Marinov, Stefan [Sofia 1931, Graz 1997. Fisico bulgaro]

[vedi Figura 1]
 
 

Si tratta senz’altro del piu' noto rappresentante, almeno nella seconda meta' del XX secolo, dell’esiguo ma vivace gruppo dei cosiddetti fisici 'eterodossi' (o 'eretici'). Con questo appellativo si indicano quegli scienziati che non hanno accettato le teorie che sono le colonne portanti della grande rivoluzione scientifica moderna, vale a dire - nel campo della fisica, ma esistono eresie in tutti i settori, come l'anti-darwinismo in biologia - la teoria della relativita' di Albert Einstein (1905, 1915), e la meccanica quantistica (che non ha, a differenza della precedente, un unico 'padre' riconosciuto, ma diversi grandi fondatori, quali Niels Bohr, David Hilbert, Max Planck, Erwin Schrödinger, Louis Sommerfeld, Paul Adrien Maurice Dirac, Werner Heisenberg, Wolfgang Pauli, Louis De Broglie, etc.). Entrambe le teorie, a favore delle quali viene riportata un'evidenza sperimentale straordinaria (che va dalla costruzione delle bombe atomiche, alla progettazione e funzionamento degli acceleratori di particelle) presentano aspetti fortemente contro-intuitivi, in quanto propongono un trattamento diverso da quello comune (inerente cioe' all'uso della "razionalita' ordinaria") per le categorie di spazio, tempo e causalita'. Per questo motivo, non hanno mai cessato di suscitare perplessita' nella parte piu' 'conservatrice' dei fisici. La polemica anti-relativista e' stata una delle costanti dell'attivita' scientifica di Marinov, e causa della sua pressoche' completa emarginazione dagli ambienti della fisica "ufficiale". Laureatosi in fisica a Sofia nel 1960, dopo un'esperienza di alcuni anni come capitano di lungo corso, Marinov entro' a far parte dell'Istituto di Fisica dell'Accademia delle Scienze di Bulgaria, dimostrando presto, oltre ai suoi indubitabili talenti di fisico (testimoniati da numerosi lavori pubblicati in importanti riviste internazionali), anche tutto il suo carattere polemico e coraggioso. Fu internato numerose volte, per periodi di diversa lunghezza, in cliniche psichiatriche, e ivi sottoposto a trattamenti 'rieducativi' con psico-farmaci, come era al tempo d'uso nei paesi al di la' della "cortina di ferro". Cio' avvenne principalmente a causa del suo attivismo politico, ma anche (come amava dire) per le concezioni scientifiche che era andato nel frattempo maturando, e che non esitava a pubblicizzare in modi anche clamorosi, destando quindi 'scandalo'. Per esempio, nel 1977 cerca di organizzare una Conferenza Internazionale sullo Spazio e il Tempo Assoluti, ma le autorita' lo forzano ad annullare l'incontro all'ultimo momento, con il pretesto della previsione di un terremoto! Riuscito subito dopo a lasciare finalmente la Bulgaria, giro' da allora in vari paesi europei, compresa l'Italia (dove infine riusci', ma soltanto nel 1982, ad organizzare la famosa conferenza; dal nostro paese era stato comunque una prima volta, 1980, espulso, dietro pressione delle autorita' bulgare: "Il Ministero dell'Interno non dicesi non autorizza l'ulteriore proroga al soggiorno in Italia"), senza mai riuscire a trovare una stabile conveniente sistemazione. Approdo' infine a Graz, in Austria, dove per sopravvivere dovette inizialmente fare il mozzo di stalla, e nutrirsi qualche volta delle sole mele destinate ai cavalli (oltre che delle erbe che raccoglieva nei campi: ottima era la sua frittata con le ortiche). Nonostante queste difficolta' d'ordine