ed, aggiungo io, anche per libro (gradale), non è fatica inutile

perché c'è chi (il Donnini) dice che stia per Sangue Reale: Sanctus Graal ®

san[ctus]g-raal. Le cognizioni linguistiche possono apparire superflue e

pedanti ma la loro trascuratezza provoca spesso disastri.

 

11. Riguardo alla "moshèria" o mosceria ® massoneria, comunque tu scrivere la volessi, cfr. al punto precedente.

 

12. Dove ho mai affermato o fatto capire che tu ritenga la Massoneria

moderna (i.e. gli "speculativi" se no a cosa alludi?) d'origine ebraica?

Alla sua nascita presiedono due cristianissimi pastori anglicani; non credo

ci siano, per alcuno, dubbi in proposito. Le origini della L\M\ in Occidente

hanno invece, dall'Ebraismo (il filum salomonico), dai Collegia Fabrorum e dall'Ermetismo, i principali contributi costitutivi: poi, nel '700, su tutto

questo, amalgamatosi e trasformatosi, lungo un arco di tempo più volte

secolare nell'esclusivo ambito della Cristianità, operano, assai

maldestramente, i suddetti pastori. Al fondo è una storia abbastanza

lineare.

 

13. La novità del proselitismo è tutta di Paolo e non certo di Pietro suo

rivale giudeo-cristiano. Anzi, è proprio da Paolo che s'inizia con la

demonizzazione dei <<perfidi giudei>>, la quale, da meramente religiosa,

diventa etnica e razziale con la secolarizzazione delle società cristiane.

 

14. Avevo dimenticato la tua spiegazione relativa ai Coin e l'ho verificata

con un'amica veneziana: è vero coin in veneto vuol dire codino.La cosa non ha importanza ma per Emidio De Felice (ordinario di glottologia

all'Università di Genova), quel lemma, nel suo DIZIONARIO DEI COGNOMI ITALIANI (Mondadori, 1978), all'indice analitico, rimanda a Cohen: lasciamo stare; può esserci una convergenza fonetica e non semantica.

 

15. Per gli altri Cohenim, ho ben capito come tu abbia in mente solo la

discendenza mosaica ma la cosa è parimente insensata anche senza la mia fede linguistica, che mi fa apparire perfettamente coerente la "loro" (dei cowans naturalmente) collocazione anglosassone in virtù della relazione cowan / to cow, ch'evita di ricorrere alla ridondanza della tua interpretazione.

 

16. Non paragono in alcun modo Esdra a Mosè: la loro distanza è

incommensurabile ed è ben resa dall'Islam pel quale Mosè è un Rasul cioè un Profeta Legislatore mentre il nostro non era nemmeno un Nabî ovvero un semplice Profeta (come Geremia per intenderci) ma soltanto un sacerdote e scriba. Nemmeno lo paragono, individualmente, a Zoroastro e Confucio (né mi sogno di fantomatici prestiti o suggerimenti da parte di questi esotici personaggi) ma voglio soltanto mettere in evidenza come, quell'assestamento avvenuto per suo tramite nell'Ebraismo, fosse conforme alle determinazioni qualitative del VI sec., singolare"barriera" o spartiacque storico. In altri termini agì secondo l'ésprit du temps. È la sua funzione, che è fondamentale; con lui si ristruttura il canone e l'Ebraismo assume una veste, la quale, ancorché modificata, si conserverà sino ai nostri giorni. Esdra, infine, non poteva essere un sacerdote del Nord (nel quale però - concordo - certamente esistevano sacerdoti) perché la "chiusura" giudaica è in lui totale. Il suo etnocentrismo è irriducibile e tale da determinare la definitiva rottura con i Samaritani ovvero con ciò che restava del regno d'Israele ma anche con quei giudei (non pochi: cfr. Hans M. Barstad, THE MYTH OF EMPTY LAND, Scandinavian U. P. 1996), che avevano evitato la deportazione.

 

17. Interessante la tua citazione degli apocrifi: è l'indiretta conferma

dell'occultamento dei due libri (Teogonia ed incognito) dell'originaria

Thorah-eptateuco.

 

18. Non ho letto il libro di Colb ma conosco la sua tesi che giudico

eccessiva; non reputo particolarmente significativo che quella comunità (i

testi sono chiarissimi in quel senso: la comunità esisteva) stesse a Qumrân

o altrove ed ovviamente penso anch'io che le scritture siano di sacerdoti.

Ti ripeto che non m'interessa il De Vaux ed il suo storicismo ma non tutto

quello che ha detto è da buttare.

 

19. Per ciò che scrivi nel libro (per ora l'ho scorso velocemente) non ci

vedo estremi per risentimenti da parte dell'ebraismo da noi maggioritario -

altra cosa sarebbe se ci fossero più integralisti in Italia - e quello che,

ora, mi dici lo conferma; diverso è invece il discorso se ti dovessi

esprimere in ordine al punto n. 8. Meravigliano, in ogni caso le reazioni

cattoliche: potresti mandarmi fotocopia di quegli articoli, adesso

sicuramente introvabili?

 

20. And last but not least come ti spieghi che il Padrino ti lasci

impunemente scavare a casa sua? Tieni conto che ben sa della tua

appartenenza al "parco buoi" perché ti ci ha fatto entrare Lui, se no che

Padrino e che Famiglia siamo mai? Sei, per caso, anche te della discendenza?

 

Io, sicuramente, sto insieme agli altri bovini (a cow but not a cowan!) e

niente da quel 2 Dicembre 1968 mi ha fatto vedere ed intravedere granché

oltre a torme di piccoli borghesi frustrati e presto delusi. Infatti,

fantasie come la tua, sono uno dei motori del "reclutamento"; poi

l'avvilente realtà ha la meglio sui sogni di prodigiose scalate sociali ed

il forte turn-over sta lì a dimostrarlo; restano pochi, chi in cerca d'una

alternativa alla noia, chi - come me - crede nel valore tradizionale e

sacrale di quest'iniziazione e cerca, nei limiti delle sue possibilità, di

difenderla dalle mille insidie che <<le determinazioni qualitative del

tempo>> di questo nostro tempo non mancheranno, col passare degli anni,

sempre più insidiose.

 

Fraterni saluti,

BdAB

 

* * * * *

 

[La discussione prosegue a due voci]

 

 

29.12.99

 

Carissimo Umberto,

la soluzione di qualsiasi problema di conoscenza è prima di tutto

un'operazione d'intuizione intellettuale, soltanto quando questa si produce ci rendiamo conto che eravamo già in possesso di tutti i dati razionalmente necessari per la soluzione ma ch'essa non giungeva perché non avevamo, appunto, intuito le giuste relazioni tra loro. Tale è, a mio parere, il motivo del tuo impasse di fronte al problema massonico. È come se intorno alla natura ed origine del latte ci fossero due scuole: una per la quale la cosa è scontata e l'argomento nemmeno si pone e l'altra che dice: troppo facile! Tutti sanno che il latte lo fanno le mucche ma è davvero sempre stato così? Chi l'ha indotte a farlo in misura superiore alle necessità del vitello e questo già secoli fa? Vi rendete conto del giro di miliardi che c'è dietro ad una cosa apparentemente tanto naturale? E non vi siete accorti che è prodotto soprattutto in ambienti del Nord del mondo e che, nel giro, ci sono multinazionali come la Nestlé? E via complottando….

