[Documenti sui tentativi di attirare attenzione "in alto loco" nei confronti della ricerca alternativa, e altro materiale collegato. Nella prima sezione, le lettere che furono indirizzate a Ministri del Governo della Repubblica non hanno ricevuto naturalmente alcun cenno di risposta, neanche per cortese ricevuta - a proposito di questa usanza dei nostri "democratici" governanti, si legga quanto riportato nell'Avvertenza, Home Page - citazione da M. Yourcenar].

 

 

1 - LETTERE

 

 

Al Ministro per l'Universita' e la Ricerca Scientifica

(che era al tempo l'On. Luigi Berlinguer)

 

Onorevole Ministro,

trovera' qui allegata una lettera scritta alla sua collega Rosy Bindi, che costituisce l’indispensabile premessa logica di questa mia comunicazione.

Alla luce di quanto esposto nella detta lettera, segnalo alla sua attenzione che nel corso di una trasmissione televisiva di RAI 3 (Format, 24.9.97) i due noti scienziati milanesi Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata hanno fatto delle dichiarazioni la corrispondenza delle quali a verita', per l’importanza che esse rivestono, non puo' non essere indagata dal suo Ministero, a nome di tutto il popolo italiano. Come spiego nella lettera al Ministro della Sanita', sulla questione corrono per il momento soltanto delle voci, tutte comunque calunniose nei confronti di qualcuna delle parti in causa (hanno mentito sapendo di mentire, gli altri sanno ma non vogliono fare nulla perche' sono asserviti ad interessi estranei a quelli non soltanto dei cittadini del nostro paese, ma del mondo intero). Una tale mancanza di certezza e' assolutamente intollerabile, tanto quanto e' ingenuo sperare che la questione si risolva (in modo adeguato!) spontaneamente, attraverso un’autonoma attivazione dei meccanismi di selezione della comunita' scientifica (o, ingenuita' ancora maggiore, attraverso l’attivazione di eventuali interessi di gruppi privati). La posta in palio e' di quelle che non tollerano inerzie e rimandi di competenze, e confido con tutto il cuore nell’interessamento della sua persona.

Restando naturalmente a sua disposizione per ogni eventuale supplemento di informazione, invio molto cordiali saluti ed auguri di buon lavoro,

 

il suo Umberto Bartocci

 

Perugia, 27.4.98

 

* * * * *

 

Al Ministro della Sanita'

Proposta di istituzione di Commissione Parlamentare

Proposta di iniziare una procedura di verifica della terapia del Prof. G. Zora [vedi punto D/6 in questa stessa pagina]

 

Onorevole Ministro,

solo due righe di presentazione prima di venire al punto.

Sono un docente di Matematica dell’Universita' di Perugia, che insegna da circa 20 anni anche Storia delle Matematiche. Nel corso di questa attivita' ho avuto modo di apprezzare l’importanza del "pensiero alternativo" nell’evoluzione della scienza, tanto da aver organizzato tre convegni (molto discussi, almeno da parte di alcuni), dall’89 al 96, sulla cosiddetta "fisica eretica".

Cio' premesso, devo dire che ho sempre seguito con simpatia la sua vicenda politica, nella persuasione che si possa riscontrare in coloro che si ispirano agli ideali della cristianita' in generale la permanenza di certi valori etici oggi messi a dura prova dalle attuali morali edonistiche ed utilitaristiche. L’ho seguita anche, come del resto tutti i cittadini italiani, nella difficile gestione dell’affare Di Bella, che ha comunque avuto il merito di sollevare apertamente (in qualsiasi modo si vogliano valutare poi la personalita' del professore, e l’efficacia delle sue metodologie terapeutiche) il problema dei rapporti tra i ricercatori isolati (definiti spesso rompiscatole, e cialtroni), e quelli per cosi' dire strutturati. E’ giusto che debbano essere sempre e solo i secondi chiamati a valutare le eventuali pretese dei primi? Ci ci si puo' davvero aspettare un giudizio sereno ed oggettivo anche quando ci sia il rischio, anche solo potenziale, di vedere infirmate intere linee di pensiero, correnti di ricerca, che hanno offerto e offrono prestigio, posti e finanziamenti a tante persone? Io ho l’abitudine di citare spesso al riguardo un pensiero di Benedetto Croce, che dovrebbe essere sempre tenuto ben presente da parte di coloro che ritengono sufficiente per certe finalita' evocare concetti astratti quali quello di "comunita' scientifica", ed il "rispetto delle regole". Ma bisogna chiedersi: quali regole? che si trovano scritte dove? fatte da chi e per chi? siamo sicuri che esse favoriscano allo stesso modo i legittimi interessi dei cittadini e quelli degli operatori nei diversi campi scientifici? non c’e' il rischio di entrare in un giro vizioso quando si usano motivazioni del tipo: "i tuoi argomenti non sono supportati da alcuna "valida’ pubblicazione", laddove si dovrebbe saper bene che valide pubblicazioni non possono invece essere esibite perche' sono state rifiutate da stuoli di zelanti referees anonimi? E’ del tutto giustificato che la famosa comunita' scientifica si dia autonomamente le proprie regole, ed osservi le proprie tradizioni, ma queste possono avere valore soltanto in relazione ai rapporti tra persone all’interno di essa, e non gia' regolare le sue interazioni con chi non ne fa parte!

"La maggior parte dei professori hanno definitivamente corredato il loro cervello come una casa nella quale si conti di passare comodamente tutto il resto della vita; da ogni minimo accenno di dubbio vi diventano nemici velenosissimi, presi da una folle paura di dover ripensare il gia' pensato e doversi mettere al lavoro. Per salvare dalla morte le loro idee preferiscono consacrarsi, essi, alla morte dell'intelletto".

La verita' e' che, da un punto di vista metodologico, le battaglie in campo scientifico non si combattono a colpi di maggioranza (bisognerebbe chiedersi allora come si creino queste maggioranze, quale peso possa avere nella loro formazione la sistematica soppressione delle informazioni, in una situazione di evidente oligopolio), quanto piuttosto attraverso l’esame sereno e ragionato degli argomenti e delle prove sperimentali a favore dell’una e dell’altra parte, senza nulla occultare e trascurare, le deduzioni dell’accusa e quelle della difesa, con tutti i benefici che ogni sistema giurisprudenziale avanzato concede agli imputati. Proprio come in un ordinario "processo", dunque, dal rito il piu' possibile snello, per offrire migliori garanzie di poter arrivare presto almeno a prime verita'; dove figure e ruoli siano ben distinti, e non puo' essere chiamato ad emettere il verdetto finale chi abbia diretti interessi nella questione sotto giudizio. Se e' vero infatti che necessitano ovviamente "esperti" per certe competenze tecnico-scientifiche, non e' detto invece che un non-esperto non sarebbe in grado di valutare piu' serenamente la dialettica delle argomentazioni, il giusto rilievo da dare a certe doglianze, a certe obiezioni (si potrebbe pensare all’istituzione di una commissione parlamentare apposita, una commissione per l’esame delle ricerche alternative di interesse sociale? - spero che non si dica "chi paga tutto questo", basta tagliare qualcuno dei tanti convegni puramente rappresentativi che si fanno troppo spesso, od essere piu' oculati nella distribuzione dei fondi per la ricerca, utilizzati a volte soltanto per fini di progressi personali e di scuola),

Nelle richiamate circostanze non si puo' agire altro che nel modo descritto, tanto piu' quanto la posta in gioco e' di livello davvero elevato, e la possibilita' che i fatti diano alla fine ragione agli scettici a priori, sulla base di una comunque ammirevole fiducia incondizionata nelle attuali teorie (che rischia pero' di dimenticare che se l’edificazione della scienza e' stata invero un’impresa mirabile da parte dell’umanita', sarebbe assai imprudente considerare tale compito come ormai esaurito!), non ha alcuna rilevanza. In situazioni di conflitto il dovere di un rappresentante del popolo, vieppiu' se esso proviene da un ambito nel quale il richiamo a certi valori etici ha ancora un senso, e' quello di dare avvio ad una equa ed imparziale procedura di controllo, senza fornire alcun sospetto di collusione con una delle due parti interessate alla disputa,e trovo sorprendente che in un paese come il nostro, dove si celebrano diversi processi pubblici ed approfonditi per una persona come il mostro di Foligno, con relativi ponderosi verbali, si debba stare invece a voci incontrollate, ai si dice, per quanto riguarda invece alcune importanti controversie scientifiche. La cosiddetta fusione fredda e' una "bufala", come scrive su Le Scienze il collega Regge, o no? E’ stata oggettivamente falsificata, o si e' soltanto riusciti a scoraggiarne sistematicamente i fautori? E l’omeopatia ha davvero qualche efficacia terapeutica al di fuori di possibili effetti placebo? E’ stato veramente smentito Benveniste con le sue osservazioni sulla "memoria dell’acqua", o anche in questo campo ha prevalso chi ha saputo fare migliore uso di argomenti retorici e di propaganda?