pratico, continuo' a destinare ogni sua risorsa (provenientegli da diversi amici, curiosi, dalla vendita dei libri che si pubblicava da sé, etc.) alle sperimentazioni fisiche in proprio, e alla produzione di articoli tutti contro-corrente, che fecero diventare ben presto il suo nome 'temuto' presso la quasi totalita' delle redazioni delle riviste scientifiche, che usavano o non rispondergli affatto, o rifiutare le sue proposte di pubblicazione, a volte anche in modi molto bruschi (il 30 giugno del 1982 la rivista "Il Nuovo Cimento", della Societa' Italiana di Fisica, gli scrive: "We will return without examination any paper you will submit to our journal"), che l'interessato peraltro ricambiava dando mostra di evidente disprezzo (vedi Figura 3). Si radico' sempre di piu' in lui allora la convinzione che coloro che mantengono attualmente il potere hanno compreso come l'internamento in una clinica psichiatrica sia piu' efficace di una crocifissione, e rispondere con il silenzio piu' produttivo di un rifiuto (dalla IV di copertina del I volume della sua serie The thorny way of truth, vedi in calce). Per ricevere il trattamento descritto sarebbe stata sufficiente la professione di fede anti-einsteiniana, ma Marinov aggiunse a questa 'ossessione' un'altra non meno lesiva della sua residua reputazione scientifica: quella per la ricerca del moto perpetuo. Ad essa si e' dedicato per tutta la vita, non solo progettando e costruendo macchine - nelle quali investiva tutto il poco denaro che riusciva a procurarsi - ma anche recandosi a trovare personalmente in tutte le parti del mondo quegli 'inventori' che proclamavano di essere riusciti a conseguire tale obiettivo, considerato irraggiungibile da ogni fisico 'sensato'. Fu in una di queste occasioni che entro' in contatto con la comunita' Methernitha (vedi qui di seguito), che si dice in possesso di una macchina prodigiosa capace di creare "energia dal nulla", secondo un'espressione dello stesso Marinov. Questi rimase del tutto convinto della veridicita' di questa dichiarazione, e ha sempre considerato tale apparecchio il primo vero moto perpetuo funzionante realizzato dall'uomo. Di esso si trovano diverse notizie nei volumi delle sue opere citati in calce, in particolare nel V volume della serie citata (il cui II volume e' interamente dedicato a "Documenti sull'invenzione del moto perpetuo, sulla secolare cecita' del genere umano, e sulla sua dissennata perseveranza in essa"). Bisogna dire che il punto di partenza di Marinov non e' del tutto assurdo, consistendo in una riconosciuta violazione del III principio della dinamica (il principio di azione e reazione di Newton) nell'espressione dell'interazione elettromagnetica tra cariche elettriche in movimento (vedi U. Bartocci, riferimento bibliografico in calce). Rifiutando le correnti interpretazioni relativistiche di tale 'anomalia', continuo' su questa base (ampliando pero' successivamente l'ambito dei progetti di moto perpetuo che considerava degni di essere presi in considerazione) a ritenere realizzabile questo "sogno proibito" dell'umanita'. Forse stanco e deluso per un successo che non arrivava mai, e per le continue critiche che riceveva a volte anche dagli amici (incluso purtroppo lo scrivente), si e' tolto la vita, senza clamore, a Graz, nell'estate del 1997, lui che aveva minacciato clamorosamente il suicidio innumerevoli volte, allo scopo di ottenere ascolto presso qualche istituzione ufficiale.

