[Sfogo rivolto agli amici di Uscita di Sicurezza...]

 

1500 ... e ahimé li dimostra tutti

 

Un mese fa è apparso nelle edicole l'atteso "numero speciale" di Urania, per festeggiare la 1500ma uscita della rivista (che in realtà sarebbe la 1521ma, tenendo conto dei 14 numeri di Urania pubblicati a latere dei vecchi Romanzi di Urania, e di 7 numeri bis, senza considerare il famoso e raro 323bis, che conteneva strisce dell'omino preistorico BC), e debbo sottolineare che di "speciale" ho trovato ben poco: anzi, solo una conferma del fatto che NON coglie propriamente nel segno Salvatore Proietti quando ironizza contro coloro che affermano di tanto in tanto: "Che la fantascienza sia morta, non ci piove" ("La fantascienza al mercato: gli inizi", Robot, N. 46, Estate 2005).

Ma non intendo qui occuparmi del declino (probabilmente inevitabile, ed avente profonde motivazioni storico-sociali) di un intero genere letterario, o di quanto tale decadenza sia stata accelerata da contaminazioni con generi che debbono ritenersi alla fantascienza completamente estranei (so bene però che diverse persone non sarebbero d'accordo!), quali fantasy od horror. Voglio soltanto condividere con gli amici di UdS l'amarezza per aver avuto ancora una volta tra le mani un prodotto decisamente poco attraente dal punto di vista editoriale, per non usare termini peggiori: il solito volumetto "da supermercato", brutta copertina plastificata, etc., con una "perla" che si aggiunge a un quadro già non esaltante, e la dice lunga sul degrado del genere (condiviso del resto da altre collane gemelle della Mondadori, e grazie verosimilmente ai loro ultimi direttori, evidentemente poco attenti e autenticamente interessati al genere che dovrebbero coltivare; l'impressione che ho ricavato in anni di esperienza è che il lavoro che sono chiamati a svolgere sembra loro quasi pesare, forse persuasi di possedere talenti letterari che sarebbero meglio impiegati in più nobili faccende - aspirano probabilmente a qualche cattedra universitaria, di questi tempi in cui sono stati creati "atenei" anche a ... Roccacannuccia è certamente possibile).

La perla consiste in ciò. Nella presentazione del N. 1500 (riportata alla fine del N. 1499), si annunciava che nel successivo numero da "festeggiamento" si sarebbe fornito ai lettori "l'elenco storico dei romanzi di Urania". Beh, mi sono detto, almeno stavolta 3,60 E. ben spesi, ma naturalmente mi ingannavo ancora. Ho trovato infatti soltanto un misero "Ultimi Urania pubblicati", dal N. 1420 al 1499.

Se vogliamo unire perla a perla, della celebrazione in oggetto si parla nell'Almanacco della Fantascienza di Nathan Never, uscito nello stesso mese, dove, in una rubrica intitolata "Tanti auguri, Urania!", viene segnalato che il numero speciale è "arricchito da un preciso elenco cronologico della collana", quello appunto ... inesistente!

La circostanza mi riconduce con la mente a un analogo episodio avvenuto vari anni fa, durante il MystFest di Cattolica, a conferma del rigore professionale con cui da tempo numerosi "giornalisti" e simili svolgono il loro lavoro (del resto, lo si sa, il giorno successivo all'uscita, per alcuni un giornale serve solo ad incartare il pesce). Dunque, una certa sera era previsto un film di un importante regista francese, mi pare Chabrol, e noi appassionati eravamo tutti lì, in attesa della proiezione. All'ultimo minuto un annuncio da parte della direzione: la pellicola non è pervenuta, non si può procedere, pazienza. Orbene, ciò nonostante, la mattina seguente un illustre quotidiano riportava una notizia del genere: "Evento eccezionale ieri sera al MystFest. Abbiamo assistito con piacere all'ultima fatica di xx; il grande maestro non ha perso il talento, nella sua opera si nota ancora l'unghia del leone", e così via su questo tono. L'autore dell'articolo, ovviamente "appassionato" di gialli, e presente nella cittadina adriatica interamente spesato (va da sé), aveva evidentemente pensato bene di trascorrere la serata in altro modo, e scritto e inviato il pezzo "al buio" (tanto, quattro sciocchezze si improvvisano sempre, e sono buone per ogni occasione), sicuro che tutto sarebbe andato per il verso giusto, e che nessuno si sarebbe accorto del suo ... espediente di mestiere.