Il suo dicastero non e' ovviamente competente per tante di queste cose (e allora sto appunto scrivendo un’analoga lettera - che le allego - al suo collega per la Ricerca Scientifica, a proposito delle affermazioni sulla fusione fredda fatte dagli eminenti scienziati Emilio del Giudice e Giuliano Preparata), ma almeno la questione Di Bella e' un caso paradigmatico, al quale la storia della scienza dovra' comunque guardare, indipendentemente, ripeto, dal fatto che il successo arridera' poi al professore modenese o ai suoi detrattori. Cosi', visto che e' stato detto che la colpa di tutto questo clamore sarebbe stata dello stesso Di Bella, che non avrebbe in precedenza pubblicizzato "nel giusto modo" i suoi risultati (e non so quanta buona fede ci sia in tale rilievo, dal momento che Di Bella non ha fatto viceversa altro negli ultimi anni che cercare di essere ascoltato, e diffondere le sue idee, sottoponendole al giudizio ufficiale ed esplicito degli ambienti deputati, ma questi suoi tentativi sono sempre stati ostacolati - e potrei qui diffondermi su altri analoghi casi storici dei quali posseggo prove documentarie, ma comprendo bene che non e' questa l’occasione), segnalo alla sua attenzione il caso in qualche modo analogo del Prof. Giuseppe Zora, la cui vicenda sara' senz’altro nota a qualcuno dei suoi collaboratori li' al Ministero (e le diranno forse anche che la questione e' stata gia' risolta, ma come cittadino, oltre che come storico della scienza, ritengo, in virtu' degli elementi in mio possesso, che cosi' sia cosi'; mi persuaderei del contrario soltanto se potessi prendere visione di un documento nel quale lo stesso Prof. Zora si dichiari arreso, o le sue ragioni siano dimostrate cosi' palesemente infondate da rendere improponibile ogni sua successiva lamentela. Di fronte ai 99 casi documentati che il Prof. Zora ha sottoposto all’attenzione del Tribunale nella sua causa per diffamazione contro la trasmissione RAI "Mi manda Lubrano" (del 3.12.1992), ritengo che tutti i cittadini italiani abbiano il diritto di sapere, al di la' di ogni umano ragionevole dubbio, e di ogni sospetto (se fosse il mio personale operato l’oggetto di certe insinuazioni, mi attiverei in ogni modo per fugare dal mio capo tali ombre infamanti, e non capisco come mai tanti colleghi possano invece continuare a difendersi con astratte argomentazioni epistemologiche, anziche' cercare di provare la loro assoluta buona fede con i fatti - cosa costeranno mai certi controlli? veramente nessuno dei "professori" ha mai tempo per occuparsi di certe cose, che sembrano invece a tutto il resto della popolazione cosi' importanti?), se le affermazioni di Zora corrispondano a verita'. Spero pertanto che lei voglia (possa) disporre una verifica ampia ed approfondita al riguardo, tanto piu' in un momento come questo, in cui la questione potrebbe essere risolta in modo riservato, senza tutto il clamore emotivo che ha accompagnato invece, come lei purtroppo ha dovuto provare in prima persona, il caso Di Bella (ma questo e' cio' che puo' accadere quando certe piaghe si lasciano andare in cancrena... - il fatto e' che la famosa "oomunita' scientifica" assomiglia oggi piuttosto a colui di cui dice il salmista: era nella prosperita', e non comprese).

Resto naturalmente a sua disposizione per ogni possibile collaborazione ed ogni eventuale supplemento di informazione, e per il momento chiudo. Tanto le dovevo nella mia coscienza di uomo e di scienziato, perche' non si possa dire domani "non sapevamo", anche se mi rendo conto con amarezza della possibile esistenza di resistenze insuperabili che impediscono la realizzazione di cio' che sembra invece umano e giusto.

La ringrazio comunque dell’attenzione, e le invio con i miei piu' cordiali saluti anche sinceri auguri di buon lavoro,

 

Umberto Bartocci

 

Perugia, 27.4.98

 

 

2 - QUALCHE FORMA DI "ASCOLTO" LA SI RIESCE COMUNQUE AD OTTENERE

 

 

[Del Disegno di Legge che segue, che fu al tempo diffuso presso diversi ricercatori, lo scrivente non ha piu' saputo niente…]

 

 

DISEGNO DI LEGGE

D'INIZIATIVA DEL SENATORE NATALE RIPAMONTI

 

FINANZIAMENTI ALLA RICERCA SCIENTIFICA NON CONVENZIONALE

 

 

Onorevoli Senatori.

L'art. 33 della Costituzione prevede che "L'arte e la scienza sono libere e libero ne e' l'insegnamento". E' quindi evidente che nessuna concezione in materia scientifica puo' essere messa al bando dallo Stato e dalle altre Istituzioni pubbliche previste dalla Costituzione.

Piu' in generale lo spirito dell'art. 33 vieta che lo Stato possa sancire "motu proprio" la verita' e la falsita' di una concezione scientifica qualsivoglia, sia di propria iniziativa che su sollecitazione di un qualsiasi gruppo di "esperti" veri o presunti, singoli o associati. Cio' e' conforme alla tradizione liberale che vieta ai pubblici poteri di deliberare in materia di arte, scienza e filosofia, in quanto, come sottolineava Galileo, "la Natura non si assoggetta ai decreti ne' di re, ne' di papi, ne' di imperatori".

Cio' non vuol dire che la verita' non possa essere conosciuta, ma soltanto che essa deve essere perseguita e raggiunta direttamente dagli esseri umani senza l'aiuto indebito di metodi amministrativi.

L'unica facolta' dei poteri pubblici e' di rispondere alla domanda sociale, storicamente espressa. Lo Stato prende atto che esiste una comunita' scientifica costituitasi attraverso una evoluzione secolare e che gode nella societa' della fiducia fondata sull'esperienza storica di poter conseguire la conoscenza di parti apprezzabili della realta'.

Tuttavia l'esperienza storico - sociale mostra anche che il progresso della comunita' scientifica avviene spesso in rapporto dialettico con la societa' in generale. Talvolta concezioni generate all'esterno della cerchia degli "esperti" e respinte per lungo tempo da questi ultimi si rivelano alla fine non solo vere, ma anche capaci di generare lo sviluppo di nuovi settori della scienza. Si puo' ricordare la teoria della deriva dei continenti, dovuta ad un meteorologo, oppure la genetica, nata dagli esperimenti solitari di un monaco o la legge di Ohm sulla conduzione elettrica dei metalli, la cui esposizione pote' avvenire soltanto in una rivista di farmacologia.

Certo, oggi il fatto che la comunita' scientifica riceva imponenti finanziamenti e abbia stretti legami con settori importanti del potere economico - finanziario attribuisce alle sue concezioni una forza aggiuntiva extra - razionale di fronte alle critiche e alle proposte di minoranze di cui e' saggio e prudente non liquidare frettolosamente gli argomenti se si ha a cuore che anche nel futuro si ripetano le "rivoluzioni scientifiche" fortunatamente accadute nel passato.