A conclusione delle poche frasi che lascia nel suo "testamento scientifico", si trova un triste feci quod potui. La sua ultima opera dattiloscritta, del maggio 1997, intitolata "Production of momentum and energy by the help of centrifugal forces", e redatta insieme a uno dei suoi ultimi collaboratori, Joerg Deisting, si concludeva con le parole: "E' ovvio che l'intero futuro energetico dell'umanita' sara' basato sulle macchine di Deisting e Marinov".
 
 
 
 

Before Stefan Marinov decided that there were kinder and gentler friends to be met, he left this LAST WILL AND TESTAMENT dated 15 July 1997:
 
 

[By Stefan Marinov]
 
 

My death is no person's fault. Please notify the following of my death: My son, Maxim Marinov, my wife Elena Kiriakova... in Sofia.
 
 

My son is a Substitute Minister of Bulgarian Industry and speaks English. My brother, Nicholas Marinov, is a resident of Sydney but presently on an extended journey through Europe. These three people are my heirs. I wrote a letter in Bulgarian to all three of them. These three letters were left open and may be read. Please kindly fax these letters, written in Bulgarian, to the fax number in Sofia, as well as all other letters left behind.
 
 

I leave three savings accounts in the following banks and account numbers: .... I hereby request that the banks transfer these accounts to my son in Bulgaria. All items in my apartment are left for my friend Werner Emig. ...
 
 

Please inform the following persons in Graz, Austria of my death: [Stefan listed four names with phone numbers.]
 
 

And the following persons in foreign countries: 1. Prof. Panos Pappas 2. Prof. Umberto Bartocci 3. Prof. George Galeczki 4. Hal Fox. Please fax to these four persons my Scientific Testament.
 
 

The books and other items left on my bed are to be handed to the persons indicated. My body is to be transferred to the Medical Faculty of the University of Graz, Austria. I thank the Austrian government for its hospitality and for conferring upon me the Austrian citizenship in difficult times when I was a fugitive from Bulgaria. Signed /Stefan Marinov/
 
 
 
 

MY SCIENTIFIC TESTAMENT
 
 

By Stefan Marinov
 
 

After having walked so many years on the thorny way of truth, I became tired. My books and papers are my scientific testament.
 
 

I hope that soon the absolute (Newtonian) space-time concepts, which I restored by numerous experiments and by a simple mathematical theory, will be accepted by the scientific community as those corresponding to physical reality.
 
 

I hope that the perpetual motion machines, of which I constructed many prototypes without closing the energetic circle, will successfully be built by other people.
 
 

And if my achievements in space-time physics, in electrodynamics and in the domain of the violation of the laws of conservation will be silenced also after my death, by leaving this world I can only repeat the eternal words: feci quod potui.
 
 

Graz, Austria, 15 July 1997

/s/ Stefan Marinov
 
 
 
 

BIBL. - Le opinioni scientifiche di Stefan Marinov sono documentate nei 5 volumi Classical Physics, editi da lui stesso a Graz nel 1981, e soprattutto nei 9 volumi dal titolo collettivo The Thorny Way of Truth (La spinosa via della verita'), dedicati alle "Violazioni delle leggi di conservazione" (dell'energia, della quantita' di moto, di tutto). In essi e' raccolta la sua corrispondenza con le piu' grandi personalita' del mondo della scienza, e le lettere di rifiuto dei suoi lavori, che riceveva con quasi assoluta regolarita' (tra le eccezioni importanti, la prestigiosa rivista Il Nuovo Cimento pubblico' nel Marzo-Aprile 1996, Vol. 19C, N. 2, una sua congettura sulle origini del magnetismo terrestre: "Earth's rotation is the cause for its magnetization"), senza ottenere lo scopo di farlo desistere dai suoi tentativi. Dal 1992 fino all'anno della morte, ha curato e pubblicato personalmente una rivista dal titolo Deutsche Physik, 22 numeri che continuano la tradizione di The Thorny Way of Truth.
 
 

Umberto Bartocci, "About the violations of the action-reaction principle in Maxwell-Lorentz electrodynamics, and the possibility of 'perpetual motion' machines", in Physics as a Science, Colonia 1997, Proceedings, Hadronic Press,1998.
 
 

Articolo biografico commemorativo, a cura di Adolf Schneider, in NET-Journal, Anno II, N. 8/9, Agosto/Settembre 1997, pp. 14-20.
 