 

Ti assicuro, non avertene a male, che l'argomento è così elementare che comincio a trovare del tutto inutile insistere. Mi permetto anche d'aggiungere che quello che affermo non lo reputo suscettibile d'alcuna modifica; ci provo quindi ancora una volta e nella forma più schematica possibile.

 

La M. non l'ha inventata nessuno. Finché la Cristianità medievale è rimasta nella sua integrità, cioè fino alla distruzione dell'Ordine del Tempio (che, figurarsi, ti hanno fatto credere che quello sia il covo del male), esistevano forme iniziatiche destinate alle tre classi superiori della società: artigianali, cavalleresche e sacerdotali. Dal momento che

quell'assetto storico ha cominciato a venire meno, l'aspetto iniziatico

ovvero di conoscenza ha perso sempre più di ruolo (e l'avversario ha potuto avanzare proprio perché la dottrina non era più compresa) sino a che gli ultimi prolungamenti di esso ancora leggibili sono stati quelli

gerarchicamente più modesti. L'operazione di Anderson e Desaguliers,

presenta, dal mio punto di vista, alcuni preoccupanti aspetti

controiniziatici ma non sono certamente gli stessi individuati da quelle

patologiche caricature di cattolici che scrivono i libelli ai quali

incomprensibilmente dedichi tanto tempo. L'errore tuo e loro è, come pel caso dell'Ebraismo, d'attribuire a queste istituzioni il male in sé: qui sì, è in questo atteggiamento che c'è qualcosa di francamente diabolico e cieco. Cieco perché non s'accorge della natura vera di esse e diabolico perché beve, con la più deteriore vulgata cattolica, i peggiori cascami del romanticismo ottocentesco dai quali sono scaturite tutte le successive e modernissime ossessioni antisemite esplose follemente nel nostro secolo e delle quali, paghiamo adesso a contrario tutto il conto con interessi d'usura. Su quest'ultimissimo punto almeno, penso tu mi comprenda e concordi. Nel tuo caso specifico, addirittura, arrivi ad affermare d'aderire a posizioni "tradizionali" (?) basandoti su Cartesio, il razionalismo, l'agnosticismo, la "bruttezza" della Bibbia, il Duce ed il socio….e mi fai capire d'aver cominciato ad apprezzare certi gruppetti di giovani dove, aggiungo io, la mancanza d'ogni equilibrio e ponderazione di giudizio è sempre stata la regola, ambienti dove le peggiori strumentalizzazioni hanno sempre potuto agire indisturbate, largamente contribuendo ai noti tragici eventi, che hanno travagliato questa povera espressione geografica del continente …. e pensi che tutti i guai della decadenza tradizionale derivino dall'idra massonica! Ma se è proprio per la rottura d'ogni equilibrio (sociale ed individuale), allo scopo di sostituirsi con un ordine alternativo, che sempre operano le forze antitradizionali! Ci sei quindi in mezzo e punti il dito con chi invece ne subisce infiltrazioni da vittima e non da attore.

 

Tornando ai due Pastori, c'è da aggiungere che occultarono, per anglicano spirito di parte, il carattere giacobita e cattolico degli Operativi; in ogni caso, nel corso di un secolo, gran parte degli antichi riti fu poi ripristinata sino alle forme attuali. ……Scuola, <<vivaio>>… Su tutto il mondo massonico c'è, ad occhi profani, come un manto regale e d'oscura potenza, manto in qualche modo "guadagnato", alla fine dell'ottocento nei paesi latini, dove l'inframmettenza politica e sociale erano indubbiamente una realtà ma oggi… basta vedere il boomerang ch'è stata la breve e losca avventura della P2 e tu sogni d'una P1 quasi fossero piani secolari. In effetti, nel GOI ci sono sempre state (cessate poi coi noti fatti) le Logge Propaganda1 e Propaganda2 dove l'astuzia latina faceva "godere" un'appartenenza solo nominale e solo all'orecchio del GM a qualche cialtrone di mammasantissima. Questo manto fa sì che, per la mancanza d'una corretta prospettiva storica, esso proietti indebitamente la sua ombra anche nei secoli passati in modo che quello che è ridicolo per l'oggi, eccessivo per ieri, divenga anacronistico ed assurdo per il passato. È qui il nocciolo dell'equivoco: è poi tanto difficile da capire? È la storia del latte.

 

Fino agli anni che hanno preceduto la Grande Guerra (tanto per fissare una data), in un'ancora assai ampia misura, la difesa degli istituti che citi

(Esercito, Chiesa, …) aveva un senso tradizionale. Con la sconfitta degli

Imperi Centrali tutto quel mondo è venuto a cadere e l'Italia ha avuto, come al solito, una parte non onorevole nell'operazione; adesso la società è talmente mutata ed è sottoposta a tali ed incontrollabili spinte che la semplice difesa dello status quo risulta ininfluente sul piano tradizionale ed autolesionistica sul piano pratico; vuoi dire che, semmai, in altri paesi dove hanno già, da tempo, effettuato le riforme che contesti esiste, per l'Università, la presenza di centri d'eccellenza che qui mancano e che mi sembra, nessuno si sogni d'istituire in concomitanza con l'approvazione dei nuovi ordinamenti. Ci sarà, inoltre, da temere un'incontrollata proliferazione di cattedre per le mille "classi" che verranno fuori ma ora è sempre la diffidenza di un non nazionalista che mi fa parlare anche se non dubito d'avere ragione. Mi stupisco come anche qui sia tanto difficile capire che è inutile formare un ingegnere come facciamo noi per fargli dare ordini sulla riparazione dei lavandini o, all'opposto, fargli fare il Franco Tatò. È la stessa cosa di quando ci siamo castrati col nucleare (lì ci sono stati anche i miliardi delle "7 sorelle"): i paesi non si guidano coi sogni (nell'esempio, gli ambientalisti) ma con le necessità dei tempi: come fai a credere che insegnare Dante ai meccanici sia una splendida cosa, quando della sua comprensione, non dico profonda ma soltanto banalmente approfondita, non resta niente in nessun ordine scolastico (tu stesso dici di non amarlo) e tutto, dalla letteratura alla filosofia, sia ormai distribuito in pasticche manualistiche da svogliati e demotivati insegnanti. Valeria Marini ha fatto con profitto il liceo classico e l'On. Ottaviano Del Turco, Presidente dell'Antimafia, ha smesso di andare a scuola a quattordici anni; tutto questo non ti suggerisce niente? Non ti rendi conto di quante intelligenze sono in grado di utilizzare gli USA col loro sistema e quanti Del Turco (non sono un suo fan è solo un esempio) sono alla catena di montaggio (o sotto i ponti) da noi? E vuoi guidare la rivolta contro il resto del mondo con quest'esercito di <<curati e di notari>> in ciabatte? <<Ma mi faccia il piacere!>> direbbe Totò. Vuoi dire che, per completare il tutto, dovranno mettere infine mano alla creazione di una vera Formazione Professionale e rivedere tutto il sistema della Secondaria nel quale con la nuova Università non si capisce che senso abbiano tutti i diplomi tecnici.