Vero e' che alcuni esponenti della "comunita' scientifica" affermano orgogliosamente che l'attuale paradigma scientifico e' l'unico nel cui ambito puo' avvenire il progresso e al di fuori di esso non c'e' che superstizione, truffa e inganno. Ma questa era anche la convinzione sinceramente e in buona fede nutrita dai membri delle comunita' scientifiche del passato, come il padre Orazio Grassi contro Galileo, lord Kelvin contro la teoria atomica, Claude Bernard contro Pasteur, Poincare' contro Marconi.

Per questi motivi, un'attitudine lungimirante e non fanatica verso il problema dello sviluppo scientifico richiede che lo Stato e gli altri pubblici poteri, pur destinando alle richieste della comunita' scientifica istituzionale la maggior parte dei fondi assegnati alla ricerca scientifica, ne riservi una frazione minoritaria alle richieste di quei gruppi che sono portatori di visioni non convenzionali della scienza, i quali abbiano il sostegno di parti rilevanti del corpo sociale.

L'identificazione di queste "minoranze scientifiche" non puo' avvenire sulla base di un confronto con inesistenti "scienze di Stato", ma unicamente sulla base della risonanza storicamente accertata con gli strati colti - definiti nel senso piu' generale - della societa', al di la' dell'opinione della maggioranza degli "esperti" che, come mostrato dall'esperienza storica, puo' essere talvolta in errore.

Lo Stato deve fornire a queste minoranze i mezzi per poter dare conto di se' e trovare le prove delle proprie ragioni, in modo che in un arco ragionevole di tempo l'intera comunita' colta - "la Repubblica delle lettere" che Galileo considerava la sua unica interlocutrice - possa formarsi un giudizio complessivo su di esse, inserendole eventualmente nel corpo generale della cultura.

Il futuro della societa' non puo' essere affidato in esclusiva agli esperti, ma occorre correre il rischio di scommettere una (piccola) frazione dei fondi pubblici sui sogni e (forse) sulle illusioni di chi, come la storia insegna, puo' anche essere un precursore. La causa della scienza richiede che questo rischio, peraltro modesto, venga corso.

Soprattutto e' importante che la scienza, cosi' importante per il progresso della civilta', non divenga monopolio di corporazioni, interconnesse dall'interesse comume di controllare ogni aspetto della ricerca, onde evitare la sovversione di gerarchie tanto ferree quanto prive di fondamento oggettivo. La stessa scienza moderna e' nata appunto con la "rivoluzione copernicana", che ha sovvertito una visione del mondo, quella aristotelico - tolemaica, vecchia di 1500 anni, che lungo tutto il Medioevo domino' il sapere accademico e che crollo' con tremendi sussulti.

Per evitare appunto la formazione di una nuova casta chiusa, questo disegno di legge introduce due tipi di garanzie, entrambe nuove nella tradizione accademica italiana (ed anche straniera). In primo luogo si introduce il principio del contraddittorio tra coloro che propongono nuovi progetti e gli esperti, sia pure di campi non convenzionali. Il "referee", non piu' protetto dal tanto decantato anonimato che gli consente di calunniare l'innovatore senza dover pagare alcun prezzo in termini di discredito, deve argomentare la sua tesi e il proponente puo' controargomentare, mettendo in grado il Comitato, giudice terzo, di formarsi una opinione imparziale. E tutto cio' non piu' nella "camera segreta della "peer review", ma in modo aperto e davanti a tutti. In secondo luogo, il principio del dialogo e' esteso anche al livello del consuntivo. Il recettore del danaro pubblico assume l'obbligo di replicare ad ogni commento e onesta critica mossigli dalla comunita' scientifica e dai vari settori culturali.

Lo Stato, che non ha il potere di decidere quale sia la verita', determina tuttavia le condizioni che favoriscono il dialogo fra le diverse posizioni.

Presentiamo dunque questo disegno di legge come contributo allo sviluppo della civilta' intellettuale del paese.

 

Art. 1

 

1. II 5% degli stanziamenti di bilancio nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica, di seguito denominato "Ministero", destinati alla ricerca scientifica, e' riservato al finanziamento della ricerca scientifica non convenzionale, come definita dall'art. 2.

 

Art. 2

 

1. Per ricerca scientifica non convenzionale si intende l'insieme dei campi di ricerca che non sono sistematicamente esplorati nelle Universita' e negli Enti di Ricerca. L'elenco dei settori della ricerca non convenzionale ammessi al finanziamento statale e' definito ogni cinque anni con provvedimento del CIPE, su proposta del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e tecno1ogica, di seguito denominato "Ministro".

2. In sede di prima applicazione della presente legge, e comunque fino all'entrata in vigore del provvedimento del CIPE di cui al comma 1, i settori ammessi sono i seguenti:

a) fisica e biologia non molecolari, aventi come oggetto quei fenomeni non immediatamente riconducibili all'azione di singole molecole o di piccoli gruppi di esse;

b) l'insieme delle medicine non convenzionali definite dalla risoluzione del Parlamento europeo n. A4-0075/97.

 

Art. 3

 

1. Presso il Ministero e' istituito un Comitato che ha il compito di selezionare le richieste di finanziamento presentate ai sensi dell'articolo 4. Tale Comitato e' costituito da 5 membri, nominati con decreto del Ministro, scelti tra i cultori di comprovata esperienza nelle discipline di cui all'articolo 2. In sede di prima applicazione, il Ministro adotta il decreto di nomina entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.

2. I membri del Comitato durano in carica un anno, sono confermabili per un secondo mandato ed eleggono al loro interno un coordinatore.

3. Il Ministero fornisce al Comitato le strutture e il personale amministrativo necessari al suo funzionamento, senza ulteriori oneri per il bilancio dello Stato.

4. Le spese sostenute dai membri del Comitato per partecipare all'attivita' del Comitato stesso sono rimborsate a carico del Ministero. All'onere derivante dalla presente disposizione si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1998-2000, nell'ambito dell'unita' previsionale di base di parte corrente "fondo speciale", dello stato di previsione del Ministero del Tesoro, bilancio e programmazione economica per l'anno 1998, utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'Universita' e della ricerca scientifica e tecnologica.

 

Art. 4

 

1. Le domande di ammissione al finanziamento pubblico possono essere presentate da soggetti operanti in ambiti di ricerca sia pubblici che privati. Le domande possono riguardare uno o piu' settori inclusi nell'elenco di cui all'art. 2, devono contenere l'indicazione di un responsabile della ricerca e dimostrare la copertura, con altre fonti, del 30% della quota del fabbisogno finanziario eventualmente eccedente i 50 milioni di lire.

2. In sede di assegnazione del finanziamento pubblico, hanno la priorita' i progetti presentati da soggetti attivi nel campo specifico da almeno 3 anni.

3. La durata del finanziamento di ogni progetto non puo' eccedere i 2 anni e la richiesta di nuovo finanziamento puo' essere rinnovata con le stesse modalita' della richiesta di prima assegnazione.

 

Art. 5

 

1. Il Ministro assegna i finanziamenti nell'ambito delle disponibilita' di cui all'art.1 e sulla base delle graduatorie predisposte dal Comitato.

2. Le graduatorie sono accompagnate da relazione motivata del Comitato da comunicare agli interessati entro 5 giorni dalla trasmissione al Ministro. Il Comitato si puo' avvalere del parere motivato e firmato di esperti esterni.

3. Eventuali pareri negativi, ovvero positivi ma con osservazioni critiche, forniti al Comitato possono essere da esso presi in considerazione ai fini dei commi 1 e 2 solo se preventivamente comunicati agli interessati. Questi hanno 30 giorni di tempo per presentare le proprie controdeduzioni che devono essere esplicitamente valutate dal Comitato in sede di relazione finale.

4. Tutti gli atti del Comitato sono pubblici.

 

Art. 6

 

1. I responsabili di ogni progetto di ricerca presentano al Ministero una relazione annuale consuntiva, integrata dalle eventuali pubblicazioni prodotte, nonche' una relazione finale. Queste relazioni sono inviate dal Ministero alle Universita' e agli Enti di Ricerca.

2. I responsabili dei progetti sono tenuti a replicare a eventuali commenti e osservazioni inviati dalle Universita' e dagli Enti di ricerca di cui al comma 1 al Ministero.