 

Si veda anche il sito dell'Institute for New Energy: http://www.padrak.com/~ine
 
 
 
 

Methernitha [Comunita' religiosa svizzera]

[vedi Figura 2]
 
 

Nei pressi della cittadina svizzera di Linden, vicino Berna, risiede una strana comunita', un po' proto-cristiana, un po' "new age", fondata da Paul Baumann, un ex orologiaio (nella migliore tradizione di quel paese) che funge da capo spirituale per i suoi seguaci. La caratteristica di Methernitha, tale e' il nome della setta, che la rende degna di particolare attenzione dal punto di vista scientifico, e' che i suoi membri dichiarano di ricevere tutta l'energia di cui hanno bisogno da un apparecchio, che viene chiamato Testatika, ideato e costruito dal fondatore della setta. Si tratterebbe di un generatore di corrente che non ha bisogno di pile o di altre sorgenti d'energia: basterebbe mettere in movimento, con una semplice azione manuale, un disco ruotante che ne e' parte, per vedere il disco continuare a girare senza fermarsi, e addirittura produrre energia elettrica, che viene immagazzinata in degli accumulatori, o direttamente impiegata per gli usi della comunita'. La macchina Testatika e' considerata un segreto da parte degli aderenti alla comunita', ma ne abbiamo diverse notizie dal fisico bulgaro Stefan Marinov (vedi sopra), che ha avuto modo di esaminarla e studiarla da vicino (per far questo, Marinov e' perfino diventato membro di Methernitha, soggiornandovi per qualche tempo). Queste informazioni sono riportate in un intero volume di una sua opera, nel quale l'autore ammette pero' di non essere riuscito mai a comprendere il funzionamento di Testatika. Va da se', ogni persona 'ragionevole' non potra' che pensare a 'fantasie' di natura isterico-religiosa, se non ad un imbroglio esplicito da parte di Baumann, per tenere stretti a se' i suoi adepti. Ma la questione riveste alcuni aspetti curiosi, che meritano qualche approfondimento. Secondo la testimonianza dello stesso Marinov, le prime macchine costruite da Baumann (che le ha mano a mano perfezionate) assomigliavano molto a quelle descritte in un pressoche' sconosciuto volumetto dell'Abate Giuseppe Zamboni (1776 Verona, 1846 ivi). Questi, un quasi contemporaneo del piu' celebre Alessandro Volta (1745 Como, 1827 ivi) - con cui fu in qualche polemica scientifica per via della questione delle pile (che Volta progettava "umide", mentre Zamboni le teorizzava piu' efficaci "a secco") - lascio' infatti una memoria dall'attraente titolo: Sull'elettromotore perpetuo - Istruzione teorico-pratica, edito a Verona nel 1843. Un'altra delle tante 'illusioni', di cui la storia della scienza e' gremita, di avere finalmente catturato l'elusiva preda, verra' fatto di pensare, ma un orologio di Zamboni (e si ricordi che Baumann era un orologiaio!) e' conservato (e visionabile, anche se e' necessaria qualche insistenza) presso il celebre Cavendish Laboratory, ad Oxford. Si tratta di uno strumento che non ha mai cessato di segnare il tempo da oltre 150 anni, e viene per questo considerato una "curiosita' scientifica". La convinzione comune e' che la sua longevita' di funzionamento sia dovuta a qualche peculiarita' delle 'pile' progettate dall'abate italiano, che dovranno comunque prima o poi cessare di erogare la loro energia, facendo cosi' finalmente fermare l'orologio. Dei lavori del Zamboni, e delle sue pile eterne o quasi (che riceverebbero energia non proprio dal nulla, ma dall'etere, il fluido che riempirebbe lo spazio anche secondo filosofi e fisici illustri, quali Aristotele, Cartesio, Michael Faraday, James Clerk Maxwell... ma ridotto ormai a reliquia da museo dalla teoria della relativita' di Albert Einstein), tentando con qualche successo di ricostruirle, si sono occupati i ricercatori indipendenti italiani Pietro Zorzi e Omero Speri, di Verona.
 
 
 
 

(UB)