 

Il "Palazzo d'Inverno" è caduto da tempo e la difesa della Tradizione (ma io dubito si parli della stessa cosa), si fa ormai sul piano dei principi e dell'intesa tra pochi: tutto il resto è già in mano al nemico. Un paese non è Storace, né deve esserlo; quello ch'è nobile per un individuo è criminale per un popolo: Clausewitz teorizzava che quando una battaglia appare perduta, la ritirata debba avvenire cercando di salvare il massimo delle truppe. Altrettanto, in una guerra, deve accadere a garanzia dell'intero paese: Hitler ha distrutto la Germania non applicando prima a Stalingrado ed in seguito, in successione, questo principio. Anche Jünger ha sempre disprezzato questo donchisciottismo, al fondo nihilista e paranoide.

 

Un difetto dei moderni è quello di non saper mai disgiungere i sentimenti dalle questioni intellettuali, sembrando loro, distacco ed obiettività, qualcosa di freddo e non vero; ora, se s'introducono nelle valutazioni le passioni politiche ed i risentimenti storici, si sa di lasciare libero corso ad antipatie e sensazioni istintive e viene quindi naturale immaginare quanto sia facile a che queste conducano per sentieri senza uscita, lungo percorsi perigliosi e senza ritorno.

 

A me interessa la tua battaglia antirelativistica perché ritengo erronea la

teoria, sono anche del parere che ci sia una difesa ebraica della stessa e

che la sua affermazione sia stata frutto del sistema generale d'autodifesa e promozione delle strutture sioniste di quegli anni (difesa attualmente

mantenuta) ma un conto è cercare di giungere con distacco alla verità altra arrivare alle demenze razziali arcinote. Comincio a capire quando gli ebrei negano certe evidenze: tali sono i pregiudizi e la capacità di digerire e motivare l'assurdo (i Protocolli, l'omicidio rituale) che ……. appunto, la conoscenza non è per gli sciocchi oppure, con un valore assai più vasto, <<non date le cose sante ai cani e non gettate le perle ai porci perché non le calpestino e poi rivoltatisi non vi sbranino>> (Mt.6.6). È in queste parole di Matteo che sta una delle ragioni dell'esoterismo. Esoterismo che i cattolici, trovano oggi, per sua natura estraneo al Cristianesimo ma giudizio che tu, pensando con nostalgia ai pretoni degli anni che furono, non fai fatica a condividere.

 

Con tutto quanto ti ho scritto sopra non credere ch'io non reputi importante una formazione globale dell'individuo ma essa è sempre stata di pochi ed anche Gentile la intendeva così; questo non significa però, che in base a personali, ormai cervellotici criteri d'eccellenza sia legittimo affondare un paese e condannare milioni d'individui alla disoccupazione ed al fallimento dell'esistenza. …

 

Un abbraccio,

 

BdAB

 

* * * * *

 

Caro BdAB,

 

ti riferisco qui di seguito i passi che ritenevo interessanti dal libro della Yates, mi hai gia' dato per telefono il tuo parere, ma a me sembra per la verita' una studiosa affidabilissima, anche poco incline a speculazioni "selvagge" come le mie.

 

Dobbiamo distinguere fra la storia leggendaria della massoneria e il problema di quando essa divenne effettivamente una istituzione organizzata.

 

A un certo punto la massoneria operativa, o la vera arte del costruire [nessuno dubita dell'esistenza di queste "associazioni" di scalpellini, come direbbe Barbiero!] si trasformo' in massoneria speculativa, o interpretazione etica e mistica della costruzione, in una societa' segreta con riti e dottrina esoterici [queste parole significano indubbiamente che, secondo la Yates, le associazioni di cui sopra NON erano societa' segrete, e NON avevano riti e dottrina esoterici]. Quando questo sia realmente accaduto, quando siano nate la struttura e l'organizzazione massonica, non lo sappiamo con certezza.

 

["qualcuno" si ispiro' alla struttura delle associazioni degli scalpellini per "costruire" qualcosa di completamente diverso, con caratteristiche che si trasformano (nel periodo di Bacone), o si radicalizzano (nel periodo immediatamente successivo di Cromwell: si passano il "testimone"?), nel corso del tempo, come io ritengo?]

 

Comunque, la Yates e' chiara nell'individuare anche lei piu' o meno i tempi di Bacone. Come hai visto, poi prosegue dicendo che:

 

16 ottobre 1646 piu' antica testimonianza nota sull'esistenza della massoneria speculativa in Inghilterra.

 

Subito dopo ammette che ne esiste in realta' un'altra del 20 maggio 1641, e che: Il riferimento piu' antico alla parola massone lo si trova in una poesia pubblicata a Edimburgo nel 1638.

 

A questo punto mi viene da rivalutare Lensi Orlandi Cardini, citato nel mio libro su Colombo, e la Via dei Massoni, come si puo' riuscire a saperne di piu'?! (quando si e' imposto l'uso di questo toponimo nella zona?, feci qualche ricerca a suo tempo, ma non ne fui molto soddisfatto).

 

Avevo scritto diverse delle cose precedenti prima del tuo mail del 14.3, che costituisce una sorta di risposta anticipata alle precedenti osservazioni! Il punto che vorrei fosse chiaro tra noi due e' che io non ho ostilita' preconcetta verso l'istituzione; ho solo ostilita' verso l'etica capital-darwinista del mondo moderno, e cercandone le origini concettuali mi sono imbattuto sempre piu' spesso in "massoni", e questo e' quanto. Tu dici che la maggior parte dei massoni e' di "destra", ma per quanto valgono questi termini la destra e' tradizionalmente conservatrice, mentre l'opera massonica nella storia sembra sia stata tutto anziche' conservatrice, sempre schierata dichiaratamente con il "progresso", che ci ha portato al punto in cui siamo (c'e' chi dice meglio che in passato, e beato lui). Ti invio il pensiero di un amico, certo non massone, e mi piacerebbe trovare dei massoni che abbiano scritto anche loro queste cose: "Nella Cultura Indu Brahman è il Creatore, Visnù il Conservatore, Shiva il Trasformatore. Sappia, chi si arroga le funzioni di Shiva (il Trasformatore) che Shiva è anche il Distruttore !"