3. La mancata osservanza delle disposizioni del presente articolo da parte del responsabile del progetto comporta l'immediata cessazione del finanziamento pubblico in corso nonche' l'impossibilita', nei 5 anni successivi, di richiedere nuovi finanziamenti ai sensi della presente legge per il medesimo progetto. In tale ipotesi, il provvedimento e' adottato dal Ministro, previo parere conforme del Comitato di cui all'articolo 3.

4. La sanzione di cui al comma 3 non si applica in caso di mancata replica a commenti ritenuti dal Comitato palesemente irrilevanti, offensivi o ostruzionistici.

 

Art. 7

 

1. I bandi per la concessione del finanziamento pubblico sono indetti su base semestrale dal Ministero e sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale.

2. Le disposizioni di attuazione della presente legge sono adottate dal Ministro, con proprio decreto entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

 

 

3 - ALTRI VARI DOCUMENTI SULLO STESSO TEMA…

 

 

3/A

 

COMITATO EUROPEO PER UNA NUOVA SCIENZA

LINEE PROGRAMMATICHE

 

(proposte da U. Bartocci, sulla base di documenti ed osservazioni di F. Dudal, E. Gallas, R. Marolda, N.F. Montecucco, P. Mattoli, G. Sermonti)

 

 

Un gruppo di scienziati, che comprende al suo interno biologi, fisici, matematici, medici, si e' riunito ad Arco di Trento, nei giorni 20 e 21 Ottobre 1994, nell'ambito delle attivita' del XVII Convegno della rivista "Astra", e dopo due intense giornate di studio e di dibattito ha elaborato il seguente documento.

 

Siamo preoccupati per una serie di fenomeni che sembrano occorrere sempre di piu' nel campo delle scienze:

 

- avendo dimenticato la circostanza che la ricerca libera della verita' resta sempre comunque l'unico vero obiettivo di ogni scienza, viene scoraggiata ogni forma di ricerca autenticamente 'alternativa';

 

- sono bandite la critica e la tolleranza, mentre viene alimentato il clientelismo;

 

- attraverso l'istituzione di un sistema di censura rigidissimo, il cui compito, sotto il pretesto di selezionare i lavori migliori, e' quello di assicurarsi che non trapelino ipotesi o progetti estranei agli attuali indirizzi della scienza, viene soppressa ogni informazione che rischi di mettere in forse le teorie sancite da un establishment troppo spesso arroccato su posizioni dogmatiche e persecutorie;

 

- la subordinazione ad interessi di ordine economico e politico privilegia un selvaggio accanimento tecnologico, che tutto intento a perseguire un preteso benessere materiale, contribuisce in realta' a favorire lo smarrimento esistenziale sempre piu' profondo dell'uomo moderno.

 

Insomma, si sono perduti di vista i canoni di una corretta etica di conoscenza, e del rispetto della vita e dell'ecosistema.

 

Questo stato di cose ci legittima a reagire con la proposta di costituzione di un Comitato Europeo per una Nuova Scienza.

 

- Vogliamo riportare nella scienza la discussione aperta e la piu' ampia liberta' di espressione e di critica, senza favoritismi di scuole e di gruppi di potere.

 

- Vogliamo offrire un punto di riferimento e di aiuto a tutti quei ricercatori che stentano a far conoscere il proprio lavoro, operando per garantire una effettiva diffusione e possibilita' di verifica di ipotesi e ricerche che vengono delegittimate a priori dalla attuale organizzazione della scienza, perche' non conformi alle teorie ed alle ideologie oggi ufficialmente sostenute.

 

- Vogliamo sostenere il pluralismo come valore, nella convinzione che due teorie siano preferibili ad una sola, e che una scelta operata con consapevolezza tra diversi punti di vista sia sempre migliore di una accettazione acritica e passiva in ossequio ad un mal riposto Principio di Autorita'.

 

- Siamo aperti alla considerazione di programmi di ricerca in campi attualmente considerati pseudo-scientifici, perch‚ non riconducibili alle odierne possibilita' interpretative e metodologiche della scienza.

 

Vogliamo, in definitiva, fare scienza secondo coscienza, nel rispetto della globalita' e dell'unita' dell'esistente, e, per dirla con Andre' Gide, sostenerci nel tempo forse anche molto lungo da quando si e' persa di vista la riva, fino all'apparire di nuove terre - se e quando ci sara' concesso il vederle…

 

Perugia, Marzo 1995

 

 

3/B

 

PROGETTO RELATIVO ALLA CREAZIONE DI UNA ASSOCIAZIONE AVENTE LO SCOPO DI FAVORIRE UNA LIBERA SCIENZA IN UNA LIBERA SOCIETA'

 

 

Sulle soglie del terzo millennio, ed a 500 anni di distanza dal primo epocale successo dell'applicazione del "metodo scientifico", vale a dire la scoperta dell'America, e' necessario compiere un atto di riflessione, e valutare serenamente le dinamiche del passato allo scopo di progettare convenientemente il futuro. La scienza nacque senz'altro all'interno di un movimento composto da un ristretto numero di persone che si erano unite con l'intento di liberare l'essere umano da un potere persecutorio ed oppressivo, nonostante fondasse la propria autorevolezza su una dottrina della fraternita' e della mitezza. A tale forma di allontanamento dagli ideali iniziali sembra purtroppo assistersi anche nei 5 secoli successivi, dal momento che gli stati moderni, il cui progetto e la cui struttura nacquero e progredirono all'interno di quel movimento, sembrano fondarsi piu' su una falsa coscienza del ruolo del cittadino, che non su una sua effettiva conoscenza dei reali rapporti di potere e del loro fondamento1. Analogamente, la scienza sembra essersi tramutata in una chiesa, dove avvengono autentici processi di sacralizzazione e di iniziazione, con scienziati-esperti nella doppia parte di mediatori tra le esigenze di verita' dei non iniziati ed il mondo esterno, e di amministratori di gigantesche somme di denaro pubblico, per lo piu' utilizzate per la conservazione e l'auto-alimentazione della corporazione dei nuovi sacerdoti ("Nella societa' in generale il giudizio dello scienziato e' oggi accolto con la stessa reverenza con cui era accolto non troppo tempo fa quello di vescovi e cardinali"2). E' del tutto naturale allora che faccia la sua ricomparsa, sia nel campo politico che in quello scientifico, la figura dell'ERETICO, ovvero di colui che compie delle 'scelte' diverse, con la conseguente invenzione di nuove e sempre piu' raffinate forme di persecuzione da parte dell'ortodossia organizzata: "La scienza e' diventata oggi non meno oppressiva delle ideologie contro cui dovette un tempo lottare ... gli eretici nella scienza devono ancora soffrire le sanzioni piu' severe che questa societa' relativamente tollerante puo' applicare"3. Mentre ad esempio un gruppo di 'scienziati' deride ufficialmente con un premio Nobel alla rovescia (il "Premio Ig-Nobel") nuove linee di ricerca quali la fusione fredda o la memoria dell'acqua, ancor prima di averne stabilita l'eventuale falsita' con l'applicazione di quel metodo scientifico oggettivo e razionale a cui dicono di ispirarsi, e soltanto in realta' perche' in contrasto con le loro teorie dogmatizzate che fanno da supporto a giganteschi interessi economici consolidati, un altro scienziato denuncia invece "un establishment scientifico cieco, muto e sordo", che rifiuta di accettare il confronto su certe questioni "per paura di perdere soldi e potere"4. La consapevolezza di questo stato di cose e' il primo passo per accingersi a quella rifondazione del sistema del sapere che appare indubbiamente come il piu' importante compito che attende la societa' del nuovo millennio, e che sara' sempre piu' fortemente ostacolato dall'apparato burocratico-scientista che detiene il potere5, fino al suo inevitabile crollo. Questo potra' avvenire nella forma di un ritorno alla barbarie, o di un nuovo avanzamento verso un ulteriore piano dell'evoluzione umana: a ciascuno di noi la responsabilita' di decidere in quale direzione indirizzare i propri sforzi.

 

Perugia, Aprile 1994

 

1 - M. Livolsi, Comunicazioni e Cultura di Massa, Ed. Hoepli, Milano, 1970.