Procedendo con i ricordi (tristi), ancora il MystFest mi rammenta una circostanza simile, che racconto perché mi dà modo di celebrare con le parole un amico purtroppo scomparso, che molti di voi hanno conosciuto (di persona e sulle pagine della fanzine di UdS). Era stato organizzato un "convegno" nel quale un illustre relatore, ufficialmente invitato (e naturalmente al solito spesato, nel presente caso con fondi pubblici), aveva espresso la sua opinione sull'opera di Agatha Christie. Al termine dell'intervento, l'indimenticabile "Aulauso de' Themali" (perché è di lui che sto parlando), il quale aveva riscontrato qualche "inesattezza" nelle argomentazioni dell'ineffabile cattedratico, gli chiese esplicitamente quanti romanzi della Christie avesse letto, e questi rispose candidamente: nessuno. O meglio, che aveva cominciato a leggerne uno, ma che poi non gli era piaciuto, e non l'aveva terminato. Ecco un comportamento esemplare di "esperti", chiamati in occasione di tante manifestazioni "culturali" a spese di Comuni, Province, Regioni, etc., nei confronti di campi ritenuti palesemente inadeguati alle loro "altezze".

Come concludere, se non con l'invocazione: Signore, perdonali perché non sanno ciò che fanno? Via, la smetto con il mio consueto brontolio (ma il paese versa davvero in condizioni morali e culturali disastrose, oltre che economiche: quelli descritti sono solamente dei sintomi di mali ben peggiori e diffusi*; per esempio, in quello che è rimasto delle università dopo le note "riforme"), e annuncio che, in mancanza, provvederò io appena ce la farò a inserire nel mio sito una storia decente delle 1521 uscite di Urania, con qualche bella immagine a corredo (la prima parte, che fa la storia dal N. 1 di Urania al N. 280 de I Romanzi di Urania, l'ultimo della "serie rossa", dovrebbe essere già disponibile dopo ferragosto, link relativo verso la fine della mia home page - per inciso, ne approfitto per segnalare che, in vista del pensionamento anticipato, ho trasferito il sito presso il seguente URL: http://www.cartesio-episteme.net, e che ho di conseguenza cambiato anche indirizzo email: bartocci@cartesio-episteme.net, oppure bube231@yahoo.it).

E' appena il caso di sottolineare che naturalmente si può trovare ogni informazione al riguardo nello splendido catalogo in rete del grande Ernesto Vegetti, lui sì un vero appassionato e intenditore: http://www.fantascienza.com/catalogo/, ma io voglio fare qualcosa di diverso** (rimando per spiegazioni all'introduzione del mio lavoro, faticoso più di quanto avrei immaginato).

Che la forza sia con voi, ovviamente se possibile di questi tempi,

il vostro Obi-Wan (UB)

Perugia, agosto, 2005

* E' questa l'occasione giusta di segnalare, a chi di voi non lo conosca di già, lo straordinario giornale on line diretto dal grande Maurizio Blondet, vi si accede dal primo dei link presenti in http://www.cartesio-episteme.net/links.htm.

** Una citazione d'obbligo va a Vittorio Messori (dalla Prefazione a Il quadrato magico, di Rino Cammilleri, Rizzoli, Milano, 1999), che descrive brillantemente il "grafomane controvoglia", una figura in cui mi riconosco appieno:

«Sostengo da sempre che (salvo casi di patente masochismo), non esiste quella "gioia di scrivere" di cui parlano quasi solo coloro o che non praticano questo esercizio o che non trovano poi chi stampi le loro scritture. Esiste, semmai, la "gioia di aver scritto": il sollievo di avere finito, di essersi liberati da un'attività che non è affatto "naturale", che si rivela spesso un peso, un tormento. E non mi si accusi di incoerenza: perché, allora, avrei passato la vita a scrivere, invece di praticare mestieri meno penosi? Ho la risposta pronta: tanto sono restio alla scrittura, altrettanto sono goloso di lettura. Dunque, per ciò che davvero mi interessa, non avendo trovato i libri che avrei voluto leggere, ho ceduto a una raptus di presunzione, tentando di farmeli da solo. [...] questo che leggo non mi appaga; conosco i miei gusti, so quel che cerco; dunque, vedo di prepararmi io stesso quel che mi piacerebbe leggere...»