Se la massoneria non c'entra niente con il "disastro" dell'Europa, per dire il meno, ne sono contento, ma bisogna trovare un altro responsabile (in forza del principio di causalita' gia' richiamato). Hai ragione che a cercare solo tra i nemici si rischia di avere visioni deformanti, ma io non cerco per principio solo tra i nemici, la Yates per esempio non sembra tale. Il fatto e' che non ho altre fonti "serie", le cose alla Guenon mi sembrano solo purtroppo fantasie, uno non puo' solo raccontare una storia, la deve in qualche modo anche documentare, e per quel che ho visto in diverse fonti che parlano di questa pretesa "Tradizione" cio' non avviene, esattamente come con le religioni, dove ogni prova e' auto-referenziale. Preferisco allora la "modestia" della Yates, che almeno e' documentata…

 

* * * * *

 

Caro BdAB,

 

ti invio come promesso alcuni (spero comunque interessanti, anche se gia' conosco il tuo parere al riguardo) estratti dal breve saggio di Enrico Nassi, "La Massoneria in Italia" (Tascabili Economici Newton, N. 25, 1994, 1000 lire).

Nassi e' un commentatore politico di diversi giornali (Giorno, Tempo, Mondo), e te lo cito per farti comprendere una volta di piu' come non si e' poi troppo colpevoli nel fare proprie certe interpretazioni, che si trovano comunemente diffuse, e non illogicamente argomentate (come e' invece spesso il caso di certa storia contemporanea - sin da ragazzo mi sono accorto di cose che evidentemente non tornavano...).

 

Quanto appena detto mi permette di iniziare l'elenco delle citazioni (che preferisco scriverti adesso, nonostante il maggiore impegno, anziche' limitarmi a mandare qualche semplice fotocopia, sia perche' possono tornarmi utili in futuro, sia perche' voglio in qualche modo rispondere alla tua osservazione: "Capisco che farsi un'idea piu' ragionevole costi fatica ma e' come accettare una teoria scientifica che sconvolge una vita di studio diversamente orientata: ci vuole flessibilita' e pazienza" - io cerco di mettere sempre nelle mie indagini l'una e l'altra, e come vedi quanto posso mi "documento") con la seguente osservazione, molto adatta alla mia "lettura" della nostra storia piu' recente, e della relativa storiografia:

 

1 - Il ruolo della massoneria era strategico su entrambi i versanti, data l'egemonia che esercitava sia nel campo della cultura che in quello della finanza. Umberto Levra, che e' un ricercatore di razza, ha individuato la nomenclatura massonica che maggiormente si e' distinta nella costruzione del primo bastione facendo della storiografia un'efficiente "fabbrica del consenso". La memoria storica della Banca d'Italia documenta e spiega le vicende finanziarie di supporto ... I "garanti d'amicizia" del Grande Oriente, con l'essenziale contributo dei piu' lucidi talenti del sistema bancario, preparavano la rivoluzione nel vitale settore delle relazioni economico-finanziarie con l'estero. (pp. 46-47, siamo ai tempi di Crispi)

 

Nota - Non e' cosi' anche oggi (ho dimenticato di dirti che, oltre a casuali amicizie nell'ambiente della magistratura, ho avuto anche qualche importante contatto con persone che conoscevano bene il nostro attuale sistema bancario, e i rapporti di forza al suo interno)? E chi impedisce di estendere, almeno come preliminare ipotesi di lavoro, tali considerazioni ad altri periodi storici precedenti? Per quanto riguarda il momento storico in esame, Nassi sembra avere le idee assai chiare:

 

2 - La tendenza profana, che aveva sin qui caratterizzato il divenire della massoneria, con Lemmi viene istituzionalizzata ... Alla decadenza della mistica templare fanno da contrappasso una rinnovata potenza e un'impetuosa forza d'attrazione delle nuove elites: entrano nelle Logge persino i padri storici del socialismo italiano ... i primi preti modernisti ... e soprattutto i vertici, quasi per intero, della dirigenza del sistema finanziario e bancario, della pubblica amministrazione e dello stato maggiore. Una ragnatela, insomma, che pero' poneva il problema urgente di proteggere i tessitori ... [detto della costituzione della Loggia di Propaganda massonica, la meno famosa "P1", nel 1877, Nassi cosi' prosegue:] La massoneria aveva infine trovato una sede istituzionale in cui trattare in segreto gli interessi profani attraverso riunioni - o scambi di messaggi subito bruciati - tra singoli affiliati o gruppi di specializzazione. Sino alla caduta di Crispi, questa Loggia ha rappresentato il maggior centro di potere italiano. (pp. 43-44).

 

[nota che questo non e' un libro di propaganda anti-massonica degli anni '30!]

 

3 - [Nassi aveva gia' del resto chiarito la sua interpretazione del fenomeno massonico a p. 10:] Spesso - in passato come ora - i vertici massonici coincidono con le elites della classe dirigente, per cui la struttura e' costretta a funzionare come "camera di mediazione" fra opposti gruppi di potere... [nella successiva p. 11 cosi' inizia a riassumerne la storia, dividendola in tre "tappe fondamentali", seguendo la "storiografia massonica":] La preistoria, caratterizzata da leggende e mitologie di grande fascino ma del tutto inverosimili ... L'eta' della transizione - o della massoneria operativa - [che sfocia] in una pittoresca quanto confusa frammentazione. Su questo processo di dissoluzione le testimonianze e gli aneddoti sono infiniti, con il pendolo che oscilla verso la sponda del verosimile piuttosto che su quella del reale ... questa della transizione e' una fase in cui il sistema cellulare delle sette segrete ha in comune solo la dimensione iniziatica e la stravaganza delle liturgie. Il processo di decadenza si fa particolarmente acuto nel tardo Seicento, quando si dissolvono sia il potere degli ordini cavallereschi che quello delle corporazioni d'arte e di mestiere ... muratori, artigiani e operai specializzati vengono progressivamente espulsi dal Tempio, lasciando lo scranno agli intellettuali, alla borghesia e alla scienza [insomma, a tutte quelle forze che sono state i primi palesi "vettori" della modernita' - tu sai che io ritengo che le "origini" di questo "movimento" siano ben piu' antiche, e coinvolgenti molto piu' ristrette elites - e della lotta senza quartiere alla concezione cattolica della societa', il che ben giustifica le successive reazioni del Vaticano. Nota che non diventa assurdo supporre che al processo di trasformazione appena descritto non sia estranea l'intromissione delle concezioni della politica e del dominio sul mondo che possono essere fatte risalire a Bacone, come documento nel mio libro colombiano, citando da quella interessantissima fonte che conosci sulle origini dei servizi segreti]. [Nassi conclude la sua sintesi storiografica accennando all'eta' moderna - o della massoneria speculativa - riconoscendo che la sua storia:] si intreccia subito, in modo sotterraneo e parallelo, con quella delle elites del potere politico e finanziario degli Stati nazionali [evidentemente, come anche tu mi confermi, solo una creatura massonica, intesa come una tappa verso la dissoluzione degli antichi ordini sociali, e la costruzione di una realta' politica supernazionale come quella di cui stiamo adesso vedendo muovere i primi passi]. [Dopo aver detto che si tratta di una "realta' storiografica che i massoni ammettono sempre a denti stretti", Nassi conclude dicendo che:] Al massimo, percio', per la storiografia di ispirazione massonica si puo' parlare di "collateralismo episodico con le forze impegnate sul fronte della liberta' e della giustizia", come e' accaduto in Francia e in America con la rivoluzione ... oppure [in Italia] durante gli anni del Risorgimento.