 

2, 3 - P.K. Feyerabend, "Come difendere la societa' contro la scienza", in Rivoluzioni scientifiche, a cura di I. Hacking, Ed. Laterza, Milano, 1984.

4 - G. Preparata, Panorama, 4.3.94.

5 - G.P. Vanoli, Guida alla salute naturale, Milano, 1991.

 

Per informazioni, iscrizioni, proposte, rivolgersi a:

Umberto Bartocci

c/o Dipartimento di Matematica

Universita' degli Studi

06100 Perugia

Segr. Tel. 075-5002494

 

 

3/C

 

[Dopo aver diffuso la notizia dell'esistenza del precedente disegno di legge presso diverse persone, invitandole ad offrire qualche forma di sostegno all'iniziativa, ho ricevuto tra gli altri il seguente notevole commento da parte di Alberto Mondini, il Presidente dell'Associazione Ricerca Prevenzione Cancro, ARPC, che aveva partecipato al convegno cartesiano di Perugia del settembre 1996, con una relazione assai critica su: "Idealismo scientifico: necessita' di una rivoluzione filosofica"]

 

 

From: "Alberto R. Mondini" <amondin@tin.it>

To: "'Bartocci Umberto'" <bartocci@dipmat.unipg.it>

Date: Tue, 30 Jun 1998 01:39:29 +-200

 

Carissimo Umberto,

vedo con piacere che i tuoi sforzi presso i "politici" cominciano a dare i loro frutti [gli sforzi di cui trattasi sono piu' propriamente dei ricercatori Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata]. Considero estremamente positivo che essi comincino a sensibilizzarsi al problema delle scienze eretiche o, meglio, della liberta' della scienza.

Il mio giudizio e' invece piuttosto negativo per quanto riguarda la proposta di legge che mi hai inviato, che non fa che confermare la mia incrollabile sfiducia nello stato.

L'unica soluzione valida, per quanto riguarda i finanziamenti pubblici, e' quella ripresa e proposta da Trocchio nel suo libro "Il Genio Incompreso", cioe' quella dei bandi di premi per scoperte o invenzioni, che pero' dovrebbe essere valida per tutti i ricercatori.

Nella suddetta proposta di legge si ripropongono i vieti meccanismi di commissioni e comitati di esperti, che da sempre hanno generato corruzione, clientelismo, potere di casta e inefficienza.

Non esiste sulla faccia del pianeta un uomo che possa giudicare un altro uomo. Per quale particolare qualita' potrebbe farlo? e chi stabilisce che egli abbia questa qualita'?

 

Ciao.

 

Alberto Mondini

 

P.S. Qui le cose sono piuttosto tranquille. Da un po' di tempo non stiamo subendo attacchi, la mia immagine pubblica e' notevolmente migliorata, giornalisti che in passato mi avevano attaccato si sono ricreduti e scusati, Andromeda pubblica la seconda edizione di Kankropoli e sono invitato a tenere conferenze o a partecipare a tavole rotonde due o tre volte al mese.

E' partito il mio vecchio progetto di creare un centro che, scavalcando tutte le strutture culturali e scientifiche, dia qualcosa di talmente importante alla gente da sconfiggere definitivamente il pensiero imperante. Ti mando l'annuncio dell'iniziativa cosi' come e' stato pubblicato sull'ultimo numero di Vie Nuove.

E tu? stai preparando qualche manifestazione o congresso? e gli Atti del congresso Cartesio sono stati pubblicati?

 

Allegato:

 

In gennaio l'ARPC comincio' ad essere sommersa da un incredibile numero di richieste di aiuto da parte di persone malate di cancro. Ci organizzammo per poter aiutare con terapie alternative il piu' gran numero di persone. Ma cominciammo anche a meditare su alcune cifre; per esempio: 300 mila nuovi casi di cancro ogni anno solo in Italia. Ci fu immediatamente evidente che, nel migliore dei casi, sommergendo di pazienti tutti gli specialisti di cui eravamo a conoscenza, potevamo curarne una piccola percentuale; diecimila, forse trentamila all'anno; e gli altri? Mancavano strutture sanitarie, cliniche, ambulatori, medicinali, medici esperti nelle terapie alternative e scuole per insegnarle.

Era gennaio e stava scoppiando il caso Di Bella. Il nostro dossier Kankropoli aveva cominciato ad incidere sull'opinione pubblica; cominciava ad essere un punto di riferimento per i mass media. Il Giornale ne pubblico' un riassunto a puntate (7-15 marzo); il nostro Presidente, Alberto Mondini, fu intervistato ed apparve piu' volte in televisioni nazionali, venne e continua ad essere invitato a tenere conferenze e a partecipare a congressi. La gente cominciava a capire, ma, senza le strutture adatte, i malati di cancro avrebbero continuato ad andare in pasto alla chemioterapia.

Cosi' decidemmo che era giunto il momento di iniziare un nuovo progetto. Bisognava creare le strutture che mancavano. Ecco il nostro piano.

Prima fase: raccolta straordinaria di offerte per 20-30 milioni per la Seconda fase: fondazione di una societa' commerciale, una S.r.l.

Terza fase: vendita delle quote di questa societa'.

Quarta fase: la societa' fonda e gestisce cliniche e scuole di medicine alternative per i tumori.

Il progetto e' estremamente innovativo e non solo per le tecniche di cura: non piu' offerte buttate in quel pozzo senza fondo che sono le varie associazioni per la ricerca e la terapia del cancro (v. pag.4). Non piu' offerte, ma acquisti. Ognuno potra' comprare un pezzo della "sua" clinica e potra' controllare legalmente come vengono impiegati i fondi che ha consegnato. Potra' avere la precedenza sugli altri nel caso in cui abbia bisogno di cure. Non si trattera' di un regalo ma di un investimento. Pensate: potrete partecipare ad una iniziativa umanitaria investendo soldi e diventandone proprietari!

Il progetto sembra suscitare molto interesse: alcuni imprenditori si sono gia' offerti di finanziare una parte dell'iniziativa, vari medici, ricercatori e docenti universitari si sono gia' candidati ad entrare nelle nostre strutture e un quotidiano di diffusione nazionale, il Giornale, ha pubblicato (29 marzo) un articolo sull'iniziativa. Pertanto, attraverso il nostro giornale, ci rivolgiamo a tutte le persone interessate a collaborare al progetto a contattarci al piu' presto attraverso uno dei mezzi di comunicazione e indirizzi che troverete in ultima pagina. Chiunque puo' partecipare all'iniziativa: con un miliardo o con 100 mila lire si potra' diventare soci della S.r.l.

 

Il Comitato Direttivo dell'ARPC

 

 

3/D

 

[Prosegue il dibattito con lo "scettico" di cui al punto D/3 della stessa pagina…]

 

To: LUMI

From: Villella <villella@tin.it>

Subject: vi interessa, lo faccio iscrivere a LUMI?

 

Ricevo dal mio amico questo mail che vi posto; con calma gli rispondero' e mandero' in lista la mia risposta; penso sarebbe bene che si iscrivesse a LUMI e cominciasse a fare le sue battaglie in questo ambito; bisognerebbe imporgli di non scrivere mail cosi' lunghe; e' sicuramente "matto" ed "eretico", ma anche molto intelligente e colto; posso garantire la sua onesta' (donchisciottesca) e la sua buona fede e che ha vinto la cattedera di geometria molto giovane senza trucchi.

 

>From: Bartocci Umberto (mediante Villella)

>Subject: Ancora sulle questioni che sai...

>Carissimo Giorgio,

>ti avevo detto che stavo scrivendo per coincidenza una lettera a Le >Scienze proprio sugli argomenti che abbiamo discusso, e per farti >vedere che dicevo la verita' te ne invio una copia aspettando le critiche >tue e dei tuoi amici "ortodossi"

>Sto scrivendo anche, per dovere di scienziato e di storico (e cosi' >penserai che sono definitivamente matto, ma qualcuno deve pur >prendersi la responsabilita' della testimonianza, e mettere al bando >certe menzogne) a due ministri del nostro governo, per informarli di >alcuni aspetti della vicenda fusione fredda e di un interessante caso >legato ad una persona che ha proseguito gli studi sul cosiddetto siero >Bonifacio, il Prof. Giuseppe Zora, di modo che domani non possano dire

>che non erano stati informati, e che la colpa e' solo di chi voleva fare >certe cose in gran segreto per accaparrarsi poi tutti i meriti (quando >viceversa si tratta sempre di persone che urlano da anni certe cose ad >orecchie sorde e a cuori inariditi, e in qualche caso sono state tanto >perseguitate fino al punto da da finire in galera come Zora!).

>Il fatto e' che un ministro deve stare dalla parte dei cittadini, e non >delle lobbies scientifiche, da qualunque movente possano essere >ispirate (ammetto che non si tratta sempre e solo di denaro, ma anche >di eccessivo amore per le teorie cosi' faticosamente apprese da >giovani) , altrimenti e' come se pubblico ministero e difesa fossero >d'accordo durante un processo. Invece, a ciascuno il suo ruolo, ed al

>ministro quello di vegliare sugli interessi dei cittadini, ed imporre >certi controlli e certe verifiche anche quando i suoi consulenti >scientifìci fanno orecchie da mercante se la posta in palio e' >veramente grossa. Si danno tanti soldi a certi Istituti e a certi >professori, che gli si puo' pure chiedere di dedicare un poco del loro >preziosissimo tempo a certi controlli, altrimenti il dubbio e i sospetti >resteranno sempre, e quelli che come te non sanno bene le cose >crederanno che certe questioni siano state definitivamente ed >onestamente chiarite quando cosi' non e' per niente - un caso per tutti, >quello di Benveniste e della memoria dell'acqua.

 

>Ciao, a risentirci, il tuo Umberto Bartocci

 

>dal Dipartimento dì Matematica dell'Universita' di Perugia

 

>Allegati:

 

[…]

 

 

From: Villella <villella@tin.it>

To: lumi@citinv.it

Cc: bartocci@dipmat . unipg. it

Subject: risposta a Bartocca.

 

Caro Umberto, non sono in grado di discutere fino in fondo i tuoi singoli esempi di fisica alternativa o eretica, come preferisci. Ma, anche se in qualche caso tu avessi ragione, non riusciresti a convincermi dell'utilita' e della coerenza del tuo metodo globale, contrapposto alla scienza ufficiale che tu contesti.

 

E' il tuo modo di affrontare tutti questi problemi che mi sconcerta.

 

Nella storia della scienza ci sono stati cambiamenti drammatici in cui si e' lasciata la vecchia via per una completamente nuova; solo per intenderci, schematicamente ti faccio i nomi classici dì Galileo, Darwin, Freud e Einstein. Nessuno di questi cambiamenti ha avuto vita facile e le prime reazioni sono state di violenta ricusazione; ma poi si sono imposti. Gli scienziati loro contemporanei o si sono convertiti o si sono estinti con le vecchie scuole. Fate altrettanto voi ed avrete ragione.

 

PERCHE' si sono imposti? perche' le loro teorie erano intrinsecamente migliori, davano risultati migliori, erano piu' compatibili con i dati sperimentali, erano, e questa e' la cosa piu' importante, PIU' UTILI e rapidamente tutti hanno potuto constatarlo e convincersi!

 

E allora dove e' il problema delle vostre teorie eretiche? perche' non si impongono? lascia perdere i cattivi e i complotti che vi ostacolano, nonostante loro, se aveste ragione, anche voi trionfereste!

 

Da quanti anni mi dici che siete vicinissimi a mettere a punto la fusione fredda? Benissimo. Fate una piletta atomica riproducibile e funzionante e nessuno potra' fermarvi; il futuro, gloria e miliardi, saranno vostri.

 

Trovate il petrolio e l'oro e i diamanti con una forcella di legno che li "sente"? e trovatene a bizzeffe e non rompete piu'; nessuno riuscira' ad ostacolarvi!

 

Riuscite a guarire gravi malattie con la semplice imposizione delle mani? Lo hai detto tu: hai vissuto qualche anno con una straordinaria persona che guariva con la pranoterapia; era ricca, non lo faceva per denaro, parole tue. E tu cosa hai fatto? Avevi una straordinaria possibilita' di fare esperimenti definitivi e incontrovertibili sull'efficacia della pranoterapia; potevi usare le tue conoscenze scientifiche di primo ordine per mettere a punto esperimenti molto semplici ed economici. Con esperimenti preliminari grossolani trovavi prima qualche patologia curabile che non lasciasse dubbi; non "paralitici" che camminano, "ciechi" che vedono, ma carie dentarie che lentamente spariscono, fegati con la cirrosi che regredisce, calcoli ai reni belli grossi e altre cose del genere ben evidenti. Poi facevi "cure" sistematiche e statistiche serie; documentavi tutto, foto, film, mandavi i pazienti a farsi le analisi e la diagnosi in un ospedale e poi di nuovo, dopo la guarigione, in un altro ospedale (senza dire ai medici come stavano le cose). La voce si sarebbe diffusa da sola e in poco tempo tu prendevi il premio Nobel e tutti i cattivi, multinazionali, banche, massoni, governo degli stati uniti, ebrei, baroni universitari, a rodersi il fegato e a chiederti di essere curati! Quando imperversava la malaria, il tifo, la poliomielite, il vaiolo, quando si moriva di cancrena, di diarrea, se qualcuno mettendo le mani sull'ammalato, o degli spilli sul corpo, o dandogli dell'acqua fresca, o con qualunque altra "magia", fosse riuscito a guarirli, in pochi anni quella sarebbe diventata l'unica medicina e nessuno sarebbe riuscito ad impedirlo!

 

Sono vent'anni che segui eretici sul punto di fare la scoperta del secolo e se non l'avete mai fatta vuol dire che la contestazione della scienza odierna e'sterile.

 

 

From: Villella <villella@tin.it>

To: lumi@citinv.it

Cc: bartocci@dipmat.unipg.it

Subject: continua Umberto Bartocci

Date: Sun, 3 May 1998 20:56:45 +0200 (MET DST)

 

Ho ricevuto una replica, dal mio amico Umberto Bartocci, alla mia risposta alla sua prima lettera:

 

UB, replica:

>Carissimo Giorgio

>ancora un cenno di risposta, e non tanto perche' ci tengo ad avere

>l'ultima parola, ci mancherebbe, ma perche' per cosi' dire abbiamo

>spostato il tema della discussione, e forse e' bene che resti agli "atti"

>quello che pensa su alcune questioni ciascuno di noi.

>Ti rispondero' quindi passo passo, ma ti dico subito che sono spiacente

>che tu non abbia voluto aiutarmi con i miei test sulla storia; a me piace

>constatare di persona quello che si sa e quello che non si sa

>comunemenente, e perche' certe persone pensano quello che pensano.

 

GV, adesso:

Umberto scusa, ma la mia memoria ormai e' presente solo in dosi omeopatiche e non ricordo di aver spostato il tema, forse ho risposto solo a quello che mi stava piu' a cuore (vedi che tu usi sempre e solo la categoria del complotto? ci sono spiegazioni piu' semplici e plausibili); d'altra parte i tuoi mail sono chilometrici e ne ricevo anche 30 in un giorno e non ho ancora risposto a Michele (di LUMI) che mi sta *molto* a cuore perche' con lui discuto del mio campo di specializzazione. E non mi ricordo neanche di non averti voluto aiutare in test sulla storia.

 

UB, replica:

>Nel tuo caso ho abbastanza capito la seconda cosa, ma ti sei rifiutato di

>affrontare in qualunque modo la prima, eppure spunti interessanti non

>sono mancati.

 

GV, adesso:

Prima cosa e seconda cosa? Per fortuna mi sembra che si stiano facendo progressi per la sperimentazione della cura dell'Alzheimer; non so se mi arriva prima lui o se arriva prima la cura.