 

La mia personale domanda e' sempre la stessa: come fa una societa' di ispirazione Tradizionale (nel senso alto da te specificato) essere tanto protagonista di un tale sconvolgimento, che mina, come oggi possiamo ben dire e prevedere, tutta la "concezione sacra" dell'uomo, e la relativa etica? (predazione di organi, costruzioni artificiali di esseri umani, primato dell'economia sull'etica, trasformazione di interi popoli in "mandrie" dominate attraverso il controllo totale della finanza e dei mezzi di informazione, e l'uso di strumenti quali televisione, droghe, gioco d'azzardo, pornografia... - ti ribadisco che ormai sembra certo che a "cordate massoniche", ispiratrici dell'azione di Ministri e Rettori, sembra potersi ricondurre anche tutta la riforma universitaria - la quale, ancorche' presentata sotto nobili intenti, mira soprattutto a distruggere autonomia ed indipendenza del mondo della cultura italiana, evidentemente ancora non del tutto sotto controllo, nonostante i tentativi fatti da ormai oltre 30 anni di politicizzarlo ed annacquarlo, attraverso la pretestuosa moltiplicazione delle sedi universitarie, e l'immissione "ope legis" di personale evidentemente non sempre "all'altezza", soprattutto morale). Ma proseguiamo col Nassi, che appare comunque bene al corrente (p. 53) della "polemica fra le anime storiche della massoneria", una delle quali, ovviamente la spiritualista, "doveva trovare rifugio nei piccoli centri di provincia", cedendo altrove il passo alla "concezione lemmiana della massoneria come 'partito dello Stato'..." (e aggiunge anche: "bollata dalla Loggia-madre londinese per eccesso di ideologia profana").

 

4 - Come l'intendiamo oggi, la massoneria e' stata introdotta in Italia dall'Inghilterra agli inizi del Settecento, caratterizzandosi subito - piu' che nel resto del mondo - come un'elite dinamica, con l'ambizione di diventare motore e non oggetto della storia ... Consapevole che il nuovo nasceva da un'istituzione che c'era gia' - per quanto rozza, informe e babelica, ma soprattutto affogata nella leggenda - Anderson disse che bisognava distinguere fra la massoneria operativa ... di cui si doveva considerare chiuso il ciclo attivo, e quella speculativa, piu' appropriata a una Loggia-madre che voleva dare - e dara' - la sua impronta a un secolo destinato a passare allo storia della civilta' come quello "dei Lumi". (pp. 16 e 19)

 

Qui Nassi offre la notizia interessante che proprio Newton (un altro dei grandi "Dei" dell'apologetica razionalistica) avesse evidenziato certe contraddizioni, di sostanza e non di forma, e a questa "frattura" riconduce in qualche modo anche la famosa questione del "rogo degli archivi". Parla poi delle notizie ricavabili dalle testimonianze di un "pentito", un po' come il caso, o lo pseudo-caso, Taxil: si tratta del libro "L'Ordre des Francs-massoniques trahi...", Olanda, 1745, di tal Giovanni Gualberto Bottarelli, lo conosci, ne avevi mai sentito parlare?!

 

5 - Nassi parla poi del passaggio della massoneria italiana all'obbedienza del G.O. di Parigi (p. 25), dicendo che "quella francese e' la massoneria piu' laica e compatta d'Europa. Teorizza la caduta del potere temporale dei papi e sostiene i progetti ... per fare dell'Italia un sistema statale. Lo stesso Cavour ... considera la Franc-maconnerie una pietra angolare della sua strategia diplomatica", mentre parla del prolificare delle "sette dei Carbonari" dicendo che esse "avevano adottato i riti e i simboli dell'Arte Reale" - converrai che un po' di "confusione" nei meno esperti di certe cose diventa legittima... Parla poi del "Maestro" Nigra, di "templi stipati di banchieri", della casata dei Rothschild "consociata a Londra con il gruppo degli Hambro, altra culla di 33", che controllava il nostro debito pubblico (una "voragine" sempre crescente), "garantiva i prestiti esteri che consentivano a Cavour" di portare avanti i suoi progetti, e i ricavati dei "beni che venivano progressivamente espropriati agli ordini ecclesiastici". Il Tempio era sempre piu' affollato, "c'erano infatti tutti, o quasi, gli uomini di rango della politica, della cultura, degli affari e delle armi" (p. 27); "ne valeva la pena, dato che nessun'altra istituzione poteva assicurare a una cordata di potere vincoli di assoluta segretezza nel contesto di una rispettabilita' di grande tradizione .... un centro occulto di mediazione ... un teatro dove consumare una "politica di scambio" nella convinzione che la corruzione non e' colpa tanto grave quando e' motivata dalla stringente necessita' del bene comune".

 

Nota 1 - Qui si annidano i miei piu' grandi problemi, legati appunto alla costante sottomissione della politica "italiana" agli interessi di potenze straniere: prima l'Inghilterra, poi la Francia, e successivamente, dopo la sconfitta di Napoleone, di nuovo l'Inghilterra?! (pur mantenendo comunque la massoneria italiana, almeno nella sua parte maggioritaria, un carattere sempre piu' "giacobino", profano...)

 

Nota 2 - Ripeto che quella di Nassi non e' un'opera del tempo del fascismo! A parte l'estrema attualita' di certe considerazioni, non e' difficile presumere poi che oggi un certo ruolo possa invero essersi attenuato, se non addirittura del tutto dissolto (gli "scopi" sono stati largamente raggiunti, ed esistono oggi modi molto piu' sicuri per comunicare e non "apparire"), sicche' si assiste forse a una risorgenza all'interno dell'istituzione delle antiche "tradizioni spirituali", perche' no?!

 

6 - Nassi si occupa in seguito della storia della massoneria nel periodo fascista, dicendo, a p. 62, che "la massoneria internazionale - quella nordamericana anzitutto - non esitera' a definirla [la massoneria italiana] trionfalmente "pietra angolare" della futura resurrezione...", chi ha orecchie per intendere intenda, e in quello contemporaneo (conclude con la storia della P2), dicendo, a p. 63: "Circa a meta' degli anni Cinquanta ... il Grande Oriente torna ad essere un soggetto politico efficiente e dinamico ... A favorirne lo sviluppo e' una struttura clientelare del potere che ha bisogno di fitte reti di intermediari e di padrini. Nelle Logge ora si affollano i quadri intermedi del sistema, entrano parlamentari, anche cattolici, e funzionari di polizia, carabinieri e magistrati dei vari ordinamenti, dalla Corte dei conti alla Corte di cassazione. Torna dunque con prepotenza un vizio antico; e a riscattare la tendenza non basta la riattualizzazione dei riti e della spiritualita' esoterica. Soprattutto perche', dentro e attorno ai corpi della massoneria si produce l'inquietante fenomeno delle Logge irregolari, coperte o deviate...".