 

[UB: "Seconda cosa", cioe' credo di aver capito perche' pensi quello che pensi: "prima cosa", mancanza di aiuto nello stabilire cosa si sa o non si sa comunemente, rispondendo ai test sulla storia]

 

UB, replica:

>Giro quindi la richiesta ai tuoi amici (e mi mandino pure

>tutte le loro contumelie se vogliono) , e ti dico subito che, per smania

>di completezza comprensibile in un matematico, ti invio anche a parte

>copia definitiva delle lettere da me spedite alla Bindi e a Berlinguer

>di cui al precedente messaggio, ed una a Garlaschelli, lo stimato

>"controllore" del CICAP, che si sta occupando da persona priva

>di pregiudizi di una questione molto importante, sulla quale troppe

>persone sono abituate ad esprimere commenti senza saper bene nulla al

>riguardo (se non quello che la propaganda vuole che sappiano)

>Ciao, un abbraccio, il tuo UB

 

GV, adesso:

Questo mail e' troppo lungo perche' osi mandare anche gli altri due in lista; se non mi scrivi per alcuni giorni forse provvedo in seguito.

 

GV, prima risposta

> Nella storia della scienza ci sono stati cambiamenti drammatici in cui

> si e' lasciata la vecchia via per una completamente nuova; solo per

> intenderci, schematicamente ti faccio- i nomi classici di Galileo,

> Darwin, Freud e Einstein. Nessuno di questi cambiamenti ha avuto

> vita facile e le prime reazioni sono state di violenta ricusazione; ma

> poi si sono imposti.

> Cli scienziati loro contemporanei o si sono convertiti o si sono estinti

> con le vecchio scuole. Fate altrettanto voi ed avrete ragione.

> PERCHE' si sono imposti? perche' le loro teorie erano

> intrinsecamente migliori, davano risultati migliori, erano piu'

> compatibili con i dati sperimentali, erano, e questa e' la cosa piu'

> importante, PIU' UTILI e rapidamente tutti hanno potuto constatarlo e

>convincersi!

> E allora dove e' il problema delle vostre teorie eretiche? perche' non

> si impongono? lascia perdere i cattivi e i complotti che vi ostacolano,

> nonostante loro, se aveste ragione, anche voi trionfereste!

 

GV, adesso:

(Vedi come mi e' facile capire le cose del mondo? Sono semplicemente un darwiniano!, e tu invece glissi, le tue categorie sono troppo complicate)

 

UB, replica:

>In questa parte si nasconde cio' che attualmente ci divide in termine di

>principi. Ritengo la tua posizione del tutto ingenua, appunto frutto di

>quella propaganda che dicevo, ma non posso scrivere un articolo di

>storia della scienza in risposta (tu poi non hai neppure gradito il mio

>libro che fa un po' il punto sulle origini della scienza moderna, e che

>quindi tocca in qualche modo anche questi temi). Vorrei dirti solo due

>cose, la prima di natura autobiografica: venti anni fa, quando ho

>cominciato gli studi che mi hanno portato dove sai, la pensavo un po'

>come te, anch'io tutto nutrito della propaganda di cui sopra, ed ho

>approfondito certi temi proprio allo scopo di poter dimostrare con tutta

>onesta' a me stesso, e di conseguenza agli studenti che seguivano le

>mie lezioni, che era proprio cosi', che i migliori e le teorie migliori

>erano quelle che si affermavano, etc. etc. Studiando studiando mi sono

>accorto semplicemente che questo non era affatto vero, ma sarebbe

>troppo lunga dirti qui il perche', ne riparleremo se vorrai a voce,

>anche se non credo che la mia esperienza di studio potra' essere

>trasmissibile, certe esperienze bisogna farsele da se'

 

GV, adesso:

Alt, vent'anni fa quando hai cominciato i tuoi studi, come dici tu, immagino intendi di storia della scienza, eri gia' matto, vedevi tutto come un complotto di forze malefiche potentissime e segrete; i tuoi studi li hai intrapresi con una tesi gia' precostituita; in quello che studiavi ti colpiva e memorizzavi solo quello che ti faceva comodo; un po' come me che, secondo i miei critici, registro solo tutto quello che c'e' di negativo nelle religioni.

Io non contesto che la comunita' degli scienziati, come quella dei filosofi o dei letterati o degli attori o delle comparse o dei bancari o dei giornalisti famosi o dei parenti o dei condomini o degli studenti della 3c o degli insegnanti del liceo xy ecc. sia una societa' ANCHE percorsa da lotte condotte a colpi bassi, da invidie, da carognate, da imbrogli; se hai studiato storia venti anni per scoprire queste cose hai sprecato tanto tempo, io le sapevo gia' semplicemente osservando i miei compagni di classe, i miei parenti, i miei compaesani, i miei condomini, ascoltando i racconti di qualche scienziato, di qualche filosofo, di qualche letterato, ecc (sai quanto sono curioso, nella scheda dei LUMIni ho scritto che il mio hobby preferito e' chiacchierare, avrei dovuto specificare meglio fare il terzo grado, lo hai subito anche tu!).

Quello che contesto e' che abbiano un gran peso i complotti universali del Potere; nei film americani va bene, ma nella realta' i complotti troppo complicati prenderebbero strade molto aleatorie. Credo piuttosto che tutti quelli che soffrono di dietrologia siano paurosi, pessimisti e ingenui. Io giudico la scienza contemporanea dai risultati che sono sotto gli occhi di tutti, anche dei ciechi, che pero' non li vedono. Non penso che sia candida e innocente, senza errori e senza imbrogli, senza sprechi e sempre oculata, in tutti i suoi aspetti, in ogni particolare; ma *nel complesso* FUNZIONA.

 

UB, replica:

>La seconda cosa che vorrei, e' farti riflettere su un esempio:

>il tale avvocato del foro di una certa citta' e' un professionista

>stimatissimo, vince tutte le cause ed e' quindi considerato bravissimo.

>Peccato pero' per chi conosce alcuni retroscena che la sua fama si sia

>basata sul fatto che gli era possibile (per motivi che non ti accenno

>neppure via rete) far giudicare le cause di cui assumeva il patrocinio

>da certi giudici anziche' da altri, e di vincere semplicemente perche'

>era d'accordo con questi giudici, e con chi voleva avere nelle proprie

>file un principe del foro. Cosa piu' facile che non il "costruirlo"?

>Naturalmente non si va a scegliere proprio uno scemo per questo tipo

>di vicende, ma credimi tu od io avremmo potuto avere lo stesso

>successo. Tu penserai che io scherzi, o esageri, ma la storia porta

>esempi di ben altre fame e carriere costruite per questa strada, eroi di

>battaglie vinto ma mai disputate, etc. E' ovvio che avendo questa realta'

>fenomenica davanti agli occhi io non riesca ad accettare i tuoi

>argomenti, tanto piu' che quando ho approfondito le mie ricerche

>nell'altra direzione mi sono quasi sempre imbattuto in indizi che

>confermavano le mie supposizioni...

 

[vedi per esempio "Efficere Deos", punto N. 10 della pagina dedicata alla Storia della Scienza]

 

GV, adesso:

A queste banali ingenuita' del tuo mail ho gia' risposto prima. Tu piuttosto di quello che dico io affermi solo che non e' vero.

 

GV, prima risposta:

> Da quanti anni mi dici che siete vicinissimi a mettere a punto la

> fusione fredda? Benissimo. Fate una piletta atomica riproducibile e

> funzionante e nessuno potra' fermarvi; il futuro, gloria e miliardi,

>saranno vostri.

 

UB, replica:

>La lettera spedita a Berlinguer parla proprio di questo.

 

GV, adesso:

Sono passati probabilmente tra i 10 e i 15 anni da quando mi hai detto la prima volta che con mezzi molto semplici ed economici si potevano fare delle celle che producevano energia a basso prezzo; tutte le volte seguenti mi hai sempre detto che in pochissimo tempo tutto sarebbe stato pronto. Che tu scrivi una lettera al ministro che non la leggera' vuol solo dire che sei intanto un ingenuo e poi che continui ad illuderti; che se poi la fusione fredda fosse vera (e la probabilita' e' di una su mille) non avresti ancora ragione sulla scienza alternativa nel complesso: si capirebbe perche' funziona e diventerebbe parte integrante della scienza che si rafforzerebbe (a scapito di quei poveri perditempo degli eretici alternativi); siete dei perdenti nati, che vi sfogate immaginando complotti e cattivoni che vi perseguitano.