 

7 - Un'ultima perla: Nassi parla esplicitamente, a p. 28, di una "storiografia ufficiale distorta e ridotta a macchina del consenso per le elites al potere", e io non ho dubbi che questo sia ben vero (nel mio libro colombiano contrapponevo infatti alle forze care alla storiografia marxista, "l'azione complessa e potente delle idee, dei miti, delle allucinazioni", forse ricorderai); per esempio, tanto per le "interpretazioni" della II guerra mondiale, o della guerra partigiana, o delle travagliate vicende della nostra I Repubblica, sepolta dal fango della corruzione e del vizio, ma anche per la storia del Risorgimento, e per quella della scienza in generale, anch'essa redatta soprattutto con intenti apologetici, e mitopoietici. Un po' come nel tuo "Efficere Deos", solo che qui il "Dio" e' per esempio il ben piu' modesto Einstein - ma prima era stato Newton! - e l'operazione teurgica consiste solamente nei piccoli imbrogli che sono stati fatti per favorirne la "venerazione"...

 

Per concludere, mi sembra di poter dire obiettivamente che quelli precedenti siano argomenti che contribuiscono all'edificazione di un punto di vista che presenta grande coerenza, e quindi credibilita', sia interna che esterna, oltre che ad essere dotato di grande verosimiglianza sotto l'aspetto di una storia che sia esclusivamente "a misura d'uomo" (razionale). A tale "interpretazione" se ne possono contrapporre evidentemente tante altre, come quella che tu mi hai tanto spesso pazientemente illustrato, oppure ad essa si possono aggiungere dei "segmenti", come per esempio quello "mio", che risale dagli inizi del 1700 al 1400 portoghese (e italiano, ma non solo), dopo la "crisi templare" (il raccordo tra Portogallo e Inghilterra si spiega poi bene con gli eventi successivi al 1492, espulsione degli Ebrei dalla Spagna, seguita di poco dall'analoga espulsione dal Portogallo, e alla definitiva conquista spagnola di quel paese nel 1580 - qui mi soccorrono in effetti testi del "periodo innominabile", quali "L'alleanza anglo-giudaica", di tal Wolf Meyer-Christian, 1941, o "L'esercito segreto dell'Inghilterra", di Robert Boucard, 1936), o quello di Barbiero, che risale da dove arrivo io ad ancora piu' in la' (senza pero' arrivare alla fanta-storia, si limita sempre a dare un'interpretazione razionale ancorche' particolare a eventi storici ben definiti), un segmento anch'esso dotato di una sua propria "logica", e capacita' di "spiegazione".

Tutte "calunnie", inventate (chissa' poi perche') da irriducibili detrattori in mala fede?! Sara', ma di solito le bugie hanno le gambe corte, mentre a certe "bugie", in oltre 20 anni di studio e di verifica, le gambe si sono di molto sviluppate! (del resto, e' oggi facile la replica a chi non vuole dannarsi dietro faticosi controlli delle fonti e delle "voci", basta una bella etichetta di "nazista", o "neo-nazista", e tutto e' a posto - qualche volta bisogna pero' anche introdurre il concetto di pre-nazista, come per Werner Sombart, e il suo istruttivo "Gli Ebrei e la vita economica").

E' ovvio comunque che un serio ed approfondito confronto tra tante diverse linee interpretative e' difficile, se non impossibile, a causa della mancanza di troppe informazioni che sarebbero necessarie, e quindi la "scelta" tra esse non puo' che restare sostanzialmente affidata alla sola sensibilita' (razionale o meno) dello studioso...

 

* * * * *

 

2000-02-24

 

Carissimo Umberto,

 

ho ricevuto il materiale che mi hai mandato ed ecco subito qualche breve

commento:

 

1. setta deriva, chiaramente, da seco, secui, sectum, secare e tale azione

si può fare solamente in un corpus; pertanto la "torta" su cui procedere

all'operazione è qualcosa di esteriore e visibile ovverosia, venendo al

nostro contesto è il dominio exoterico pel quale l'epiteto è del tutto

appropriato: per il Cattolicesimo sono sette le varie confessioni

protestanti mentre nell'Ortodossia quello status è, ad es., dei Vecchi

Credenti. L'esoterismo è invece il centro di quella torta figurata che ti ho

irriverentemente proposto e sul centro di un cerchio, tu sai meglio di me,

che non c'è divisione che tenga perché un punto non può mai diventare una

parte di se stesso. Nessuno, in altre tradizioni, ha mai chiamato setta un

gruppo iniziatico; pensa che nell'Islam, si chiama così la Shi'a (la

confessione exoterica prevalente in Iran) che si può infatti tradurre con

"setta". È quindi del tutto inappropriato definire così la Massoneria mentre

i "pretoni" lo sono in pieno e la Chiesa Cattolica è sicuramente quell'altra

indipendentemente da torti e ragioni. …

 

9. Ieri è venuto da me ***: a precisa domanda mi ha confermato che la rivoluzione francese non fu in alcun modo opera massonica e che tale è,

da tempo, il parere degli storici più qualificati. La leggenda sembra sia

dovuta ai massoni ottocenteschi (quelli sì giacobini) per farsi riverberare

da tanta gloria.

 

Un abbraccio,

 

BdAB

 

* * * * *

 

Carissimo Umberto,

 

la mia personale risposta è sempre la stessa: l'attacco al mondo

tradizionale, si è svolto secondo molte direttrici, una e principale, è

stata chiudere la Cristianità alla dimensione esoterica: la perdita della

dottrina, ben visibile nel cieco dibattersi della Chiesa in un letteralismo

angusto ed indifendibile ha generato i mali successivi. Questa rottura

avviene intorno al XIV sec. e l'evento, che segna l'intero processo, è la

distruzione dell'Ordine del Tempio. Poi, la M. subisce, come tutto il corpus

cristiano, l'assalto di terribili forze avverse: l'errore di prospettiva sta

nel non vedere il parallelismo e l'equivalenza tra gli aspetti della

decadenza modernista massonica (ormai unica rappresentante della corrente iniziatica occidentale e ciò a tutt'oggi) e quelli dell'ottusa difesa

(tipica di un exoterismo ormai cieco) cattolica che, drammaticamente, rimane l'unico legittimo potere spirituale exoterico cristiano*. Chiuso

fondamentalismo e modernismo non sono altro che facce della stessa medaglia perché entrambe scaturiscono da una fonte (e qui sta il punto più importante e - permettimi - più difficile da capire) che moderna non è: non lo è assolutamente! Quei fantasmi, che genera e che, giustamente, aborrisci, non corrispondono in alcun modo al suo vero volto (di gran lunga peggiore di quanto finora esibito) ma preparano, attraverso la distruzione di tutto e soprattutto attraverso il taglio delle radici intellettuali,

all'instaurazione del dominio di quello che tanto ossessiona il povero

Marcello. Ciò sarà però possibile, più che attraverso i falsi ideali

prodotti in questi ultimi secoli, dall'incapacità degli uomini di capire la

natura profonda del reale e del loro ruolo in questo mondo. Quanto si è

perduto non lo ricostruiscono certo né il cartesianesimo (lo dimostra -

scusami - la tua stessa posizione di scetticismo religioso), né il clero, da

intendersi nelle sue due versioni: ecclesiale e scismatica (i vari e divisi

pretacci); latrici ormai, entrambe, o di mere puerilità teologiche o di

sentimentali sociologismi. La tua formazione personale ti fa aderire a

questa disperata ricerca di capri espiatori immediati che, evidentemente,

non possono essere altro che massoni ed ebrei: se vai tra gli anglosassoni

(ma anche tra gli svizzeri, gli scandinavi e, tra tutti loro, in

particolare, quelli d'animo conservatore) ci troverai l'odio per i gesuiti

ed il Papa mentre tutti (tutti!) sono chiusi nelle loro incomprensioni e

manovrati dalle stesse mani: per ognuno dei quattro "colpevoli", si possono scrivere libri e libri con inoppugnabili (qualche volta; non esageriamo!) capi d'accusa e, in effetti, le "infiltrazioni" di tutti i tipi, in entrambe le direzioni, si sprecano col risultato che appare poi molto difficile capire come la vera strategia sia una sola.

Ora di do una serie di brevi repliche:

· La mia indulgenza per gli ebrei: è basata in primis su un semplice assunto ossia che l'odio per un intero popolo è, oggi, da rifiutare totalmente (non ti bastano gli orrori passati e presenti?); nello specifico, la finanza era

l'unica attività che fu loro permessa per secoli (dal 1000 circa in avanti;

cfr. la Foa) è ovvio che, una volta ottenuta l'emancipazione (bastava non

arrivare a quel punto quando fu loro finalmente concessa), un nutrito gruppo giungesse ai vertici del sistema finanziario contemporaneo. Insisto:

l'antisemitismo attuale nasce dall'antigiudaismo cattolico e dall'invenzione

del nazionalismo nel quale, per altro, trova spunto anche il sionismo. Con

questo non nego che attraverso le suddette "infiltrazioni" gli ebrei,

distaccati dalla propria tradizione, abbiano avuto una funzione di

"vettori", mi trovo però, sinceramente, in imbarazzo a fare anche questi

rilievi ...

· Ti ho anch'io sempre scritto che, nei periodi citati, la M., specie nei

paesi latini, ha svolto quel ruolo antitradizionale anche se il Nassi, per

dimostrare la tesi lo enfatizza troppo. Pur per l'Anderson vale lo stesso

discorso e, sempre, si dimenticano i più numerosi e determinanti antients ... Non si possono affrontare i problemi della conoscenza da un punto di vista politico fatto proprio e vissuto con partecipazione: è un modo squisitamente moderno e destinato a finire in un vicolo cieco. …

Thomas Cromwell, conte di Essex, è antenato improprio del più noto Oliver che discende da un suo genero che n'assunse il nome. Condusse anch'egli una politica antitradizionale ( nicknamed," malleus monachorum"), dovuta alla sua vicenda italiana - conosceva bene la nostra lingua - nella quale avrebbe assorbito gli insegnamenti del Machiavelli. Fu infatti povero soldato di ventura ed a Firenze, lacero e dimesso, fu aiutato e preso a benvolere da Francesco Frescobaldi (vd. Matteo Bandello, II.34). Ritornato in Inghilterra divenne Cancelliere dello Scacchiere e massimo consigliere di Enrico VIII, il che non gli impedì di esser fatto decapitare dallo stesso simpatico sovrano.

· La riforma dell'istruzione: in M nessuno, ovviamente, si sogna di

parlarne; per me sai come la penso … L'unanimità è un altro

dei mille stereotipi massonici. La riforma sarà fatta malissimo (non ne

dubito davvero) ma il vecchio sistema ove perdurasse porterebbe alla fine il nostro paese: mi stupisco come tu non valuti certe necessità ma ch'invece

sia in te dominante un furor ideologico ed astratto.

· Forse la chiave di tutto sta per te, che non tieni conto delle

connotazioni qualitative dei tempi, nella sicurezza che il corso della

storia sia reversibile o, almeno, modificabile.

 

Di tutto quello che ho scritto le cose che davvero contano sono nei brani

iniziali e nell'ultimo punto.

 

Ti faccio i più affettuosi saluti,

 

BdAB

 

* l'Ortodossia ha ancora, quale via iniziatica, l'Esichiasmo e non scomunica la M. ...

 

* * * * *

 

2000-03-14

 

Carissimo Umberto,

 

dopo quello che mi hai detto stamani della Yates, ho ripreso in mano

L'ILLUMINISMO DEI ROSACROCE e - alla rilettura - mi ha fatto lo solita modesta impressione che mi fece anni fa: l'erudizione è notevole ma manca il più. In effetti, la lettura delle opere di questa autrice, di primo

acchito, sembra molto promettente per i temi affrontati, poi quando si

procede subentra un'impressione di non stare andando da nessuna parte. Come accade a molti profani, ha poi il dono d'imbattersi sempre in quegli autori il cui unico scopo è il travisamento o l'impoverimento dei dati tradizionali coi quali pasticciano: ne risulta un chiuso cerchio di banalità dottamente confermate. Ma è poi così difficile verificare, dato che le logge operative* ci sono ancor oggi, che certe leggende e simbolismi sono presenti anche senza presupporre chissà quali apporti dovuti alle presenze seicentesche di dotti antiquarians inglesi? Ma è possibile che non sappia l'articolatissima composizione degli High Degrees dove si trovano anche (e non solo) le "citazioni" rosacrociane ben distinte dal Craft e suoi derivati? E che le stesse cose si ritrovano poi negli Old Charges**? Possibile poi che quest'indagatrice di cose più grandi di lei non abbia mai sentito dire che i veri Rosacroce lasciarono l'Europa dopo la pace di Westfalia e che i

manifesti sui quali indaga e s'arrovella altro non sono che prodotto

d'orecchianti, modesti e ben parziali epigoni di un'organizzazione, negli

anni in questione, veramente finita nella sua operatività. Anche su questo

termine, la signora equivoca riducendolo ad esclusivo e materiale lavoro di

rozzi personaggi mentr'era inteso come una collaborazione all'attività

creatrice del Grande Architetto (basta parlare con un compagnone per

sapere!) e dove quindi la pregnanza simbolica del fare era connaturata e non certo il suggerimento di un qualche Ashmole, modesto (lui sì) "accettato" e quindi antenato dei successivi speculativi.

Non credo che andare a cercare soltanto i nemici (o assimilabili) di

qualcuno sia sempre un buon metodo per venire a capo dei problemi,

specialmente se l'unica voce dissonante che ascolti sia poi la mia, che mi

limito a scriverti queste quattro righe. Non puoi metter su un'intera

costruzione andando a cercare i mattoni solo nell'ambito ideologico che ti

risulta congeniale per la sua ostilità all'Istituzione, essendo tu, contro

di essa, prevenuto per formazione cattolica e pregiudizio politico: in

questo modo non troverai altro che conferme a quello che hai sempre pensato. Però, se è proprio questo che vuoi, è sicuramente questa la strada giusta.