 

[Anche su questo argomento si cercheranno di dare informazioni nel sito; vedi punto D/7 in questa stessa pagina]

 

GV, prima risposta:

> Riuscite a guarire gravi malattie con la semplice imposizione delle

> mani? lo hai detto tu: hai vissuto qualche anno con una straordinaria

> persona che guariva con la pranoterapia; era ricca, non lo faceva per

> denaro, parole tue. E tu cosa hai fatto? Avevi una straordinaria

> possibilita' dì fare esperimenti definitivi e incontrovertibili

> sull'efficacia della pranoterapia; potevi usare le tue conoscenze

> scientifiche dì primo ordine per mettere a punto esperimenti molto

> semplici ed economici. Con esperimenti preliminari grossolani

> trovavi prima qualche patologia curabile che non lasciasse dubbi; non

> "paralitici" che camminano, "ciechi" che vedono, ma carie dentarie

> che lentamente spariscono, fegati con la cirrosi che regredisce,

> calcoli ai reni belli grossi e altre cose del genere ben evidenti. Poi

> facevi "cure" sistematiche e statistiche serie; documentavi tutto,

> foto, film, mandavi i pazienti a farsi le analisi e la diagnosi in un

> ospedale e poi di nuovo, dopo la guarigione, in un altro ospedale

> (senza dire ai medici come stavano le cose) . La voce si sarebbe

> diffusa da sola e in poco tempo tu prendevi il premio Nobel e tutti i

> cattivi, multinazionali, banche, massoni, governo degli stati uniti,

> ebrei, baroni universitari, a rodersi il fegato e a chiederti di essere

> curati!

 

UB, replica:

>Questo e' esattamente quanto hanno fatto tante persone che poi non

>hanno avuto vita facile; comunque anche per questo guarda la mia

>lettera alla Bindi (Zora non solo e' finito in galera, pur avendo fatto

>quello che suggerisci tu, ma il suo laboratorio fu incendiato…)

 

[Vedi punto D/6 in questa stessa pagina…]

 

GV, adesso:

Nella lettera, che mandero' in seguito se non vengo travolto dai troppi

mail, NON rispondi alla mia domanda perche' non hai fatto studi seri tu.

Te lo richiedo.

 

GV, prima risposta:

> Sono vent'anni che segui eretici sul punto di fare la scoperta del

> secolo e se non l'avete mai fatta vuol dire che la contestazione della

> scienza odierna e' sterile.

 

UB, replica:

>Vuol dire solo che c'e' gente che tu purtroppo stimi come la "migliore"

>che impedisce che il progresso della scienza sia cosi' veloce come

>potrebbe essere! Comunque sia, di fronte a certe controversie appunto

>scientifiche non si puo' ragionare in termini di pregiudizi, e non

>capisco perche' la tua stima va alla parte di chi frena anziche' a quella

>che si da' da fare contro tutto e contro tutti, a volte anche sbagliando,

>certo, ma quello che si chiede e' appunto che si discuta seriamente e

>che lo si dimostri.

>Ciao, carissimo amico che corre purtroppo dietro ai cattivi maestri,

>il tuo UB.

 

GV, adesso:

Mi sembra che a Matematica a Padova scrivano ogni tanto alcuni matti con l'invenzione del moto perpetuo o la dimostrazione della quadratura del cerchio con riga e compasso; la maggior parte dei professori "archivia" le lettere direttamente nel cestino senza neppure leggerle; mi. vuoi dire come ti comporti tu in proposito? discuti seriamente e dai le dimostrazioni necessarie? Per favore mi rispondi?

 

UB, replica:

>Per inciso, ha ragionissima quel tuo amico quando intende

>discutere tra le manifestazioni dell'irrazionale la questione religiosa!

>La cautela di escludere la religione da certi contesti e' proprio dovuta

>ad un'altra di quelle ragioni piu' politiche che non filosofiche o

>epistemologiche alle quali stanno molto piu' attenti di te coloro che

>guidano poi le tue opinioni.

 

GV, adesso:

Non ricordo cosa ho scritto io che ti abbia indotto a fare questo inciso; in LUMI sono io che insisto sempre che sette, religioni e superstizioni vanno discusse e criticate e dissacrate tutte e che si puo' farlo accomunandole perche' hanno le stesse basi irrazionali e sono ugualmente dannose.

 

Ciao, con affetto, Giorgio Villella

 

 

[La discussione prosegui' in qualche modo prima di esaurirsi, soprattutto grazie ad interventi di corrispondenti "scettici" del mio interlocutore, i quali, con probabile grande sorpresa di entrambi!, si mostrarono invece interessati ai temi toccati nel corso del dibattito, chiedendo ulteriori informazioni su questo a quel particolare, sull'esperimento dei "topi di Mattoli" - vedi punto 11 della pagina di Storia della Scienza" - etc.. Tra i contributi piu' interessanti fu quello di Anna Dal Dan, con il quale chiudiamo questi frammenti di una discussione senza fine…]

 

 

Date: Wed, 6 May 1998 21:44:56 +0200 (MET DST)

From: Elethiomel <adaldan@tin.it>

To: bartocci@dipmat.unipg.it

Subject: [LUMI:100461] Re: pavia e medicina alternativa

 

At 5-05-1998 8:03,

NICOLAS_GODELLEE@HP-France-om7.om.hp.com said:

 

> Ciao Anna, ciao a tutti,

> Anna scrisse, fra l’altro:

> "I risultati sono indubbi per quanto riguarda l’agopuntura, e

> interessanti per quanto riguarda i possibili meccanismi di azione

> della stessa".

> Anna, potresti dirci dove si possono avere informazioni su questi

> risultati ? Mi interessano moltissimo perche, da quel che so, non

>esiste ancora nessuna prova scientifica dell’efficacia

>dell'agopuntura -

>Ti ringrazio, Nicolas

 

Sono in corso di pubblicazione, e purtroppo non so su che rivista - Io ho tradotto in inglese il testo dell’articolo. L’esperimento era condotto sui ratti in doppio cieco e l’agopuntura veniva praticata agli animali mentre erano sotto anestesia. Francamente, finche' la cosa non e' pubblicata non mi sembra corretto parlarne.

 

Pero' nella bibliografia delle cose che ho tradotto per questo professor Ceccherelli ci sono diversi articoli interessanti, su riviste di cui naturalmente non posso sapore l’importanza accademica (ma almeno uno e' su Lancet:

 

Cheng R.S.S., Pomerance B., Electroacupuncture analgesia could be mediated by at least two pain-relieving mechanisms; Endorphin and non-endorphin systems, Life Sciences, 1979 ; 25 ; 1957-1962.

 

McLennan H., Gilfillan K., Heap V., Some pharmacological observations on the analgesia induced by acupuncture in rabbits.

Pain, 1977 ; 3 ; 229-238.

 

Ceccherelli F., Gagliardi G., Matterazzo G., Visentin E., Giron G.P., The role of manual acupuncture and morphine administration on the modulation ot capsaicin-induced edema in rat paw. A blind controlled study. Acup. Flectro-Ther. Res. Int. J., 1996 ; 21: 7-14.

 

Tsai H. Y., Lin J-G., Inoki R., Further evidence for possible analgesic mechanism of electroacupuncture: effects on neuropeptides and serotoninergic neurons in rat spinal cord.

Japan. J. Pharmacol. 1989 ; 49 : 181-185.

 

Zhu Bing, Casselin E., Bourgoin S., Clot A.M., Hamon M., Le Bars D.,

Acupuncture-ike stimulation induces a heterosegmental release of

Met-enkephalin-like material in the rat spinal cord

Pain, 1991 ; 47 ; 71-77

 

Malizia F., Andreucci G., Paolucci D., Crescenzi F., Fabbri A., Fraioli

E., Electroacupuncture and peripheral b-endorphin and ACTH levels.

Lancet, 1979, 11: 535-536.

 

 

Anna F. Dal Dan

 

Anna esta' en la linea