 

Cordialmente e sinceramente,

 

BdAB

 

* Ecco alcune tra le Logge più antiche di Scozia giunte sino ai nostri

giorni:

Mary's Chapel, No. 1 of Edinburgh, seal of cause 1475, statute 1491, minutes from 1599; Aberdeen, 1483;

Lady Lodge of Dundee, 1599;

Aitcheson's Haven Lodge (extinct), minutes begin in 1598;

Kilwinning No. 0, seal of cause 14…., statute 1599;

…………………..

 

** questi testi li puoi trovare raccolti in due libri notevoli:

 

AA.VV. LA FRANC-MAÇONNERIE: DOCUMENTS FONDATEURS, éd. de l'Herne, 1992 ;

 

TEXTES FONDATEURS DE LA TRADITION MAÇONNIQUE 1390-1760, traduits et présentés par Patrick Négrier, Grasset, 1995.

 

P.S. La Yates non ha alcun'idea di come si strutturi una società premoderna, quindi fa riferimento a società segrete intendendo questo nell'accezione contemporanea ovvero avendo in mente - anche se non s'esprime certamente così - i servizi d'informazione, la delinquenza organizzata o congreghe sul genere dell'italica P2. In effetti, il segreto faceva, in secoli ormai lontani, parte integrante della vita sociale. Oggi pure ma è inconfessabile e, di norma, losco; allora, invece, la sua presenza era - non mi viene altro termine - istituzionale: ogni organizzazione aveva vita decisamente riservata e, a maggior ragione, la cosa valeva per le forme iniziatiche. Quanto ad esse non erano una via specialissima ma parte integrante delle attività connesse all'esistenza delle tre classi superiori anche se, all'interno di queste, tali organismi non risultavano aperti a tutti: per i borghesi, c'erano i mestieri, evidente l'etimo; per i nobili, gli ordini

cavallereschi m'anche la cavalleria tout-court e per il clero, gli ordini,

quelli contemplativi in particolare. Non c'era come oggi lo <<stato>> ma

tutto questo ed altro ancora costituiva una società strutturata ossia la

Cristianità.

· Le altre osservazioni della signora sono risibili, basta far mente locale

sul fatto (evidentissimo!) che mason in inglese è muratore, figurarsi se non

lo si trova prima del 1638 ma lo stesso dicasi per la lingua italiana! I

masons sono sempre quelli non ci sono di due specie, infatti, i non

organizzati, gli "sciolti", i lavoratori in nero dell'epoca erano chiamati

cowans dal vb. to cow, to depress, subdue, keep under; ben in linea dunque

con il disprezzo riservato loro dai "regolari" ovvero i miei "antenati". È

possibile rendere difficili le cose facili e sino a questo punto! Nel XVII

sec. cominciano ad esserci i massoni accettati nelle LL, quelli che, poi,

nel sec. successivo, saranno in genere maggioritari e daranno vita alla M

speculativa. Ma questo è ben altra cosa da ciò che scrive la Y.

· I documenti ci sono, basta leggerli: è come l'omossessualità

(istituzionalizzata!) del mondo antico; come di essa dice Dumezil <<basta

leggere>>, infatti! Gli unici che la escludevano erano gli ebrei e gli indù

ed anche ciò ha un senso ma ci vorrebbe uno studio ad hoc per illustrarlo.

Viene da ridere al pensiero del "machismo" di destra sempre associato

all'antisemitismo: lo sapesse il buon Adolfo che se si fosse voluta

rifiutare la civiltà giudeo-cristiana avrebbe avuto ragione, quale modello

esemplare, la way of life di Ernst Röhm!

· La distruttività di Shiva è, in effetti, un potere di trasformazione

ovvero un potere positivo (non è un Asura ossia un demone!): è il potere di

sciogliere l'illusione dell'apparenza per tutto ricondurre al Principio:

questo è il senso dell'attributo. Le considerazioni di quel signore mi

sembrano fuori sintonia. …

Non vedo quali fantasie esprima RG, in specie, paragonato alla Y,

l'affermazione mi lascia stupefatto ma come puoi dire che ella è documentata (vedi sopra); forse perché s'esprime nel gergo dell'accademia? Se questo fosse sufficiente a dare credito a chiunque, si starebbe freschi! Sul concetto di progresso, RG scrive cose assai più illuminanti dei pasticci di quel tale di Shiva che - tra l'altro - non so contro chi ce l'abbia.

· Per avere una buona smentita ai travisamenti della Y, leggi: Jean-Pierre Bayard, LE COMPAGNONNAGE EN FRANCE, Histoire Payot, 1997, FF. 180. Ti renderai meglio conto, dalla realtà attuale (sì: ancora presente; non c'è bisogno di affannarsi per archivi e biblioteche!) di una ritualità artigianale, di come la poveretta e il Barbiero siano fuori strada riguardo ai "poveri scalpellini". Del resto molti anni fa, un F di Genova (ora defunto) aveva scoperto in città una Vendita di autentici Carbonari

(operativi) calabresi ed aveva partecipato alle loro riunioni rituali. Pensa

che la Carboneria ufficiale era già nell'800 una delle più degradate e

politicizzate tra le antiche iniziazioni di mestiere. Più rifletto a queste

cose e più aumenta il mio stupore di fronte alla forza del preconcetto

riduttivo e complottista. … Ciò davvero vuol dire <<errare d'errore lontano>> (espressione coranica). Mi pare d'averti già scritto che un'ipotesi non è più credibile soltanto se strampalata: <<Dio non ama gli stravaganti>> (altra citazione coranica).

· La caduta dell'Europa (e non solo di essa) è il frutto dell'azione di

forze antitradizionali su quello che è stato il punto debole della catena

(l'Occidente); è bastato, infatti, agire su tutto "ciò che tratteneva"

(kat-echon, qui tenet, Aufhalter) come dice appunto l'apostolo Paolo (Ts.

2). Quindi è stato, per primo, colpito l'Ordine del Tempio che riuniva in sé

il potere spirituale e quello temporale, poi è venuto tutto il resto.

Quand'anche l'Impero è sparito e la Chiesa era oramai dottrinalmente cieca, la via è stata aperta all'irruzione di Gog e Magog: ma questo processo lo trovi ben esposto in RG (IL REGNO DELLA QUANTITÀ ED I SEGNI DEI TEMPI) e non da parte di quei poveretti di Sodalitium o dal Blondet che rincorre fantasmi.

È proprio il far sbagliare obiettivo uno dei punti di forza delle forze

d'illusione che ci dominano. La M, ogni volta che è stata su posizioni

antitradizionali, lo è stata solo quale vittima esattamente come la Chiesa:

per entrambe non è certo questa la loro natura essenziale ed altrettanto si

può dire dell'Ebraismo.